martedì 4 maggio 2021
SEGNALAZIONE VOLUMI = LAURA PIERDICCHI
**Laura Pierdicchi: “Il portale” – ed. Biblioteca dei leoni – 2021 – pagg. 78 -€ 10,00
“Tutto si perde nel nulla / da dove è iniziato / e dove andrà a finire.” Scorrere ininterrotto di un pensiero filosofico degno della grande scuola, con la quale accingerci ad interrogare le smisurate aperture dell’ignoto che ci avvolge quotidianamente.
Percorso da compiere con flemma ed attenzione, pagina dopo pagina, perché la poesia è in questa stesura un continuo arricchimento, pregna com’è di scambi con il sub conscio che suggerisce una pluralità di esperienze, di sospensioni, di illuminazioni.
“In Portale appare un’illuminazione che trascende amarezze, tormenti, dolore e diventa forte voce di rinascita o consapevolezza che la vita debba essere accettata anche attraverso la sua durezza e che c’è una speranza superiore a cui affidarsi, anche se non ancora rivelata. – scrive Pino Bonanno in prefazione - La poesia in Portale, attraverso l’illuminazione che induce, aspira a dar voce a conflitti eterni, al mistero, ad esplorare certezze ed approdi: sentire il tempo, l’effimero in relazione con l’eterno, la tensione esistenziale, il doloroso cammino per superare la dimensione terrestre e dare lenimento alla propria sofferenza.”
Terzine che incidono in un abbraccio accogliente, lasciando libere le ali per una impennata verso il mistero. E l’afflato inquieto si immerge in una sorta di ricerca di un possibile equilibrio tra l’essere e il non essere, tra pathos e thanatos, con il ritmo incalzante del verso, quasi sempre senza un metro fisso
“Il primo atto della nostra scena/ dà spazio alla finzione.” Nell’urgenza improvvisa di inventare un luogo ove ascoltare le voci di dentro, ove nessun segreto rimanga incompreso, ove ogni curva riesce a cambiare il sentiero tortuoso in un tragitto di meraviglie, emozioni, tessuti preziosi.
“Sono una corda tesa/ di uno strumento musicale-/ imparo un suono nuovo/ un ritmo che trabocca- si spezza/ e confluisce/ nell’oceano della memoria.”
La visione della nostra possibilità sensoriale si aggancia alle circonvoluzioni del tempo, che si inceppa nella memoria e dalla memoria attinge quell’alito che dal proprio intimo dilata nell’ignoto.
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ANTONIO SPAGNUOLO
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