giovedì 29 ottobre 2020

SEGNALAZIONE VOLUMI = GIUSEPPINA BIONDO


Giuseppina Biondo – La contadina---puntoacapo Editrice – Pasturana (AL) – pag. 77 - € 12,00
La contadina, la raccolta di poesie di Giuseppina Biondo, che prendiamo in considerazione in questa sede, presenta una prefazione di Giuseppe Conte acutissima, sensibile e ricca di acribia. Il volume è scandito in Parte I – Amore (1-12) e Parte II Metamorfosi e distrazioni.
Cifra essenziale della poetica della Biondo è quella di un poiein che ha il realistico pregio della chiarezza pur essendo sotteso ad una complessità del linguaggio nel ripiegarsi della poetessa su sé stessa con un discorso esistenziale che spesso si apre anche all’altro nel lanciare messaggi soprattutto nella prima sezione ad un interlocutore che non risponde, presumibilmente l’amato, del quale si leggono pochi riferimenti e del resto nella suddetta nitidezza si nota una matrice neolirica nella parola avvertita e perfettamente controllata a livello delle emozioni che pure sono fortissime e totalizzanti. Scrive il prefatore che come tutti i veri poeti, Giuseppina Biondo rimane un mistero a noi e a sé stesa; una figura mitologica, un enigma che nessun Edipo sa risolvere, neppure un Edipo attuale capace di algoritmi e di ogni astuzia tecnologica. L’enigma di cui parla Conte si realizza proprio nei tessuti verbali unici che la Biondo sa realizzare che hanno un’impronta inconfondibile sottesa ad una scaltrita coscienza letteraria. La prima parte può considerarsi un poemetto, un canzoniere amoroso nel quale il sublime sentimento per l’amato dalla realtà fisica e psicologica viene tradotto in parola e se è vero che l’amore fa soffrire è vero che può essere una fonte di indicibile gioia conoscendosi e conoscendo l’altro per migliorare, appunto, la capacità d’amare che è un’arte in sé stessa e la poesia nell’essere praticata è strettamente connessa all’ars amandi e serve a migliorarla nella relazione con la persona amata. Un amore, quello detto con urgenza, grazia e anche sensualità da Giuseppina ci fa provare sensazioni che tutti noi abbiamo provato e che solo la poesia può esprimere nel loro diventare globalizzanti. La seconda parte si apre con lo splendido poemetto eponimo La contadina che come scrive Conte è centrale nella raccolta. È un poemetto che produce nella ripetizione di strofe effetti di malia e magia nella sua melodia incantatoria. È giocato su due piani paralleli: il primo è quello dell’effusione dell’io – poetante che iterativamente si vede essere inseguito da una pantera sul punto di saltare nel vuoto: quindi è una raffigurazione tragica un’immagine icastica soggetta al peggio possibile ma è notorio che dopo che l’ansia dopo essersi specchiata sul fondo che coincide con l’inconscio svanisce risalendo e trova il suo sollievo. Ma poi nell’intervallarsi delle strofe entra in scena la contadina che per la sua umiltà e per il carattere empatico che la lega alla terra e alla natura in generale in una fusione ontologica diviene simbolo e metafora di una possibile salvezza. Se Giuseppina è una persona coltissima e intelligentissima, cosa che soprattutto per una poetessa porta all’ipersensibilità, la contadina, presumibilmente felice nel suo microcosmo di pascoliana memoria è detta per una funzione catartica e palingenetica nella vita che è degna di essere vissuta, una vita parallela per la Biondo.
*** Raffaele Piazza

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