mercoledì 29 novembre 2023
SEGNALAZIONE VOLUMI = EVARISTO SEGHETTA
**Evaristo Seghetta: “Il geranio sopra la cantina” - Ed. Puntoacapo – 2023 – pagg.114 - € 16,00
* L’impatto con la tela, dove vengono armoniosamente ricamati i policromatici tocchi della pittura, snodando fluide immagini che impegnano lo sguardo del poeta, diventa nel rincorrersi dei versi un immediato ed efficace ricamo miscelato elegantemente alla capacità evocativa.
“La poesia di Evaristo Seghetta, - scrive Francesco Ricci in prefazione- è una poesia prima della fine, non dopo la fine, una poesia, dunque, che non esibisce la resa, ma immagina e inventa la resistenza. L’infanzia e la primissima adolescenza, la bellezza, specie quella naturale, l’amore, l’amicizia restano varchi ancora aperti che lasciano entrare qualcosa di radicalmente altro rispetto all’impoeticità – la non-grazia di una condizione emotiva ed esistenziale contraddistinta dal noto, dal seriale, dallo scontato, dall’inautentico, dall’imposto.”
La capacità evocativa si manifesta con garbo tra le pagine intessute dai vari temi, trattati con delicatezza o a volte con l’impeto di un grido. Anche le illusioni ritornano nel ricordo per riaffiorare spesso in una dolente preparazione verso il divenire.
Seghetta si abbandona allo sguardo che sfiora “il geranio sopra la cantina”, mentre la fanciulla dalle labbra rosso rubino accarezza con celata passione.
O insiste nel programmare il da farsi perché: “Abbiamo sempre un vuoto da colmare/ con la sabbia le buche sul percorso/ con il vino quelle aperte sul cuore./ Si riempie la notte di tante stelle/ e se sono più deboli del sole/ la loro luce brilla e non vacilla.”
L’interpretazione del vissuto per il poeta quasi sempre lievita sulle parole, e l’emozione dell’attimo divino avviluppa il pensiero in un susseguirsi di metafore che bene tratteggiano il simbolo. “Siamo pagine bianche, da scrivere, / sul retro solo storie scolorite,/ pezzetti di noi stessi che stentiamo/ a ricomporre, lasciati fluire/ nel vortice del tempo, alla spirale/ del dimenticare e dei sogni infranti.”
Il sentire si fa sempre più intenso nello scontro con la realtà quotidiana, esplodendo in una energia che smuove figure e passioni, gesti e accadimenti, speranze e disillusioni, molteplicità e solitudine, matrice mistica e i puntini dell’immutabile, in quell’atmosfera che la memoria fornisce e definisce un colore tiranno. Le particolari descrizioni che incontriamo in alcuni testi ci mostrano, con sobri fraseggi, quadretti di vita candida, trascorsa senza malizia e tinteggiata da un fantasioso dipanare di lampeggi, ben equilibrati dal bagaglio ideologico dell’autore.
Lo spazio ed il tempo non conoscono limiti ed un’ingenua preghiera ricerca allora la probabile relazione tra il nulla e l’essere.
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ANTONIO SPAGNUOLO
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