venerdì 13 settembre 2024
SEGNALAZIONE VOLUMI = ROBERTO CASATI
**Roberto Casati: “Come armonie disattese” – Ed. Miano – 2024 – pag. 168 - € 16,00
(prefazione di Enzo Concardi)
Il rapporto che vincola l’afflato delicato del poeta con la natura ed i vari sentimenti, che scorrono vorticosamente nel nostro sub conscio, diviene scomposizione dell’esistenza e ricomposizione delle tracce di un ronzio, che vorrebbe manifestare i brandelli di qualche sogno.
Le poesie strappano il quotidiano per lacerazioni che tracciano il segno del velo che avvolge la vita e in un ritmo cadenzato concedono il sussurro leggero delle apparizioni. Le quattro sezioni nelle quali è suddiviso il volume (“Ho rubato i tuoi occhi”, “Corrotti sguardi”, “Rose nel vento” e “Scivola il tempo della luna”) sembrano costruire un rosario che sfiora con delicatezza ombre e bagliori, portando, con un tocco leggero ed inquieto, tra il racconto della meraviglia e la pretesa assurda dell’infinito.
“Lasciamo tracce del nostro passaggio/ senza renderci conto di quanto sia breve/ e senza alcuna pretesa il nostro tempo./ Guardiamo il vento trasportare le nuvole, senza renderci conto di quanto sia fragile/ e senza alcuna pretesa il nostro passo./ Incrociamo per qualche attimo i nostri occhi, senza renderci conto di quanto sia unico/ e senza alcuna pretesa il nostro sguardo.” Il verso ribollente si incarna nel presente immediato divenendo melodia dell’istante, che anela rapida a realizzarsi con il tutto che circonda.
"Abbondano nel soliloquio poetico - scrive Concardi - nel viaggio per avventure interiori e geografiche, nelle oscillazioni sentimentali dell'amore vissuto e ricercato, negli sguardi addolorati suelle tragedie del nostro mondo,le incessanti autointerrogazioni sul senso delle cose, delle memorie, del tempo che passa, dei messaggi del mare-mito."
Da “una carezza fragile/ sulle corde tese del violino” a “una sera inquieta che/ copre le spalle di un velo leggero”, da “nel silenzio della strada,/ in lontananza,/ una voce di bimbo chiede” a “mi perdo nell’assenza/ che morde forte la carne”, da “ pregando sottovoce che finisca presto/ questa strage inaspettata” a “ l’intreccio di parole/ preziose nell’intimità del grido” il percorso del poeta si decanta nell’estasi del canto, puro e totalizzante, tra sussulti e slanci improvvisi, che rendono più che valida la garanzia del tracciato ideale.
ANTONIO SPAGNUOLO
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