domenica 21 settembre 2025

POESIA = SERGIO D'ANGELO


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"Acqua al cuore"
Il nostro addio è sempre là, a portata di mano, divide i telefoni
chiede in prestito un bivio, aggiunge capitoli alla collera
dove si dissipa anche Dio.
La stanchezza continua a spremere sbadigli.
Non c’è spazio per riaggiornare le margherite
se i sentimenti continuano ad arrivare tardi.
Guarda la pasta, cuoce a vuoto, come un cavallo a dondolo
si incenera del nostro sapore.
L’amore non cerca referenze, si divide in ansia e mobili a trasloco
per poi svendersi a saldo.
Invento il tuo corpo sulle mie stesse rughe.
Ē tutto un indurire di polvere.
I melograni ripetono la scena, profumano d’orgoglio
si dividono, non cercano recinti dove scambiare gli esiti.
Vuoi davvero che il muro si svesta della nostra carne…
Ci vorrebbe un catalogo dove appuntare la gioia
e ripeterla a memoria, quando i dubbi seccano i giardini
e finisce per mancare acqua al cuore.
La strada è un singhiozzo in attesa di radici,
una confessione su cui fare attecchire la luna
che come noi si allunga su una mano sola.
E senza luce, vive di vertigini
dentro la stessa pietra.
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"Voragine che risale verso l’alto"
Cosa siamo se non litigi che scappano a cumuli
doveri che mi fissano come una voce.
Non c’è cura per chi si nasconde in una scena già vista.
Ho voglie che rimangono esempi appesi alla ringhiera
fremiti che mi appannano dentro.
Cosa importa se il desiderio resta un elenco di cose da fare
cosa ti importa se ogni daccapo dura quanto un passo.
Tu, vuoi assunti dove porre ragioni, bende per anestetizzare i lividi.
Replichiamo rifiuti, ansie che mi dissotterrano la pelle.
L’amore è un vizio capitale che retrocede sino all’albume,
il tuo è condanna che non sazia le pozzanghere
ingrediente che non va aldilà del sale.
L‘amore che tu vuoi è una palpitazione che si perde tra le tende
un cenno che ha chiuso le braccia.
Senza ganci il cuore abbaglia come del fumo
e finisce per aggiungere ragnatele agli occhi.
L’idea che ho di noi coincide col baricentro del filo
con lo scollamento del mare che ricuce i cocci
con la voragine che risale verso l’alto.
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SERGIO D'ANGELO
( dal volume "Chiodi e altalene - 2022)

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