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Daniela Raimondi – I Fuochi di Manikàrnica-- puntoacapo Editrice – Pasturana (AL) - 2020 – p.p. 102 - € 15,00
Daniela Raimondi è nata in provincia di Mantova. Ha trascorso più di trent’anni a Londra e ora vive in Sardegna. Ha pubblicato otto libri di poesia e una raccolta antologica in edizione bilingue Selected poems, Gradiva, New York. Ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti a concorsi letterari nazionali, tra i quali il Premio Montale per una silloge inedita, il Premio Sartoli Salis per Opera Prima e i premi Mario Luzi, Guido Gozzano e Caput Gauri per opere inedite. È stata selezionata per rappresentare l’Italia all’European Poetic Tournment a Maribot, Slovenia, dove ha ottenuto il Premio del Pubblico (2012). Il suo primo romanzo L’ultimo canto d’amore, ha ottenuto i premi “Firenze”, “IoSrittore”, “San Domenichino” e Thesaurus”.
I Fuochi di Manikàrnica, la raccolta di poesie della Raimondi che prendiamo in considerazione in questa sede, presenta una prefazione di Emanuele Spano esauriente e ricca di acribia.
Il volume costituisce una selezione di testi che ha come denominatore comune il viaggio: storie di luoghi e di popoli incontrati nella vita, o a volte solo nell’immaginazione dell’autrice. Storie di esplorazioni, di migrazioni, di storia antica e cronaca recente. Storie di speranze che a volte si trasmutano in grandi sofferenze e morte. Storie che ci accomunano tutti, perché:” Facciamo tutti parte di una storia antica, migrazione di venti, correnti oceaniche, semi, canti, popoli e paesi” (J. Haryo).
Si potrebbe aggiungere a quanto suddetto che ontologicamente facciamo tutti parte non solo di una storia antica ma anche di uno stesso cronotopo, lo spazio nel tempo medesimo, e questa sensazione di comune appartenenza geografica nel nostro postmoderno s’intensifica per la presenza dei media che danno l’idea del villaggio globale, oggi più che mai al tempo della pandemia.
Huxley ha scritto un libro intitolato Tutto mondo è paese ma ovviamente anche se tutti gli abitatori della terra sono esseri con un corpo e una mente, l’assunto dello scrittore va preso con cautela a livello antropologico e politico perché il luogo della nascita per ognuno di noi è un fatto fondante nelle nostre vite.
Il discorso sulla diversità delle possibili vite si accresce di senso se consideriamo
il fatto che esistono infinite diversità di stili di vita per i terrestri e ci sono differenze enormi per esempio tra vivere in Svizzera e vivere ad Aleppo, città distrutta nel 2016 da bombardamenti nei quali sono morti moltissimi bambini come scrive Daniela che sente fortemente il tema sociale e nei suoi viaggi ha riflettuto molto su temi storici come quello dei conquistadores che giunti nel territorio degli Inca, se ne impadronirono per l’ignoranza dei popoli autoctoni che videro negli uomini guidati da Pizarro degli esseri soprannaturali. Ma poi in conclusione della poesia su questo tema la Raimondi scrive che i bambini poi furono generati in ventri di marmo e nacquero ciechi e gli Inca persero il loro paradiso.
La forma dei componimenti è connotata da un’esemplare chiarezza e la poetessa domina la sua materia con una scrittura controllata e tutti i componimenti di tipo narrativo e affabulante sono risolti in modo elegante e cristallino nella loro leggerezza e icasticità.
Mappe di viaggi di luoghi e di popoli anche ne non manca una vena introspettiva nella scrittura.
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Raffaele Piazza
Ringrazio Raffaele Piazza per le parole e il tempo dedicato a questo mio ultimo libro, e un grazie ad Antonio Spagnolo per l'ospitalità nel suo sito.
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