Teresa Capezzuto: Particolare – Ed. Genesi – 2019 – pagg. 100 - € 12,00
Il rincorrere frasi e pensieri, ritmi ed assonanze, figure e panorami, sembra scorrere alla velocità incalzante del sussurro :
“Addosso parole mi piombano forte/ sane ferite di lingue sincere/ scherzano – esplodono/ frustano – accarezzano/ scoprono – nascondono/ appestano – profumano/ addolciscono – insaporiscono/ Le parole poetiche/ pezzi di mondo/ concentrano”.
La poetessa cerca con acume il valore della parola poetica, avviando messaggi positivi e perle illuminanti, che a loro volta si alimentano voracemente nella gioia del sopravvivere. Si celebra in questi versi il candore dell’illusione, in quelle forme di sospensione che soltanto la poesia riesce a comunicare, sfrecciando agilmente nelle varie tematiche che affronta pagina dopo pagina.
L’invito a guardare nello specchio il riflesso delle palpebre, il candore della pelle, ripete: “Tira fuori il coraggio/ e mostra i tuoi occhi./ Meglio un abbraccio/ e un bacio coi fiocchi./ Guardami, con un battito di ciglia dritto sul viso/ ora in primo piano, mi dici ti amo./ Quello sguardo sei tu, emozionante e incredibile.”
Ella gioca con i colori per inseguire il ritmo musicale che il pensiero accenna:
“A tinteggiare le forme con/ un azzurro più azzurro del cielo/ un blu più blu del mare/ un rosso più rosso delle fragole/ un verde più verde dei prati/ un giallo più giallo dei limoni/ e così via.” In un caleidoscopico vorticare che avvince e stordisce.
Il rapporto tra natura ed artificio si qualifica nell’ambito di un’appartenenza culturale di notevole spessore, che partecipa elegantemente ai contatti di una solarità contenuta e delicata, rifiutando etichette e recuperando il simbolismo del segno, quel segno che contraddistingue l’interferenza emotiva e si condensa nel testo letterario.
ANTONIO SPAGNUOLO
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