venerdì 1 maggio 2020

SEGNALAZIONE VOLUMI = ANTONIO SPAGNUOLO

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ANTONIO SPAGNUOLO: NEWSLETTER DI POESIA
BOMBACARTA-- LETTERA IN VERSI

Poeta che da molto tempo, essendo guidato da un moto istintivo dello spirito, quasi inconsapevolmente, crea, aderendo così alla letteratura italiana di cui è un illustre rappresentante, Antonio Spagnuolo è il poeta del profondo.

Difatti le sue poesie sembrano parlare al nostro animo, con suadenza e convincimento, per riportarci o farci rimanere nel tempo dell’amore. Un amore, il suo, percorso da una tristezza profonda, ma anche da una forza e da uno struggimento notevoli: "E se il dubbio fa cenno / la tua vocale morde le chitarre / trasfigura la luna /contro il delirio dell’evanescenza".

Un amore che fa sì che, quasi interamente, la sua poesia si trasformi in dialogo con la sua Elena, la sua compagna di vita, scomparsa anni fa e caricando così ancora di più la sua liricità di mal di vivere, ma non mutandola assolutamente, poiché essa resta in una proverbiale contrapposizione tra Thanatos ed Eros. "Ho paura delle tue sillabe perdute / tra i versi ancora incerti, che lasceranno una cifra / per comunicare astrazioni, o l’incognita / traccia di una soffice preghiera nei colori. (…) Forse il segnale che insegue modelli / ha teorie d’emozione, ed io ripeto / frantumi delle palpebre in silenzio".

Consunto dal dolore della separazione, Antonio Spagnulo è, perciò, abbandonato alle ondate del vivere in maniera incessante la sua poesia, che rappresenta, per lui, una valvola di sfogo contro gli assediamenti in cui sente costretto il suo animo e regalando, in tal modo, al mondo la sua lirica che si presenta forzata tra il prima, attimo di luce e di tessere armoniose, e il dopo, ansia primordiale del non detto e non fatto che crea melodie irripetibili. "Il silenzio incide giorno dopo giorno / il suo vuoto tra i ricordi / che ingombrano il cervello./ (…) Il silenzio pericolosamente fuori luogo / ha fame di pianti, (…) Così il mistero del dopo lascia i dubbi / al vertiginoso silenzio del presente,/ nel tempo di un miserere".

Anima quindi, che si fa anche desiderio carnale che imposta la sua vocazione di medico avvezzo alla corporalità dell’individuo, in una spazio onirico-esistenziale in cui tutti noi possiamo rispecchiarci e immaginarci. "Profumo di carne nel sortilegio della tua cera, / scolpita con le unghie, per stordire / mentre s’ingorga l’inguine brunito / stringendo anelli e porpore. (…) Anche nei silenzi trovo la rete col segno della fuga, e dei segreti sussurri / l’impossibile carezza della solita illusione".

Antonio Spagnuolo è dunque un poeta dell’incoscio che tende ad esplorare la purezza primordiale e la realtà contaminata dell’essere, in cui le parole sono il sudario e il fuoco sacro per redimere il tempo e per dipanare l’enorme sete di indizi percepiti.

Per concludere. se solo potessi collocarlo ad di là del tempo, lui sarebbe un nume dell’amore, il cardine di armoniose finestre fatte con minuscole tessere di parole, un individuo che scava nell’intimo suo e delle anime fuggenti in una resistente variante del raziocinio imperante, che, piano, è divenuto, in lui, coscienza degli anni, del tempo, della vita,
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Mariolina La Monica

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