martedì 20 marzo 2012

Poesie = Raffaele Urraro

* -
alle tre del mattino mio padre
era già pronto per la partenza
con la zappa a tracolla
e la colazione di pane e pomodoro

la bicicletta arrancava
sbriciolando la strada
il caporale era pronto nella piazza
a segnare a dito i braccianti
che aspettavano di andare alla giornata

mio padre era sempre uno dei primi
perché aveva le spalle larghe

*
il liceo l’ho fatto di straforo
: dopo la scuola media
  evitai per poco il magistrale

tutti si chiedevano dove andassi
senza vestiti e con le pezze al culo
io solo lo sapevo
: andavo dove
  mi aveva spinto mio padre
  e  il suo orgoglio cocciuto
  di bracciante agricolo

solo lui ci credeva
ed io gli obbedii
… e fu la mia salvezza

: a quest’ora
  invece di scrivere libri
  sarei un barbiere
  o un sarto in pensione

non so chi ci abbia guadagnato
: io… certamente

*
io e mio padre
parlavamo col silenzio degli sguardi
le parole erano poche
guizzi dell’anima
                             improvvisi e radi

io leggevo nei suoi occhi
la tristezza e l’amore
e lui leggeva in me
scontentezza e speranza

forse soffriva molto
per non potermi dare di più
anche se io sapevo
che quello che mi dava
era tutto… ed anche di più

*
non potevo neppure immaginare
che mio padre morisse così giovane

in un mattino di maggio
dopo mesi di inutili dolori
guardandomi in silenzio
se ne andò senza una parola

dopo una vita di stenti
di guerra e di malaria
un male maligno lo uccise
senza neanche un rimorso

neanche vide il figlio laureato
dopo aver zappato per anni
nella terra degli altri.
*
Raffaele Urraro
(da “Ero il ragazzo scalzo nel cortile” Ed. Marcus 2011)
*
Raffaele Urraro è nato e vive a San Giuseppe Vesuviano. Laureato in Lettere Classiche presso l’Università “Federico II” di Napoli, dove ebbe maestri Salvatore Battaglia e Francesco Arnaldi, dopo aver insegnato Italiano e Latino nei Licei, ora si dedica esclusivamente al lavoro letterario. Giornalista pubblicista, collabora come redattore alla rivista di letteratura e arte Secondo Tempo con saggi sulla poesia moderna e contemporanea, recensioni e articoli di varia natura. Suoi interventi critici sono presenti anche in altre riviste, come La Clessidra, L’Immaginazione, Capoverso, Sìlarus. Ha pubblicato le seguenti opere:
Raccolte poetiche: Orizzonti di carta, San Giuseppe Vesuviano 1980, poi Marcus Edizioni, Napoli 2008; La parola e la morte, Loffredo, Napoli 1983; Calcomania, Postfazione di Raffaele Perrotta, Loffredo, Napoli 1988; Il destino della Gorgonia – Poesie e prose, Loffredo, Napoli 1992; Anche di un filo d’erba io conosco il suono, Prefazione di Ciro Vitiello, Loffredo, Napoli 1995; La luna al guinzaglio, Saggio critico di Angelo Calabrese, Loffredo, Napoli 2001; Acroàmata – Poemetti, Loffredo, Napoli 2003; Poesie, Marcus Edizioni, Napoli 2009; Ero il ragazzo scalzo nel cortile, Marcus Edizioni, Napoli 2011.
Saggistica: Giacomo  Leopardi: le donne, gli amori, Olschki editore, Firenze 2008; in fase di stampa: La fabbrica della parola – Saggi di poetologia, Manni Editore, San Cesario di Lecce.
Tradizioni vesuviane: ‘A Vecchia ‘ncielo, Proverbi e modi dire dell’area vesuviana, Loffredo Editore, Napoli 2002; ‘A ‘Mberta, Canti e tradizioni popolari dell’area vesuviana, Marcus Edizioni, Napoli 2006.
Studi latini: Ha pubblicato, in collaborazione con Giuseppe Casillo, molte antologie di Classici Latini commentati secondo moderni metodi esegetici, edite dall’Editore Loffredo di Napoli, per i Licei Classici, Scientifici, Linguistici e Socio-Psico-Pedagogici, e, per l’Editore Bulgarini di Firenze,  una storia della letteratura latina.

1 commento:

  1. E' questa una delle più belle liriche di Raffaele Urraro, inserita nel suo recente volume "Ero il ragazzo scalzo nel cortile". Si tratta di un'opera omogenea che dimostra come anche (e forse soprattutto) con la poesia si possa effettuare una validissima e interessante operazione storico-linguistica, volta non solo alla giusta rievocazione di elementi sociali e caratteriali che si riallacciano ai nostri valori fondamentali della famiglia, della natura, della terra, dell'uomo; ma anche alla dimostrazione che la poesia possa, e debba, inventarsi e costruirsi con una modalità stilistica ed espressiva che mantenga la piena aderenza con il contenuto.
    I miei complimenti all'amico Raffaele e un caro saluto al fervidissimo Antonio Spagnuolo.
    Giuseppe Vetromile

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