I quaderni dell’Ussero
A cura di Valeria Serofilli
Laura Ficco – La rinascita della tigre--- Puntoacapo Editrice – Pasturama - (Al) – 2019 – pagg. 67 - € 8.00
Il presente testo, pubblicato nella collana I quaderni dell’Ussero, a cura di Valeria Serofilli, include la raccolta La rinascita della tigre di Laura Ficco e presenta una prefazione della stessa Serofilli articolata e ricca di acribia.
Come afferma la prefatrice è emblematico il titolo della silloge di Laura Ficco La rinascita della tigre, che indica un processo chiaro di identificare una morte, una trasformazione, una rinascita.
Il tutto da parte di un animale che incarna il simbolo stesso della tenacia, della forza.
La tigre può essere intesa, con ogni probabilità, come una personificazione della stessa autrice o, almeno, del suo modo di vedere e interpretare il mondo.
A livello stilistico incontriamo una forte chiarezza del dettato e un tono narrativo.
La poetica della Ficco si può intendere come neolirica, di una liricità moderna che non indugia mai in autocompiacimenti.
L’aggettivazione è molto frequente e ottima è la tenuta dei versi lunghi.
Le composizioni sono caratterizzate da nitore ed eleganza formale e molto spesso sono suddivisi in strofe compatte.
La raccolta non è scandita e presenta poesie diversificate tra loro per argomenti.
Incontriamo il tema del dolore che può essere quello dei prigionieri in un campo di concentramento durante il nazismo, quello di una madre, o quello di Maria per la crocifissione di Gesù.
A volte nei componimenti si constata una forte ansia nel tendere alla gioia: in L’io riflesso la poeta s’immerge in una natura idilliaca fatta di ruscelli, colli e muschio fresco.
Si raggiunge così in questo componimento una linearità dell’incanto in un afflato che raggiunge quasi accenti idilliaci anche se nell’ultima strofa l’io-poetante si rivolge ad un “tu”, del quale ogni riferimento resta taciuto, dicendogli di avvertire da lui un forte disprezzo.
Un alternarsi di sensazioni costella le poesie di La rinascita della tigre, che esprimono sentimenti contrastanti tra loro, tutti sottesi ad una scrittura avvertita e carica di pathos.
Un addentrarsi nei meandri delle sfaccettature della vita che diviene esercizio di conoscenza.
Anche nelle contingenti più tristi ci si può aprire alla speranza, come la tigre che rinasce, grazie a parole icastiche dette con urgenza in modo raffinato dalla poetessa che da anni pratica con successo la scrittura poetica.
Un esempio del varco salvifico che solo la parola poetica può schiudere.
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Raffaele Piazza
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