venerdì 28 aprile 2023

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO


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“Baccello”
Vorrei credere adesso! Dove si ritrovano
turchine officine di abbandono,
lo scoppiettare in gola di un tormento,
i sui pensieri selvaggi nell’affanno,
l’ansiosa bocca riportata al petto,
sopra uno scoglio o tra le rive accese
morbida forma di coppa spumeggiante.
Finalmente immensa piramide
voglio sciogliermi e diventare nettare
in deserto, strano grembo,
perché le pietre si stacchino
per seppellire la macchina di ferro
che tempesta i miei giorni.
Ruota traverso i capelli fremente
il battito furtivo come trottola
sino a farmi scoppiare all’improvviso
quale risposta delle allucinazioni
serpentine come fiore strozzato.
Il vigoroso sogno del dubbio
che di nascosto cerca di insidiare
il bocciolo serrato tra le labbra
vibra come sciame di vespe.
Druido arrotolato nei baccelli
inseguo una rossa luna ormai fuggente
lanciato come spruzzo nelle riposte passioni.
*
“Risvegli”
Ogni risveglio è nuvola vagante,
attimo di affanno e pura nostalgia
per le viole appassite, per sottili fiammate
che nella notte invocano bagliori.
Al tempo delle dita sottrarre dismisure
giusto appena incrociate a pagine di punta,
per un secondo ancora verso incanti
slittati al corpo, soavissimo stupore.
Sciogliemmo impazziti il cielo nei profumi
ed un filo argentato imprigionò
riassunti di memoria.
Ripropongo il velo con premura
per dare ombra ad imperfette illusioni.
*
“Tregua”
Solo uno sguardo e la tenerezza
si avvolge a tratti nuda,
un po' stanca della romantica scorza
che l’incastra.
Incantato quell’ultimo perché
sembra l’ozio che un padre
adagia con i suoi motti leggeri,
ma d’amore sorprende
tormentando l’aria che piange
assieme a tanto urlare.
L’amore più lontano è assente
dai rumori,
mentre mi affanno insonne
nel tuo vago profilo, conosciuto
in azzurro
per ricomporre la grazie dei vent’anni.
Si perde nella luce ancora un bacio,
tregua del mio vagare.
*
ANTONIO SPAGNUOLO *

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