lunedì 21 febbraio 2022
SEGNALAZIONE VOLUMI = BERNARDO ROSSI
**Bernardo Rossi: “Poemetti” Ed. L’undicesima copia – 2022 – pagg. 132 - € 10,00
Nella collana di poesia “Gli attuali” diretta proprio da Bernardo Rossi appare con elegante manifattura editoriale un volume che presenta notevole gradevole pegno di trasmissibilità. Sono poemetti composti nell’arco molto ampio di tempo, che tocca la gioventù del poeta e propone un attraversamento negli anni e quindi nella memoria. Sei capitoli ben centrati e intitolati “Giacomo Ferrara”, “Vari amori lontani”, “Poemetto del santo imbroglione”, “Poemetto del borgo nativo”, “Pellegrino Rossi”, “Poemetto sugli amici”. Un viaggio che diviene discorso, che realizza un ventaglio di avvenimenti e di sospensioni che rendono la lettura accattivante e coinvolgente. Il sussurro che la poesia propone è un tocco levigato e plasmabile, un ricamo delle tematiche esistenziali che possono intrecciare azioni e pensieri, metafore e bocconi amari, disorientamenti e sospetti, vittorie e illusioni, incontri contagiosi e preghiere luminose, amori consunti e mutamenti indefinibili.
Un segno a parte merita il “Poemetto del santo imbroglione” che – come scrive Bernardo Rossi nell’introduzione – cerca di affrontare un argomento che si porta dietro sin dall’infanzia: il rapporto Fede/Ragione: “io cerco di essere credente, ma la paura della morte mi blocca, cioè la Ragione mi induce a pensare che dopo questa vita non ci sarà più nulla, ma nello stesso tempo cerco con la Fede di allontanare questo pensiero. E’ una lotta che credo interminabile, che si svolge tutta nel mio animo.”
“Chi sono io? Una luce opaca/ che non avrebbe mai visto,/ ascoltato, toccato, odorato/ e assaggiato l’universo.”
Chiarezza a livello concettuale , senza alcun fraintendimento, per imprimere una musica ritmata in pagine che fanno della poesia il colloquio necessario fra sentimenti e tensioni dell’ inconscio, divincolando lo spirito umano dagli aspetti più inquietanti di questo tempo convulso e faticoso in cui stiamo precipitando quotidianamente.
Bernardo Rossi estende l’azzardo della parola in una pluralità ricognitiva, alla ricerca di meravigliose equivalenze sempre al di fuori della complicanza dei nessi.
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ANTONIO SPAGNUOLO
Un turbinio travolgente di sentimenti, pittoriche descrizioni dell'immediato, cadenze e ritmi che ti bloccano il fiato e poi dolcezza, amore delicato e forte, profonde introspezioni e calme riflessioni, da una Cavalcata di Wagner e un Peer Gynt di Grieg fino ad un Imperatore di Beethoven o ad un Danubio di Strauss.
RispondiEliminaHo divorato ed assaggiato. Ho spiluccato ed assaporato.
Grazie, Bernardo.
Ringrazio il dottore e grande poeta e uomo di un'amante unica.
RispondiEliminaLo ringrazio anche di aver citata la collana "Gli Attuli" da me diretta, ed edita da "L'undicesima copia" di Demetrio Salvi, in essa pubblicherò poeti di prospettiva e poeti già affermati, specie del Sud, soffocati dal monopolio editoriale delle grandi case editrici nordiche. (Un ringraziamento particolare al fraterno Antonio Marocco)
Dici "Umanità" unica
RispondiEliminaEra il tempo della paizza, magari Margherita, che Paolo Antoni aveva successo e tutti facevamo tentataivi di parlare pozzolano che non so se si dice, insomma il dialetto di Pozzuoli... E poi i papaveri, quando spuntavano tra le rotaie ci avviava o alla fine dell'anno scolastico, scrutini esami etc. E la Puppo, LA professoressa di matematica come te la immaginavi, anziana, incazzata, non tollera a trasgressioni linguistiche. Questo per dire a a prima lettura i Poemetti mettono in scena non un ricordo ma una resurrezione del passato che si ripresenta come presente vivente. Anche perché io mi laureai a Napoli nel tempo d'Agostin'o pazzo che tutte le sere sfida a in moto la polizia a Mezzocannone, per dire la resurrezione del passato che provoca la poesia di Bernardo Dino Rossi. Ad Aprilia ci accoglieva o i cani randagi di mattina presto... Gozzano non è più un rifugio ma ci da'na mano come il metano,.... Perché i poeti nel tempo della cancellazione? A me, BDR infine mi fa venire in mente che Heidegger è un usurpatore di Vico
RispondiEliminaMi ero dimenticato - Rodolfo Granafei
RispondiEliminaAprilia era tu ed Antoni Marocco, e ad Aprile i papaveri rossi
RispondiEliminaAntonio
RispondiEliminaE se vuoi i nostri Collegi dei docenti, in cui scrivevamo poesie, e ci volevamo bene sempre di più
RispondiElimina"LA seduta è stolta" e le poesie mandate "per competenza"....
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