Bruno Galluccio – “Verticali” -- Einaudi – Torino – 2013 – pagg. 113 - € 12,00
Bruno Galluccio è nato a Napoli. Questo è il suo primo libro. Quella del nostro è una poesia che tende a fare affiorare “il lato rovescio del pensiero” attraverso vari modi: slittamenti semantici, spazi deformati, visionarietà onirica. In questo contesto entra in gioco anche una serie di metafore tratte dal linguaggio matematico che rimandano a un mondo di certezze e di perspicuità continuamente disatteso. Come nella poesia dedicata a George Cantor, vera e propria cerniera aperta a metà del libro, dove alcuni aspetti del pensiero del grande matematico diventano l’occasione per una percezione diretta e acuta della complessità e del “confronto terreno tra infiniti”. I versi di Galluccio muovono da una ferita esistenziale che trova espressione in varie forme di linguaggio quotidiano, dilatandosi e trasformandosi in simboli capaci di spostare verticalmente le immagini, le distanze, i nodi irrisolti. Senza fare esplicitamente una poesia metafisica. Galluccio recupera tutta la pregnanza di scorie e residui della realtà interiore ed esterna, come se il prolungamento di questi dettagli potesse condurre, non tanto a risposte pacificanti, ma a nuove domande, a nuovi problemi che nessun teorema sembra in grado di risolvere. Il fatto che le poesie di “Verticali” siano tutte senza titolo, ne accresce il senso di sospensione. La raccolta, compatta dal punto di vista espressivo, è scandita in tre sezioni, intitolate: “Piano di emersione, Proiezioni e Verticali”. Tra la sezione Proiezione e quella Verticali, incontriamo la poesia intitolata “George Cantor matematico”, componimento, da una parte a se stante nella raccolta, ma per altri versi, centrale e inserito in modo forte nel tessuto dell’opera complessiva. In tutte le scansioni incontriamo un “tu” femminile, al quale il poeta si rivolge, un “tu”, che, presumibilmente, è quello della figura della donna amata dal poeta, cosa che si può evincere dal tono colloquiale e anche connivente, con il quale l’io-poetante Galluccio le si rivolge. E’ un “tu” di una donna che non risponde al poeta, creando una zona di non detto. Quasi tutte le poesie del libro sono costituite da brevi strofe. Riscontriamo nella poetica di Galluccio, espressa in questo libro, un costante onirismo purgatoriale, fattore costante in tutte le sezioni, una luminosità lunare e non solare e, leggendo i componimenti di “Verticali”, pare di attraversare un territorio misterioso e sfuggente. Si può considerare del tutto antilirica la scrittura di “Verticali”, e, in essa, la natura, rappresentata attraverso vari elementi, soprattutto vegetali, ha una notevole importanza. Il tono della raccolta è sognante e, spesso, vengono dette “atmosfere del freddo”, che fanno da sfondo ai componimenti. In molte poesie di “Verticali” si avverte il senso di un’ imminenza, di un’ansia controllata che pervade i versi scattanti. Galluccio ha, studiato matematica; per questo molte poesie della raccolta, hanno per contenuto temi prelevati tout-court dal linguaggio matematico. Questo insieme di “poesie matematiche” è caratterizzato da una grande originalità e costituisce un unicum nel panorama della poesia italiana contemporanea.
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Raffaele Piazza
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