lunedì 14 dicembre 2020

SEGNALAZIONE VOLUMI = MIRELLA CRAPANZANO


***Mirella Crapanzano :”La fragilità del bruco” Ed. Macabor – 2020 – pagg. 64
“…incespico sugli attimi/ che afferro se brillo d’emozione/ se appoggio il pensiero a un volo”
Registra in una poesia d’incipit, e sussurra quasi ad avvertire il lettore che il palpito dei sentimenti è perennemente sospeso ad un alito di vento che può vertiginosamente capovolgere ogni illusione. Non disperde l’attimo che dalla vita fugge senza interruzione, passo dopo passo, nel rigoglioso luccichio che il giorno propone ad ogni vivente, e ricamando i versi con ininterrotto sussulto delle armonie cerca di mantenere ben salda la passione che sostiene.
Alcuni passaggi lirici sono dei veri e propri acquerelli policromatici, dove i colori si alternano tra il raggio opale della luna e le linee morbide delle colline, fra la trasparenza dell’acqua lacustre e il volo di una libellula, tra la solitudine del pescatore e il passo cadenzato che si spegne, tra le crepe del muro un esercizio selvaggio e le parole che non sanno fissare un margine. Poesia che si stempera con maestria tra le figure tratteggiate, tra il ripetersi del pensiero, tra le metafore che abbagliano.
“L’osservazione della realtà circostante,- scrive Franca Alaimo in prefazione- da cui si origina ogni testo della raccolta, viene dilatata fino a comprendere la vastità plurisimbolica di ogni elemento che immette il lettore in una sorta di spazio sacro, in cui piante, animali, acque, terra e cieli sono allo stesso tempo concreti e spirituali; quasi che essi iscrivano nello spazio e nel tempo “una danza ipnotica che scorre sulle punte/ ruota come i dervisci spiega l’amore”.
L’universo immaginario viene dominato dalle pulsioni, in una delicata compensazione tra le tensioni del quotidiano ed i fantasmi degli scenari visivi, quasi capace di trasformare il sovraccarico dell’invasivo in una vertigine esistenziale che sospinge verso il salvifico. In privato ella scrive: “È un libro frutto della mia ricerca spirituale nell' avvicinarmi all'essenza delle cose, all'amore quindi, attraverso il mutamento delle abitudini, la riconquista di arti, segni, sensi e linguaggi che possano innamorarci della vita in tutte le sue declinazioni e forme.” Derivare quindi l’accento del ritmo dalle intime vertigini che coinvolgono il sub conscio, quando interroga le proiezioni della realtà che ci circonda, e fornisce percezioni ed incitamenti che provengono dal mondo esterno, e distacca i coaguli dell’immaginario in una logica che sembra razionale, ma che ha le particolari sintonie dell’irrisolto. Scrittura che si offre nelle sue variabili combinazioni strutturali, tra un verso che accenna all’endecasillabo ed un tocco saltellante, musicalmente orecchiabile, nella quale l’autrice rispecchia un processo di elaborazione che investe l’archetipo e raggiunge il flusso continuo delle agglutinazioni. Un fluire inaspettato del tempo che corrode tutto ciò che ci appartiene, ma in contemporanea l’attesa di un’illusione quasi mistica, o contemplativa, che cinga di metafisico per rigenerare i sentimenti.
“tra le foglie il passo cadenzato che si spegne/ piano dove finisce il giorno la compostezza/ di un addio che scivola lento come una carezza.” L’avvio che scioglie l’inevitabile dissolversi del tocco, che potrebbe rimanere assolutamente invisibile , ma che non sarà mai assente, se si affida alla sorte o al declino dello stupore.
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ANTONIO SPAGNUOLO

1 commento:

  1. Un grazie specialissimo ad Antonio Spagnuolo per questa disamina al mio libro, sono davvero onorata e felice di tanta attenzione.

    Mirella Crapanzano

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