Giuliana Lucchini – "Amare" -- L. C. Poesia – Roma – 2013 - pagg. 129
Giuliana Lucchini è nata a Roma e ha pubblicato numerose raccolte di poesia; ha tradotto poesia dalle lingue inglese, francese, spagnolo; collabora con riviste di poesia e di critica letteraria e ha curato antologie.
“Amare”, la raccolta della poeta che prendiamo in considerazione in questa sede, è complessa, corposa, articolata, bene strutturata architettonicamente.
E’ un testo non omogeneo, ricco di significati e di percorsi che s’intersecano, motivo per il quale si potrebbe considerare, nella sua essenza, come labirintica.
Presenta una varietà delle forme espressive e diversi tipi di andamento nella versificazione.
La poesia iniziale ha un carattere programmatico ed ha accenti che vagamente riecheggiano il cantico dei cantici biblico; in questa poesia protagonista è la mela, simbolo dell’amore e, nello stesso tempo del peccato con il riferimento alla cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso terrestre.
E’ un’opera di grande bellezza, alta e originale, dal vasto respiro, connotata da indeterminatezza e vaghezza e i suoi versi sono tutti cesellati con grande raffinatezza.
Già il titolo sottende qualcosa d’indefinito e l’amore stesso, trattato nelle composizioni, presenta una forte densità semantica: amore visto come sentimento umano, che fa gioire e soffrire e in senso mistico; si potrebbe aggiungere che l’autrice metta in risalto l’equazione amore-vita.
Non è un canzoniere amoroso, ma un insieme di parti ben collegate tra loro, che hanno per comune denominatore l’eros.
Le poesie sono disomogenee tra loro: infatti alcune tendono ad una linearità dell’incanto, con descrizioni di immagini neoliriche e quasi idilliache, mentre altre sono strutturate in modo anarchico, fino a sfiorare l’alogico.
I versi in “Amare” sono scattanti e veloci e da essi traspira un’ansia controllata.
E’ presente una forte densità metaforica e sinestesica nel poiein della Lucchini e a tratti s’intravede una vaga visionarietà e tutto è giocato sul succedersi di accensioni e spegnimenti.
La forma è controllatissima e tutte le composizioni, che sono divise in strofe, sono ben risolte.
Le poesie possono essere considerate dei monologhi nei quali l’io poetante si rivolge ad un tu (forse l’amato), del quale ogni riferimento resta taciuto.
Il ritmo è incalzante e nel dettato si riscontra una rarefatta musicalità..
C’è una grande varietà nelle tematiche affrontate che vanno dall’astrattezza alla quotidianità, quando vengono detti il web e la televisione e le descrizioni naturalistiche sono incantevoli e rarefatte.
La raccolta è scandita in tre sezioni: 06 GIORNO di guizzante gloria, 06 NOTTE dell’occhio dipinto, SOTTO LO STESSO TETTO il bene chiuso..
Amare dimostra il coraggio dell’autrice nel nominare la categoria dell’amore che è universale e infinita, cosa che riesce a fare in modo sublime.
Raffaele Piazza
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