sabato 16 giugno 2012

POESIE = PAOLA SANTUCCI

(carnificare i ricordi
quando la mente li scalza
frazionarli in radici
non elevate a potenza
rendere il cuore una vagina
calda)


MADRE

1.

ti rendo immagine su carta
perché tu non possa cucirmi
nella tua tela, diaframma
che ti allontana, fragile
schermo dove proietto
l’attesa del tuo volto

2.

ripongo in scatole quadrate
la mia offerta votiva:
essere donna, cibo, natura
madre di me stessa

3.

totemica dei tuoi resti
li rendo perle oblique
nel rosso del mio sangue
come fossero semi

4.

dea, tabù distante
a te offro la mia fame
per te apro la mia culla

5.
resta in pareti chiuse
la volontà di esserti.
nello specchio di carta
mi ritraggo, restituisco
il tuo utero vuoto

6.

schiudo la mia vagina
il seme cade sulla terra
perla di verità rifratta
che rendo ornamento
carezza ovale sulle pareti

7.

mi riempio del tuo digiuno
mi metto in posizione
genero la mia bambina
incarno le tue mani
per accarezzarmi

8.

Accabadora
Matrix
Terra

su cui rinvengo

9.

Madre
quando tutto il dolore
sarà ingoiato e annegato
il desiderio delle tue mani
sul mio sterile ventre
sarò io il tuo grembo
**
PAOLA SANTUCCI
( maggio 2012 )
PAOLA SANTUCCI è nata e vive a Napoli dove, fino al 2007, è stata Ordinaria di Storia dell’Arte moderna presso l’Università Federico II. Ha al suo attivo numerosi volumi di saggistica d’arte (pubblicati in Italia e all’estero), una lunga consulenza storico-artistico-letteraria per RAI Educational e una intensa attività di promozione culturale ed editoriale.Segnalata per la prima volta al Premio letterario internazionale Città di Siena (1970) nel settore Poesia ha alternato la sua professione di storico dell’arte moderna con l’interesse per la scrittura in versi, raccogliendo riconoscimenti per le sue poesie finora inedite (ad esempio il Diploma di merito del Premio nazionale di Poesia e Narrativa Alberoandronico (I edizione 2007) per La casa di pietra)
La sua prima raccolta organica, INTERNO 12, (pubblicata da Manni, Lecce 2010), è stata segnalata per merito da Giorgio Barberi Squarotti al Concorso letterario nazionale Beppe Manfredi per la poesia edita. Opera prima.



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