Quattro mura
Casa di Bambola –
o aurea reggia di Strega?
Luccichìo di cristallo –
su pupazzi spenti.
Microcronia (s)perduta
nel flusso eternotempo.
E fila pietre.
*
Invano
Barcollante figura
per plenum ontalgico.
Trafittura di spine –
in lacerocruente
vulnus.
*
Per Alberto
Un’ombra nera –
l’ala di un gabbiano.
Stridìo di morte
al chiaro delle nubi.
Dolore immenso e buio –
dentro il cuore.
*
Letizia Lanza
*
Letizia Lanza è nata a Venezia nel 1948. Attualmente risiede tra Venezia e Belluno.
Si è laureata in Lettere classiche presso l’Università di Padova e perfezionata in Scienze dell’Antichità (indirizzo filologico) presso l’Università di Urbino (relatore Enzo Degani, controrelatore Bruno Gentili). Docente di latino e greco nel liceo classico, per lunghi anni ha coniugato l’attività didattica con la ricerca.
Svolge attività di editing per l’editrice veneziana Supernova dirigendo tra l’altro con Giovanni Distefano la collana “VeneziaStory”. È nella redazione di “Nexus”, “Relationes Budvicenses”, “Bollettino dell’Associazione Iasos di Caria”, “Senecio” (online) e collabora pure con altre testate, tra cui “Italian Poetry Review” dell’italianista Paolo Valesio, “Il Musagete” di Bonifacio Vincenzi, “Poesia e Spiritualità” di Donatella Bisutti, “Porti di Magnin” dell’architetto piemontese Carlo Pellegrino, “Poiein” (online) di Gianmario Lucini, “Modulazioni” (online) di Franco Santamaria. Ha un sito personale: http://digilander.libero.it/letizial
Ha pubblicato molti saggi (alcuni usciti in volumi di Atti e Memorie), note, recensioni, articoli e tre raccolte di poesie: Poesie soffocate, Venezia 2005 (Premio della Giuria “Astrolabio” 2006); Levia Gravia 2004-2005, Venezia 2006; Tracce, a cura di G. Lucini, Piateda (Sondrio) 2011. Ha pubblicato una ventina di testi di saggistica. Per lei hanno scritto molti critici.
tre piccoli quadri in cui si addensa l'angolo scuro del nostro esistere, l'angoscia per un nonsenso che pervade realtà quotidiana e materia cosmica, senza scampo. una serena consapevolezza dell'effimero.
RispondiEliminae belli e incisivi i termini polifusi, che anch'io prediligo...
un caro saluto a Letizia e ad Antonio chela ospita,
annamaria ferramosca
la brillante saggista del mondo antico con queste sue brevi composizioni ci offre un piccolo riparo dal mondo, un nido, una nicchia dove le parole possano sostare al riparo di qualsiasi orizzonte riappropriativo, una stanza dove non si possa più parlare di"Eigentlichkeit" vista con valenza riappropriativa o dispropiante che dir si voglia...
RispondiEliminagiorgio linguaglossa
La straordinaria fusione delle amate lingue antiche nella lingua attuale, ci consegna una poesia complessa, profonda e ricca di sfumature nella sua essenzialità, capace di abbracciare più mondi (e culture) al di là di barriere spazio-temporali. Preziose medaglie che riescono a mostrare contemporaneamente le due facce: al lato oscuro della vita (un'ombra nera, stridìo di morte, dolore immenso e buio...) si accompagna, quasi di pari passo, il lato più luminoso (l'ala di un gabbiano, al chiaro delle nubi, dentro il cuore...). Un abbraccio affettuoso a Letizia e a chi la ospita, Annalisa Macchia
RispondiEliminaVersi che incontrano la vita salutandone i chiaroscuri con generoso pudore laddove la misura breve sancisce e amplifica le suggestioni di un tempo senza tempo .
RispondiEliminaleopoldo attolico -
Riceviamo via email :“Gli ossimori mente-cuore invitano a ripetere a memoria le liriche .La scelta della lingue antiche e moderne meglio rappresenta i crocifissi di ogni tempo.
RispondiElimina‘In quattro stanze’ appare con maestria quel dilemma di ogni donna lavoratrice: ha vissuto in pienezza davvero , molte volte in combutta con le faccende di casa, la sua femminilità?
Grazie, Letizia. Continua!
LUCIA VISCONTI CICCHINO
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO / "Mai come in questo caso il passo dalla saggistica alla poesia è insieme lungo e breve.Lascio al lettore attento di approfondire addentrandosi nei testi su entrambi i versanti. Ne ricaverà spunti preziose perché il mondo di Letizia Lanza ha vibrazioni molteplici e profonde e questi suoi versi ne sono una stimolante prova.
RispondiEliminaDONATELLA BISUTTI
Riceviamo e pubblichiamo : "Il dolore dell'anima offesa (come la terra ferita dall'avidità dell'uomo) trova nella parola che salva, parola essenziale e colta, l'originario sentire che sa ancora cogliere bellezza pur "nell'attimo breve".
RispondiEliminaIl verso di Letizia vibrante, non cede mai al superfluo e la scelta delle parole è sapiente come l'antico, anche quando si avverte la modernità dei termini e delle invenzioni lessicali."
FABIA GHENZOVICH
RICEVIAMO EMAIL E PUBBLICHIAMO : "Gli esempi di poesia “non vanamente colta” sono piuttosto rari. Bene.
RispondiEliminaIo penso che le liriche, che ci propone la cara amica Letizia, rientrino in questo novero ristretto e prezioso. Ma, naturalmente, c'è di più in questi suoi versi: c'è leggerezza ed eleganza (anche nell'esprimere angoscia, dolore, contrasto) e contemporaneamente profondità e, come ha già sottolineato qualcuno, una “ricchezza di sfumature” che affascinano. Ripetuti ossimori necessari a voler sottolineare e trasmettere l'ambivalenza di tutte le cose del mondo, anche di quelle che appaiono più chiare e semplici nel loro manifestarsi. Persino il tempo (“nel flusso eternotempo”) non si sottrae alla sua “micronia (s)perduta”, così lo spazio, aggiungerei, che ci sembra vuoto mentre è percorso da flussi di energia e particelle. È come il mare: ci appare piatto in lontananza ma, in realtà, tutto si muove e si scontra al suo interno e in superficie per regalarci quell'apparente sintesi.
Insomma in questi versi, a volte crudi, c'è la BELLEZZA del non certo, della contraddizione e della complessità della vita e del mondo che l'accompagna. C'E' LA BELLEZZA DELLA POESIA. Ne abbiamo tanto bisogno oggi, in luogo della volgarità del quotidiano, in luogo dei continui richiami ad un falso senso dell'esistenza legato ad una presunta onnipotenza del concetto di UTILITA'. Davvero vale oggi più che mai il detto “LA POESIA E' INUTILE, PER QUESTO E' INDISPENSABILE”.
Letizia LANZA, con le sue liriche ci aiuta grandemente a ricordarcelo."
Gianfranco Isetta