QUANDO LA POVERTA’ E’ UNA COLPA ---
Hanno sciolto le loro lunghe trecce
e guardano oltre l’orizzonte
dove solo la vista del cuore può arrivare.
Nel mare non vi sono sirene,
né navigatori solitari.
Caronte ha la barca piene di uomini
che non hanno pene da scontare.
Caronte non usa il remo né la frusta.
Caronte usa il mitra.
Caronte getta in mare i deboli,
i malati, i bambini…
Ma i pesci non hanno fame
di anime di bambini.
Di là, sull’altra sponda,
tutto sembra dorato e l’abbondanza
si fa esca.
La colpa di questi uomini
è quella di essere nati poveri.
Poveri in un mondo dove
la povertà è una colpa,
una pena da espiare
troppo spesso con la vita.
**
DENTRO UN VORTICE DI PENSIERI ---
Non catturerò il ragno
che la sua nobile bava
mi sputa nella coscienza,
né fermerò la millepiedi
che libera si muove
nei labirinti della carne.
Conserverò a lungo nei caveau
della mente le preziose pepite
del tempo.
Dentro un vortice di pensieri
mi aggroviglio come un baco
e come esperto rigattiere
rovisto fra cumuli di rifiuti
per recuperare emozioni
che il tempo rimuove,
ma non cancella mai.
**
RECLINO IL CAPO ---
Reclino il capo su spalle
che non trovo.
C’è qualcosa sulla mia testa…
Forse è cenere, o forse è il peso
mal dissimulato degli anni che avanzano.
So di aver scritto poco d’amore.
Poco perché ho amato.
Con mani di pietra ho battuto
su tamburi di latta e tante volte
sono rimasto in bilico sull’albero
maestro della nave in balia
delle mie stesse onde.
Ho cantato nelle notti di luna
sotto finestre di ricamatrici di sogni
E tante volte sono rimasto incagliato
nella cruna dell’ ago fra le mani
del sarto di turno che mi ritagliava
il vestito destinato a farsi
sempre più stretto.
*
CATALDO RUSSO
Nessun commento:
Posta un commento