lunedì 11 gennaio 2021
SELEZIONE DA VOLUME
***Francesca Lo Bue – Poesie pubblicate nel libro di poesia Poeti nelle lingue del mondo a Roma – Roma 2020***
Francesca Lo Bue è nata a Lercara Friddi (PA); ha curato diversi studi letterari sia in italiano che in lingua spagnola; ha pubblicato una raccolta di poesie in lingua spagnola, 2009 e il romanzo di viaggio Pedro Marciano, 2009 oltre alle raccolte di poesia Il libro errante, Moiras e I canti del pilota e Albero di Alfabeti.
Quelle che esaminiamo sono sette poesie numerate della Lo Bue che presentano la traduzione a fronte in spagnolo. della stessa autrice. Questi componimenti rappresentano un alto esito della personalissima ricerca letteraria della poeta che di volume in volume segue una poetica neolirica nel suo naturalismo, poetica che parte dal dato empirico che è il punto di partenza per un poiein che diviene intellettualistico e riflessivo e che è costellato da fulminee accensioni neo – orfiche e da un’incontrovertibile visionarietà.
Prevale una connotazione ontologica e si tratta essenzialmente dell’interrogarsi in versi sui massimi sistemi in un percorso che dalle immagini raffinate e ben cesellate arriva alle domande sull’essere e sull’esserci sotto specie umana, per dirla con Mario Luzi.
Quanto suddetto si esemplifica nei versi prelevati da Scienza oscura: - “Cos’è il sole di ogni alba? Cos’è l’acqua del torrente e la freschezza della fonte? Che cos’è il creato in consistenza?
Uno scavare per usare un’espressione di Seamus Heaney, uno scendere in profondità nei meandri dell’inconscio il cui precipitato si fa sostanza poetica multiforme e affascinante pervasa da un’armonica bellezza per la quale le raffigurazioni emergono le une dalle altre è la cifra distintiva essenziale di questa scrittura.
Fondante nella poetica dell’autrice è il tema della natura che, attraverso la nominazione di varie specie animali e vegetali, diviene espressione del creato e dell’universo, attraverso i correlativi oggettivi che si fanno simbolo.
In Il pellegrino dell’alba l’io – poetante s’interroga sulla sua funzione terrena: - “Che portai? Che ho portato da sempre da lontano sconosciuto unico? Un essere passione e pianto?
Del resto la vita è un viaggio, un pellegrinaggio, e il pellegrino detto con urgenza dalla Lo Bue potrebbe essere ognuno di noi trasfigurato attraverso il varco salvifico che solo la parola poetica può aprire.
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Raffaele Piazza
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