Poesie = Paolo Polvani
UN PICCOLO FUOCO
Scrivimi.
Mandami un piccolo fuoco,
una striscia di cielo,
una schiera
di sillabe,
un itinerario veloce, matite,
i tuoi confini, una mappa.
Scrivimi.
Uno spartito di adagi
e silenzi,
il sapore di luce
delle parole,
la distanza di un gatto, il mare,
il perimetro dello sguardo.
Un assaggio, un graffio
di solitudine pungente
come la pioggia alla fermata degli autobus,
un calendario propizio, il fruscio
del vestito, una lampada,
un pettine, confondimi
in un labirinto di luci.
Vedi,
mi aggrappo ai dettagli, annaspo
in un'ansa di vuoto,
smarrisco dicembre, dimentico
i pomeriggi in città,
le finestre.
Ma tu rovescia il mio buio, affrettati
a esistere.
Scrivimi.
*
IL CONFINE DEL VENTO
Questa campagna esatta e laboriosa tenere tra le braccia,
masticarla piano, assaporare tra i denti una gioia
assoluta e senza credi, diventare lo sguardo fisso delle vigne,
essere i sentieri che corrono a perdifiato tra gli ulivi, vene
che ingurgitano i verbi della luce, la grammatica breve
degli insetti, le vite infinite e sconosciute, le chiome
nebulose dove si frange il volo della gazza, le aperte
geometrie, se potessi questa terra ingoiarla, digerirne
le masserie lucide di calce e di silenzi, essere il brusio
delle finestre, il richiamo misterioso dei pozzi, se potessi
essere la memoria di tutti i fili d'erba, essere io lo sguardo
il suono, il confine del vento.
*
LE CLARINETTISTE DELLA BANDA
Alle clarinettiste della banda aprile
porge nuovi alfabeti sulle labbra e avvolge
la scansione degli anni al ceppo della primavera.
Le clarinettiste costeggiano le occorrenze
del vento, l'impellenza dell'amore
e l'idea stessa di una geologia del corpo,
le mani frammentarie e il farneticare
luminoso dei capelli, le promesse di una fertilità
terrena, la continuità delle gambe.
Le precede il fiume di una musica rotonda
che si sgrana in forma d' acini d'uva,
polpa d'anguria, si dissipa nel segreto dei chicchi
di una melagrana, si allarga nel respiro
di un'erba invaghita della luce.
*
PAOLO POLVANI –
*
Paolo Polvani è nato a Barletta, dove vive. Ha pubblicato alcuni libri di poesia.
Etichette: polvani
2 Commenti:
La continua istanza analogica che incalza la concretezza visiva, gli scarti linguistici lungo l'asse selettivo/sostitutivo, il sapiente e onesto uso dello strumento retorico, e l'ormai lunga frequentazione del mondo poetico danno ai versi di Polvani genuinità e bellezza, intensità e delicatezza, novità e universalità di contenuti; ma soprattutto notevole forza pervasiva. Insomma, è davvero difficile rimanere insensibili e inerti di fronte alla scrittura poetica di Paolo, che, misurata e pudica nei sentimenti, asciutta ed essenziale nella forma,sa concedersi anche momenti di vaga dolcezza, come nell'ultima strofa del terzo brano (Le clarinettiste della banda), pur conservando in generale connotazioni ontologiche.
Pasquale Balestriere
sottoscrivo il commento di Aldebaran. Paolo Polvani ha il dono della parola leggera e dell'immagine onirica che traccia con grazia persino momenti drammatici, come nella bellissima Fatti sentire.
Posta un commento
Iscriviti a Commenti sul post [Atom]
<< Home page