giovedì 25 marzo 2021

SEGNALAZIONE VOLUMI = BARBARA CALCINELLI


***Barbara Calcinelli – 2 vicoli in anticipo sulla felicità----puntoacapo Editrice – Pasturana (AL) - 2020 – pag. 73 - € 10,00***
Il volume presenta una prefazione di Ivan Fedeli sensibile, acuta e ben centrata nel suo evidenziare la cifra distintiva del testo.
Come scrive il poeta e critico l’aggettivo dolce, così abusato, apparentemente banale, vale per identificare la raccolta di Barbara Calcinelli 2 vicoli in attesa della felicità, una dolcezza inquieta, mai data del tutto che, terribilmente cerca di smussare gli angoli di una realtà mossa. ombrosa.
Ma, possiamo aggiungere, considerando la natura del titolo del libro improntata all’ottimismo, l’intento della dolcezza stessa può realizzarsi nella vita che non è poesia, poesia che è una proiezione della vita stessa, perché i due vicoli detti con urgenza, potrebbero simboleggiare metaforicamente due solitudini che da parallele s’incontrano a significare due che si amano o il rapporto che da solipsistico per l’individuo con sé stesso si apre in generale all’alterità.
La dolcezza stessa nel nostro liquido postmoderno, attualmente segnato dalle stigmate della pandemia, diviene una categoria utile alla redenzione per i superstiti dal morbo che tutti noi vorremmo essere e si proietta nella gioia futura di un tempo di rinnovata salute per il pianeta terra e per i suoi abitanti in una ritrovata armonia in un mondo da riabitare poeticamente non solo dai poeti.
La raccolta non è scandita e per la sua compattezza e unitarietà potrebbe essere considerata un poemetto.
La metafora del balcone, già cara ad Antonella Anedda, viene in questi versi riproposta e il balcone, che è anche quello dell’anima, diviene per la poetessa l’esatto punto in cui ogni cosa può ancora accadere e ogni luce sparire. Il balcone come sipario spalancato sul mondo anche se si è con le spalle al muro e l’accadimento avviene in una sera che potremmo dire di foscoliana memoria, una sera che viene cara quando viene l’ora dei bilanci e degli inventari della vita in una quiete infinita in un nulla dal quale leopardianamente emerge una parvenza di essere nel naufragare nell’infinito.
Da notare che l’io-poetante è fortemente autocentrato nel suo effondersi in maniera neo lirica venata da orfismi leggeri. Tutte le poesie è il caso di dirlo decollano dolcemente sulla pagina per planare soavemente nelle chiuse e a livello formale la tenuta del controllo dei versi è incontrovertibile.
A volte la poesia si ripiega su sé stessa come in Ali di carta dove è scritto che sono sempre battaglie di carta sul lato sbagliato del foglio cancellate da bozze, da fatti e concetti.
Una parola quella della Calcinelli che scava come una vanga nella terra dell’essere per arrivare tramite i versi, con gli oggetti che si fanno correlativi oggettivi, a cogliere l’essenza dell’essere sotto specie umana se non si può sapere se ci sono verità da proteggere in una tensione simile a quella dei filosofi greci presocratici alla ricerca, se mai può raggiungere il suo scopo, della cosa in sé.
Nella poetica della Calcinelli la parola si fa anche viatico di una confessione intima che porta ad una catarsi attraverso una vita in versi e non in versi.
E c’è un tu al quale la poetessa si rivolge in modo accorato dicendogli che affine al cielo più prossimo a Dio custodisce di nenia i lati belli di un sorriso che materno addormenta realizzandosi in una dimensione presumibilmente di idillio amoroso in poesia la salvezza se in poesia tutto è presunto.
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Raffaele Piazza

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