giovedì 10 dicembre 2020

SEGNALAZIONE VOLUMI = LUCIO ZANIBONI


***Lucio Zaniboni : “Il tempo e l’eterno” – Ed. Giuseppe Laterza- 2021 – pagg. 106 - € 15,00-
Un titolo così impegnativo predispone il lettore ad un momento di riflessione o almeno ad una pausa dalle pre/occupazioni quotidiane che mantengono quasi sempre sulla corda della frettolosità e della non curanza ai problemi filosofici. Un semplice invito alla meditazione o anche una delicata carezza al vertiginoso proporsi dei versi.
“Finiamola di stringere i denti/ come cavalli al morso” scrive Lucio Zaniboni immerso nella visone di pascoli verdi, di un fiume che scorre lento, di un cielo azzurro, così come “La canna segue il moto/ dell’acqua/ e il girasole/ segue l’astro in cielo.”
Il poeta scandaglia le sue profonde emozioni e cerca di indagare tra le parti oscure dell’individuo anelante. Traspare nella sua emozione il sotterraneo celarsi di quegli ardori che rendono improvvise le sensazioni esistenziali, fra il tema della morte, che non lascia speranze se non come condanna finale, ed il tema dell’amore , inteso come sentimento finemente condiviso. E’ l’anima che conquista parole e pensieri per esprimersi nello scandire delle ore, verso il tocco finale di un Dio che potrebbe tutto ammantare. Un poemetto che si distingue per coralità e per l’accenno a preghiera, sussurrata quasi nella penombra. Ciò è l’indice di una concezione onnicomprensiva della realtà, di una visione, e introspezione insieme, dell’essere nella sua totalità, nella sua pienezza vitale: cosa che equivale ad un atteggiamento speculativo, in cui il soggetto e l’oggetto, il sé e l’altro da sé, sono un binomio interattivo, costituiscono una sola entità, una sola essenza per cantare gli scatti che la fantasia poetica riesce a conquistare.
“E venne un uomo./ Diede luce ai reietti,/ libertà ai soggetti,/ amore a cuori spenti./ Compresero in molti/ che era il Figlio di Dio” – Dalla preghiera al colore: “Le nostre frenesie,/ i nostri sogni/ li vediamo a volte/ bolle di sapone./ Iridescenti al sole.” E ancora “Il tic tac dell’orologio/ lacera le budella./ Il tempo è una iena/ in attesa/ di pascere carogne.” Il risultato ritrova lo smarrimento del poeta intervistato nella sua schiettezza liricamente vissuta, per una poesia fluida, densa, ammiccante i cui legami abbracciano gli abbrivi positivi di un elemento in continua ricerca.
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ANTONIO SPAGNUOLO

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