lunedì 20 aprile 2020

SEGNALAZIONE VOLUMI = MICHELA ZANARELLA

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Michela Zanarella : “L’istino altrove” – Ed. Ladolfi – 2019 – pagg. 90 - € 10,00
“E come l’amore ci porta lontani e distanti dal mondo reale- scrive Dacia Maraini nella prefazione- per abbracciare quelle che credi essere o sono davvero le ragioni della nostra vita, così la poesia si concede la libertà di connessioni, digressioni, perdite di senso, perché qui sono le parole che si incontrano, si intrecciano in un gioco spesso senza senso apparente, non ci sono verità, ma solo, appunto, istinto e quando le parole prendono ad avere un senso compiuto è proprio allora che si allontanano di nuovo.” Parole che scorrono fluide e rincorrono il pensiero “da un silenzio a uno sguardo” per rimanere avvolti dalla luce dei sentimenti, anche quando “una stagione accorcia i giorni e cambia il colore alle foglie”.
“Se puoi avvicina l’aria che respiri
alle mie labbra
e fammi strada dentro il tuo corpo
fino a parlare il verbo
delle nuvole e delle stelle.”
L’atto etereo e sublime si avvera anche con il soffio leggero del “verbo”, del “simbolo” che vertiginosamente e senza punto ferire riesce a coagulare il contatto e l’amplesso, nelle figure incandescenti che sfiorano la pelle:
“L’amore che ho per te
fatto di luce e di pazienza
si moltiplica come fa la vita
quando arriva come pioggia improvvisa
a risvegliare l’erba o a riempire i pozzi.”
Il ritmo che la poetessa riesce a scandire con delicatezza si accompagna al battito irrequieto del cuore, in una connessione personale, che parte dal momento quotidiano e giunge alle intemperie dell’immaginario. La memoria incide nel “colore” del “dolore” vissuto nelle pieghe del sogno e della trasgressione, in semplici versi dalla musica in sordina.
La parola “silenzio” è per Michela Zanarella una chiave con la quale interpretare i momenti del vissuto, poesia dopo poesia, perché è proprio il silenzio l’atto capace di redimere, di sospendere, di ascoltare, di immaginare, di accarezzare, di illudere, per quella interruzione, specialmente filosofica, che si propone nella tematica esistenziale, nel suo valore positivo e nella proposizione contemplativa che si oppone all’inganno della realtà.
Anche il tepore dell’amore aleggia come farfalla “che si muove come luce per le stanze illuminate.” E timidamente accarezza la pelle con un alito leggero perché: “Preferisco che l’amore si alzi dal mio corpo / e sia aria calda/ che passa accanto alle cose./ Spero che arrivi anche a te/ in forma di sole o di pioggia/ mentre cammini per strada/ e guardi la vita in movimento.”
Si intreccia in queste poesie il movimento della pulsione, nitida e ben scolpita, con le vertigini del canto, in un tratteggio colorito e immateriale.
ANTONIO SPAGNUOLO

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