Giancarlo Stoccoro – L’intuizione dell’alba-- puntoacapo Editrice – Pasturana (AL) – 2020 – pag. 147 - € 15.00
L’intuizione dell’alba, la raccolta di poesie di Giancarlo Stoccoro che prendiamo in considerazione in questa sede, presenta una prefazione di Ivan Fedeli esauriente e ricca di acribia.
Nel suddetto scritto Fedeli parla di un ritorno ad Ungaretti nella ricerca del Nostro soprattutto nella rivisitazione della parola – luce.
I componimenti poetici sono tutti scabri e icastici, essenziali e densi nella loro notevole compattezza.
Spesso il tono che li permea è didascalico ed epigrammatico come se il poeta puntasse la sua penna – cinepresa sulla realtà circostante traducendola in versi carichi di suggestiva magia e sospensione.
Le stringhe di parole dette con urgenza si avvicendano producendo composizioni raffinate sempre ben dosate e ben cesellate.
Si realizza a tutto tondo il fascino della linearità dell’incanto anche attraverso la piena immersione dell’io-poetante nella natura, natura che costituisce uno dei temi fondamentali del volume ed è detta sempre in modo rarefatto, icastico ed efficace.
Per esempio viene nominato molto spesso il mare, un mare interiorizzato e simbolico.
È frequentissima e fondamentale la presenza di un tu del quale ogni riferimento resta taciutoal quale l’io-poetante si rivolge come se cercasse di trovare nell’interlocutore un’ancora di salvezza.
Tutti i componimenti sono brevi e senza titolo elemento che ne accresce il fascino e la raccolta per la sua unitarietà stilistica e contenutistica potrebbe essere considerata un poemetto.
Il volume è composito e articolato a livello architettonico ed è suddiviso nella parte eponima composta dalle sezioni L’esercizio del mare, Fessure minime e Parole accese e in Il privilegio dei sostantivi, costituito dalle parti Distanze, Ombre di luce ferma e Rima una voce sola.
Cifra essenziale della poetica di Giancarlo pare essere lo stabile inverarsi di una tensione neolirica nei sintagmi nel loro aggregarsi producendo immagini correlate tra loro cariche d’ipersegno e dense di senso.
Colpisce la chiarezza nei dettati, cosa rara nel panorama odierno dominato dagli orfismi e dagli sperimentalismi.
Nelle atmosfere intense che il poeta sa creare si realizza una forte densità metaforica, sinestesica e semantica in poesie che emozionano e illuminano il lettore che affonda nelle pagine.
La forma è sempre equilibrata e ben controllata e questo pare essere uno dei pregi essenziali di questa scrittura che sorprende per le sue accensioni subitanee e per gli spegnimenti.
L’ordine del discorso si risolve in un acuto esercizio di conoscenza e il poeta metaforicamente pare scrivere un diario di bordo del viaggio che è la vita.
Una vena speculativa si realizza nel ripiegarsi dell’io-poetante su sé stesso.
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Raffaele Piazza
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