lunedì 4 aprile 2022

SEGNALAZIONE VOLUMI = GIORGIO MOIO


**Giorgio Moio - Contrappunti variabili (Poesie con dediche 1986 - 2019)-Bertoni Editore – Perugia – 2020 – pag. 139 - € 16.00
La raccolta di poesie Contrappunti variabili di Giorgio Moio è introdotta da una postilla dell’autore stesso, scritto utile per il lettore per addentrarsi nella comprensione della poetica di Moio e delle ragioni sottese all’esigenza della forma della sua scrittura che si esprime con opere verbovisuali.
Nella suddetta nota scrive il Nostro che il presente volume racchiude quasi tutti i suoi testi dedicati ai suoi cari, ad eventi e situazioni di matrice letteraria, a personaggi della poesia, dell’arte e della musica, contemporanei o del passato. Si tratta di testi inediti in generale prodotti negli anni che vanno dal 1986 al 2019 e l’autore ringrazia coloro che hanno stimolato e/o arricchito in questi anni la sua poesia.
Il volume non è scandito e per la sua unitarietà formale, stilistica, semantica e contenutistica potrebbe essere considerato un poemetto.
Si tratta di una maniera personalissima di sperimentazione del tutto antilirica e anti elegiaca e uno dei tratti fondamentali dell’espressione creativa del poeta consiste nel sarcasmo e nell’ironia delle quali le composizioni sono permeate cariche spesso di nonsense nella loro sospensione e visionarietà.
Perché Contrappunti variabili? Il contrappunto è un termine che si riferisce a una particolare tipo di espressione musicale ed effettivamente in questi prodotti della creatività c’è qualcosa che tra le righe pare riferirsi alla musica contrappuntistica con i rimandi tra un sintagma e all’altro in una caotica e calma armonia dalla quale si è pervasi.
Il termine variabile si riferisce presumibilmente alla varietà delle strutture di senso prodotte da Giorgio che hanno una fortissima dose d’ipersegno e la variabilità si rivela nei diversi livelli di espressione delle singole parole sulle pagine attraverso tastiere analogiche complesse che spiazzano il lettore che non può non rimanere affascinato dalla disposizione delle parole che superano la poesia tradizionale e si aprono a vertigini anarchiche e spesso alogiche.
È inevitabile che il lettore s’identifichi con un io-poetante scisso e frammentario che tra illuminazioni, accensioni e subitanei spegnimenti dà luogo ad una fantasmagoria che rende ammaliante, magico e misterioso il piacere del testo che pare scaturire da un inconscio controllato.
È presente una riflessione in versi sulla poesia stessa quando il poeta dell’orfico riflette nella sua poesia che nel titolo vede gente contenta, in contrasto probabilmente con la personalità del poeta stesso, nell’atto stesso dello scrivere che si specchia e riflette su sé stesso.
E l’abilità di Moio sta proprio nel creare un mare magnum di senso potremmo dire post postmoderno che renda vivibile la vita, il mondo nell’abitare poeticamente la terra anche nel terzo millennio.
E altra costante della forma espressa dal Nostro s’individua nella creazione di neologismi tutti da interpretare empaticamente.
Una vena ludica e giocosa sottende l’intero ordine del discorso e pare che Moio sappia giocare con le parole stesse per divertire il fortunato lettore che è anche il destinatario delle dediche.
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Raffaele Piazza

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