Poesie = Lidia Are Caverni
°
Pigiato con l’uva era il mio cuore
profumo di acini di stoppie tagliate
prima del tempo rotoli ammassati
grevi per nutrire bovini le acque
della laguna risplendevano chiare
avevano il colore dei miei occhi
illuminati dal sole guardavo dove
non vedevo nell’autunno folle fiorito
d’estate nel giallo topinambur.
°
Una castagna dolce per nutrire
bambini un acino d’uva spina
succita in fretta nel sentiero
del bosco un ondulare di campanella
prima che il gelo ricopra canzoni
un bramito di cervo in fondo
alla valletta dei rinnovati amori
un fiore di cardo schivo che rifiuta
gli insetti a chiudersi lesto alle prime
gocce di pioggia un cuore stretto
per la nuova stagione a non voler
ascoltare tristezze.
°
A sciogliermi piccolo grumo
di miele deposto sulla foglia
dell’acero nell’improvvisato alveare
a ricomporre segmenti di bruco
raggomitolato filamento di seta
nei primi giorni d’autunno
nell’ostinato attaccarsi a inconsueti
tepori che più non riscaldano membra
cercando con gli occhi fotografie
di boschi alberi che desiderano
il riposo il languore che pervade
la terra.
*
Lidia Are Caverni
( da “Il cuore d’uva” - novembre-dicembre 2011)
*
Lidia Are Caverni, nata a Olbia (Sassari) il 3/11/1941, dopo aver trascorso parte dell’infanzia e dell’adolescenza a Livorno, risiede da molti anni a Venezia-Mestre dove è insegnante elementare in pensione.
Si occupa di Poesia e Narrativa, ha pubblicato nel 2000 un romanzo intitolato “Clotilde e la bicicletta” con la Casa Editrice Bruno Mondadori. Due suoi racconti, sempre per l’infanzia sono stati pubblicati su libri di lettura ministeriali della Casa Editrice ElMedi oltre a brani del romanzo.
Collabora a varie riviste letterarie italiane ed è inserita in diverse antologie.
Numerosi i volumi di poesia da lei pubblicati.
Etichette: caverni
1 Commenti:
Lidia Are Caverni ha una sua modalità poetica molto originale, che fa subito presa sul lettore: le immagini si susseguono e si incatenano l'una all'altra in un prosieguo di invenzioni e di sensazioni, e con un discorso diretto che, giustamente, non necessita di pause e di incisi. E' poesia molto dinamica, ma nello stesso tempo dolce e smagliante. Con i miei complimenti ed auguri!
Giuseppe Vetromile
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