giovedì 9 gennaio 2014

SEGNALAZIONE VOLUMI = PIAZZOLLA

“Ci stiamo abituando all’inferno”
Atti dei Convegni per il Centenario della nascita di Marino Piazzolla
20-21 aprile 2010 – Università “Carlo Bo” di Urbino
12 maggio 2010 – Biblioteca nazionale centrale di Roma
a cura di Gualtiero De Santi
Fermenti Editrice, Roma, 2013, pagg. 271, € 18,00
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Pubblicato con il contributo della Fondazione Marino Piazzolla di Roma, diretta da Velio Carratoni, il presente testo è costituito dagli Atti dei Convegni per il Centenario della nascita del Nostro che, con la sua attività, ha fatto parte di una buona fetta di Novecento.
Il volume è composto da uno scritto introduttivo di Velio Carratoni, intitolato “La favola bianca” e in due sezioni intitolate rispettivamente: “Marino Piazzolla nel centenario della nascita” e “Un flàneur a Roma – Marino Piazzolla”.
Ciascuna delle due sezioni è composta da numerosi saggi, tutti caratterizzati da grande acribia, scritti da critici importanti tra i quali spiccano Giorgio Bàrberi Squarotti, Donato Di Stasi e Gualtiero De Santi.
Nel tempo in cui è vissuto Piazzolla in Italia, nella “società poetica”, dominava la triade costituita da Ungaretti, Quasimodo e Montale e gli altri poeti importanti erano Cardarelli, Gatto, Caproni, Vigolo, Bertolucci, Pasolini, Penna; Piazzolla non poteva far parte dell’elite letteraria, pur rimanendo ad occupare un posto dignitoso di qualità.
In vita, dato saliente, il poeta è stato sottovalutato, pur senza costituire, con il suo “caso”, uno dei silenzi, nel campo culturale: per esempio, durante la sua esistenza, si è occupata di lui l’amica filosofo Maria Zambrano.
Piazzolla, nato a San Ferdinando di Puglia nel 1910 e morto nel 1985 a Roma, si interessava anche dell’insegnamento e della critica letteraria e d’arte.
Per molti i suoi interventi erano sottesi ad una preparazione di matrice europea.
I suddetti Convegni sullo scrittore sono stati eventi che hanno messo in risalto molti aspetti da approfondire di Marino Piazzolla.
Il poeta aveva un giro di amicizie con molti altri artisti e critici, che incontrava a Roma.
In occasione del centenario è venuta alla luce anche la tematica della sua religiosità, di natura laica, atavica, precipuamente legata alle sue origini contadine.
A volte si sdegnava dei metodi della chiesa e delle istituzioni; tuttavia ammirava Papa Roncalli e, in occasione della sua morte, affermò:-“Da cinque anni nei sacri palazzi c’è stato un vero amico degli uomini-”.
Era un intellettuale tollerante degli anni sessanta favorevole al libertarismo e ai diritti civili, di cui aveva sentore in quegli anni.
La sorpresa del Centenario è stata la riproposta di Piazzolla da parte di tanti esponenti dell’ambiente dell’Accademia e di una cultura di riferimento.
E’ da mettere in rilievo che il metodo della Fondazione è quello di allargare l’attenzione non solo sul poeta pugliese, ma anche su esponenti della cultura italiana, anche Nobel.
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Raffaele Piazza
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