sabato 19 settembre 2020
SEGNALAZIONE VOLUMI = FELICE SERINO
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Felice Serino – Dell’indicibile 2019---Edito in proprio – 2020
Felice Serino, nato a Pozzuoli nel 1941 e residente a Torino, autodidatta, è un poeta che ha ottenuto numerosi consensi critici e che ha vinto molti premi letterari. Ha pubblicato diverse raccolte di poesia da dio boomerang del 1978 a Quell’onda che ti tiene lieve, 2019.
Dell’indicibile, la raccolta del Nostro, che prendiamo in considerazione in questa sede, è preceduta da una presentazione di Giuseppe Vetromile esauriente e ricca di acribia.
Già a partire dal titolo del volume ci rendiamo conto che Serino è ben conscio dell’importanza della poesia come fatto in sé salvifico e utile per una vera redenzione del poeta che può essere redenzione anche per il lettore.
Se la poesia è sempre metafisica attraverso l’ipersegno qui il poeta si rende conto che la forza portante del poiein di ogni autore e in primo caso del suo lavoro, il suo fare poesia, consiste nel dire l’indicibile e a questo proposito vengono in mente l’estasi e il sogno stesso, elemento che per molti artisti non solo poeti è fonte d’ispirazione profonda se è vero come affermava Maria Luisa Spaziani che la poesia è il genere letterario più alto.
Indicibile significa grandissimo, eccezionale, indescrivibile, straordinario e insolitamente grave e profondo e sembra che Felice, poeta mistico ed esistenziale, con questa raccolta raggiunga la più alta maturità espressiva senza mutare la forma in modo notevole ma mantenendosi in continuum con le precedenti prove.
Il senso del mistero perdura in questo libro quando sono detti gli angeli e i morti con i quali il poeta dice di avere un rapporto empatico in una bellissima composizione e si percepisce il senso del sacro anche quando Serino non nomina cose religiose ma si mantiene in una dimensione di quotidianità nella quale ritrovare costantemente il vero senso della vita, un filo che tenga per sopravvivere anche nel tempo della pandemia.
E anche il tema sociale – politico è affrontato nell’invettiva contro gli scafisti che speculano sui migranti, tematica attualissima.
Serino è conscio che la poesia sia, per usare una metafora, il negativo fotografico della fotografia che è la vita stessa, il precipitato chimico delle nostre esistenze, quindi la poesia è fondante nella vita per arrivare ad un’eterna adolescenza della parola stessa per un ringiovanimento che non è solo della mente ma anche del corpo.
Versi scabri non definibili neo lirici tout-court anche se ci sono a volte accensioni e spegnimenti che s’inverano nella linearità dell’incanto.
La raccolta non è scandita e può essere considerata vagamente un poemetto e la dizione è luminosa, ben cesellata e raffinata, elementi costanti nelle prove del Nostro che a volte raggiunge toni neo orfici.
Se la vita è questa non è tanto l’uscita religiosa l’ancora di salvezza (pur essendoci una splendida composizione sul Cristo), quanto proprio l’indicibilità stessa
che diviene categoria fondante per uscire dalle angustie e dalle frustrazioni del tran – tran quotidiano e da quello di un’esistenza che metterebbe in scacco.
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Raffaele Piazza
Ringrazio di cuore lo stimato amico Antonio Spagnuolo per aver ospitato la recensione sul suo blog.
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