sabato 30 aprile 2022
SEGNALAZIONE VOLUMI = LUCIO ZANIBONI
**Lucio Zaniboni: “Dissolvenze di una vita” – Ed. Laterza – 2022 – pag.176 - € 18,00-
“Spero che Caronte/ non voglia un lasciapassare/ e che Cerbero si distragga/ al mio arrivo./ Sono tante le ombre/ sul mio viso/ a riflettere le colpe./ Spero che Dio/ abbia misericordia/ e a chi chiede perdono/ apra le braccia.” Nel cerchio magico dell’immedesimazione si riflette un gioco di parole che formano preghiera e illusione, il pensiero assillante del post mortem che ci avvinghia inconsapevolmente per gemmazione spontanea .
Strumenti espressivi sempre fedeli ad una vulcanica ispirazione, all’unisono con il battito cardiaco e con l’affanno, ricamano un disegno architettonico con folgorazioni improvvise e riflessioni profonde, così da realizzare una poesia dal timbro inconfondibile, quella che Lucio Zaniboni offre “come un invisibile orecchio cosmico, teso a catturare l’eco di ogni suono – scrive Carmelo Aliberti in prefazione- lievi bisbigli della cronaca, le veliniche immagini delle cose, i palpiti sottesi dell’alfabeto dei minimi o macroscopici eventi quotidiani in un’umile omogena sinfonia universale, dove la cognizione del tempo si scioglie nel naufragio della luce e il disinganno del paradosso si trasforma in sentimento ferito d’amore appena venato dal tono sottile di un’ironia disciolta e resa evanescente dal vento lieve di una misurata musicalità che fermenta in armonie omogenee tra i minuscoli spazi interni dei versi.”
La sapiente tessitura è per Zaniboni il gioco di un lirismo denso e ricco di sorprese, che accompagna l’insopprimibile culto per la bellezza classica e sfocia nella partecipazione alla sperimentazione.
A volte acutamente ironico, a volte cautamente acceso da una vivissima volizione conoscitiva, a volte sorpreso da quelle istintive allucinazioni del quotidiano, a volte avvinto dal distillato ad oltranza, il poeta, fumigante tra sogno e realtà, riesce a presentare concrete materializzazioni di un invisibile filo che trascina, ma non ci fa smarrire.
E’ la sua poesia, è la sua scrittura,piena e contagiosa, una fermentazione attiva inquieta e caparbia allo stesso tempo, che gioca spesso ad imbrigiliare fantasia e destino esistenziale.
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ANTONIO SPAGNUOLO
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