venerdì 27 novembre 2020
SEGNALAZIONE VOLUMI = VINCENZO GUARRACINO
***AA. VV. “Il fiore delle lacrime” a cura di Vincenzo Guarracino – Ed. Puntoacapo – 2020 – pagg. 252 - € 25,00 ----
“Si Deus est, unde malum? Et si non est, unde bonum?” – “Se Dio esiste, da dove deriva il male? E se non esiste da dove viene il bene?” : è una domanda, questa di Boezio del “De consolatione philosophiae”, contro cui da sempre l’uomo si ribella e che sicuramente ancora ci interpella. - Ecco l’incipit che Vincenzo Guarracino firma nella prefazione a questo volumone, che raccoglie circa centocinquanta componimenti poetici di altrettanti poeti, che fluttuano nell’agitato mare dei versi. Uno scandaglio pacatamente proposto, con certosina capacità di scelte, per tentare una mappa della poesia italiana di oggi, sempre più affollata di adepti e sempre più ondeggiante tra la ricerca del nuovo e la premura del valevole. Un rovistare tra quelle composizioni che cercano di proporre il lenimento, o almeno il sussurro, capace di alleviare il “dolore”, capace di elevarsi da quell’immenso alveo che tradisce la quotidianità di chi perde energie interrogative. Un centellinare tra quelle composizioni che hanno saputo intagliare istantanee luminose e dotate di una limpida lucentezza propria.
La poesia insegue continuamente diversificazioni, alla conquista di un segno che frammentandosi nello scontro dell’illusione sia capace di ricamare le strutture cromatiche di un diario. Non poche infatti sono le liriche caratterizzate da un empito vertiginosamente avvinto dal timore di thanatos, o impegnate nella metafora del dolore elevando il grido disperato agli dei, o apparentemente abbandonate all’invocazione di un effetto terapeutico che cancelli l’amarezza, o intrise da una drammaticità melodica alla scoperta del segno lustrale.
La maestria di Vincenzo Guarracino si palesa in questa sua operazione ammirando i commenti che egli ricuce come “cappelletto” ad ogni singola poesia , pagina dopo pagina, in un rincorrersi di “annotazioni” che rendono la lettura particolarmente luminosa e colorata. Note ricche di quella acribia che soltanto un cultore tenace e persistente riesce a definire e circoscrivere.
Moltissime le presenze. Da Leopoldo Attolico a Ugo Piscopo, da Luigi Cannillo a Gabriella Sica, da Fabio Dainotti a Guido Oldani, da Leone D’Ambrosio a Ivo Mugnaini, da Ivan Fedeli a Elio Grasso, da Lucetta Frisa a Evaristo Seghetta per citarne soltanto alcuni. Le assenze credo che siano invece da addebitarsi alla mancata adesione di alcuni autori al tema prescelto e suggerito per l’antologia. Nella dotta postfazione Carlo Di Legge pone in evidenza il pianto al quale Priamo cede nell’invocazione che rivolge ad Achille, uccisore di Ettore e scrive: “Il passo omerico ,come tanti altri, offre l’occasione per vedere come il pianto non solo esprima, ma anche trasmetta l’emozione e possa generare altro pianto, nell’interlocutore, o quello degli astanti, o per lo meno possa suscitare in essi la corrispondente emozione…”
L’antologia che Guarracino ha realizzato è dunque un viaggio ricchissimo attraverso una sorta di fisiologia del canto, che cerca le proprie ragioni in una instancabile ricerca filosofica, un empito di meditazione, che nasce dalla corrosione dell’accoramento che ciascuno di noi incontra durante la propria esistenza.
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ANTONIO SPAGNUOLO
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