venerdì 27 marzo 2020

SEGNALAZIONE VOLUMI = FILIPPO PASSEO

Filippo Passeo – Osmosi---puntoacapo Editrice – Pasturana (AL) – 2020 – pag, 73 - € 12,00

Osmosi, la raccolta di poesie di Filippo Passeo che prendiamo in considerazione in questa sede, presenta una postfazione di Mauro Ferrari esauriente, sensibile, acuta e ricca di acribia.
Il testo non è scandito è per la sua unitarietà contenutistica, formale e semantica potrebbe essere considerato un poemetto.
Il titolo Osmosi metaforicamente sembrerebbe indicare proprio la continuità e la fluidità logica ed estetica tra un componimento e l’altro che porta alla definizione suddetta del volume nella sua totalità.
Una parola sempre detta con urgenza crea tessuti linguistici plastici e imbevuti da una fortissima dose di magia, energia icastica e sospensione.
Cifra essenziale della raccolta pare essere una vena anarchica che incontrovertibilmente emerge come primo dato alla lettura.
E si tratta di una poetica complessa, vista la sua densità sinestesica, ed è opportuno soffermarsi su ogni singolo componimento che diviene un’esauriente fonte carica di senso fortissimo nella sua ipostasi.
Accensioni e spegnimenti subitanei costellano il susseguirsi incandescente delle immagini di ogni singolo testo che sgorgano le une dalle altre acuminate per emozionare il lettore che non può rimanere indifferente davanti alle acrobazie lessicali che Filippo produce senza sforzo apparente nel dipanarsi affabulante dei testi tutti divisi in strofe e intrisi, anche se sembrerebbe un controsenso affermarlo, da un grandissimo nitore, legato al controllo formale.
Poiein luminoso quello del Nostro e anche numinoso attraverso la densissima dose d’ipersegno che si viene a creare.
Non manca il senso di un’accorata vena creaturale che si realizza per esempio nell’incipit di Avolizione: La quarta e ultima piantina del giardino…. giardino che potrebbe essere inteso come giardino segreto, definizione risalente ai poeti romantici tedeschi che sta a indicare la zona più intima della coscienza di ognuno di noi nella quale abbiamo il dovere morale di custodire i nostri segreti da non rivelare a nessuno perché nel mare magnum della vita sono la nostra salvezza.
Nonostante la complessità della materia mai si creano ingorghi semantici e la forma stessa contiene come un inconscio controllato lo sdipanarsi delle emozioni fortissime che sottendono i testi.
Poetica generalmente antilirica e anti elegiaca quella del nostro anche se nei tessuti si aprono squarci bellissimi di lirismo dalla luce abbacinante capaci d’incantare il fortunato lettore.
E la natura, della quale la presenza non manca nei componimenti, che sono sempre raffinati e ben cesellati, è raffigurata in modo condensato e rarefatto e fa da sfondo alla gioia e al dolore nel loro sovrapporsi, che sono i protagonisti del libro nel quale la partita vinta o pareggiata si gioca attraverso lo scavo che l’autore fa con la penna nel mettere in scena, per usare una metafora teatrale, la sua sensibilità a 360
gradi, come se con la penna scavasse in una terra che genera fiori e frutti preziosi con una parola che rigenera.
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Raffaele Piazza

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