mercoledì 14 ottobre 2020
SEGNALAZIONE VOLUMI = VALERIA SEROFILLI
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Scritto critico sulla sezione terza Luziane e sulla sezione quarta Paganelliane della raccolta di poesie Taranta d’inchiostro di Valeria Serofilli. Oèdipus – Salerno – 2020 – pag. 80.****************************************
Come scrive Floriano Romboli nella prefazione intitolata Il vario e sofferto lavoro del ragno la più recente raccolta di versi di Valeria Serofilli, Taranta d’inchiostro, è contraddistinta da un notevole equilibrio formale – stilistico e dall’indubbia coesione strutturale dei testi.
Essendomi già occupato in sede critica del presente libro nella versione inedita mi soffermo qui sulle sezioni Luziane e Paganelliane, aggiunte dall’autrice nella versione edita definitiva, che è quella che prendiamo in considerazione in questa sede, frutto dell’attenta coscienza letteraria della poetessa che ha realizzato un riuscitissimo assemblaggio delle varie parti.
Il volume presenta anche una postfazione di Antonio Spagnuolo intensa e ricca di acribia. nella quale è detto che nel vertiginoso rincorrere colori anche il poeta potrebbe raggiungere l’arcobaleno che misterioso quando appare propone capricciosamente la musica del tocco, per spirali e girandole impazzite, quasi inconsistenza rivelata in poco tempo.
Entrando nel merito della sezione Luziane si deve mettere in evidenza che è molto essenziale essendo composta da quattro componimenti brevi e concentratissimi e, come riportato in un breve brano iniziale di Giuseppe Panella, l’insegnamento poetico dello stesso Luzi ha inciso molto su Valeria Serofilli e lo si vede bene nei suoi libri, ma è ovvio che la poetessa conservi una notevole originalità.
La Serofilli gioca magistralmente con le parole producendo una fortissima densità semantica, metaforica e sinestesica con effetti di ridondanza e straniamento veramente notevoli che determinano una forte dose d’ipersegno.
Come quella di Mario Luzi quella di Valeria è una poetica ontologica che va alle radici dell’essere e dell’esserci anche se il poeta toscano in questo senso ha raggiunto esiti più estremi.
C’è anche da mettere in rilievo che Luzi nelle sue raccolte è più monotematico di Valeria che se scrive poesie concettuali e filosofiche tocca anche il tema dell’amore con il suo eros e il suo pathos in maniera molto raffinata e non mancano componimenti sempre molto sentiti dedicati alla madre e al figlio.
Per sua significazione, la prima poesia della scansione, può essere definita una vera e propria dichiarazione di poetica tutta connessa alla partita tra detto e non detto quando è pronunciata la non parola che chiese al Poeta e si fece Poesia e significanza e qui c’è da notare la lettera maiuscola per i due vocaboli che sta ad indicare il valore alto e quasi sacrale dell’atto poetico stesso.
Per quanto riguarda la sezione ispirata all’opera poetica di G. Luigi Paganelli bisogna affermare che è strutturata in quattro poesie armoniche che sembrerebbero essere state redatte all’insegna dell’ottimismo e non a caso inizialmente è citato il verso dello stesso poeta Nacqui alla torrida felicità.
In Siamo figli del limbo il tema è quello della nascita che sottende il mistero della vita stessa. Anche se non c’è soluzione perché la vita umana comporta la morte il
gettarsi nella cristiana ressa con l’atto della nascita stessa si può risolvere in felicità torride anche se irrisolte.
Qualcosa di ludico anima questi componimenti e in Sarà domani un altro risveglio il risveglio stesso è previsto all’insegna della speranza perché si vedranno cedri dai terrazzi e si sarà destati da un inebriante profumo di zagare; molto bella qui nella seconda strofa la raffigurazione di una luce bianca di wagneriana memoria che entrerà tra le lenzuola quando il corpo/ conchiglia dell’amato accoglierà l’io-poetante come una perla.
Anche il tema del male è detto dall’autrice in Credo non veri dove le false credenze divengono atti imbrigliati in concentrici cerchi.
Parola unica, icastica e sapiente.***********************************
Raffaele Piazza
Ringrazio Raffaele Piazza per questa sua sapiente panoramica in cui mi sono riconosciuta e naturalmente Antonio Spagnuolo, già curatore della postfazione al volume, per la sempre gradita ospitalità.
RispondiEliminaRingrazio Raffaele Piazza per la disanima. Al rigo 37 (partendo dall'alto, escluso il titolo) trovo però un "ed" al posto del "ma" della frase del prof.Panella, in cui penso risieda tutta la sostanza del commento del professore. La frase completa riportata ad esergo della terza sezione, intitolata appunto Luziane, è infatti: "L' insegnamento poetico di Luzi ha inciso molto su di te, cara Valeria e lo si vede bene nei tuoi scritti, MA è ovvio che tu conservi una notevole originalità."
EliminaCon tutta la riconoscenza per un modello che per me è stato un significativo punto di orientamento, ritengo infatti che un autore, dopo un primo confronto debba trovare un percorso personale in cui sia avvenuta l'interiorizzazione e l'attualizzazione del modello ispiratore nell'ambito di una propria espressione autonoma.Per quanto riguarda la suddivisione del libro in sezioni, come ebbe modo di scrivere Gian Mario Lucini,nell accurato lavoro critico dedicato ad un mio precedente volume, non sono una poetessa tematica, ossia non costruisco la raccolta intorno ad un unico tema come fanno molti poeti oggi.Ogni poesia è dunque un momento autonomo e da qui nasce l'esigenza di dividere la raccolta in numerose sezioni per contro ben costruite, formando una breve silloge che riguarda uno specifico tema( GM. Lucini, "Amalgama" ne I Quaderni di Poiein, monografie di poeti contemporanei, puntoacapo 2010). Ciò detto, ancora un sentito grazie a Raffaele Piazza e per l'ospitalità ad Antonio Spagnuolo, già curatore della postfazione al volume.