mercoledì 7 maggio 2014

SEGNALAZIONE VOLUMI = ANTONIO AVENOSO

Antonio Avenoso – “Prima del paesaggio” -Fermenti Editrice – Roma – 2014 – pagg. 49 - € 8,50

Antonio Avenoso è nato a Melfi nel 1954; ha pubblicato numerose raccolte di poesia, ottenendo molti riconoscimenti e diversi critici letterari si sono interessati alla sua poetica.
“Prima del paesaggio” è una plaquette, costituita da componimenti in massima parte brevi, tutti senza titolo,
Per la cifra unitaria che li contraddistingue, potrebbero formare un poemetto.
Il poiein del nostro è connotato da una forte chiarezza e da nitore.
Presenta una certa vena narrativa, affabulante, che si evince dalla lettura dei versi, che presentano un minimo scarto dalla lingua standard.
Si riscontra in molte poesie una valenza epigrammatica, assertoria e spesso il poeta si rivolge ad un tu del quale ogni riferimento resta taciuto.
Una delle tematiche essenziali è costituita dall’ambientazione della raccolta in Israele e, non a caso, ricorre il tema della guerra, che viene fatta anche da ragazzini.
Alcune poesie sono tout-court una riflessione sul senso della vita e del tempo che scorre.
Prevale una vena vagamente neolirica e c’è una forte leggerezza nel dettato, caratterizzato da un’aggettivazione frequente.
Avenoso spesso “mette in scena” un naturalismo rarefatto, che assume toni anche idilliaci.
I versi sono scattanti, precisi e leggeri e ottima è la tenuta di quelli lunghi.
Un senso evocativo e di sospensione permea i testi e nel dolore della stessa guerra “la fantasia s’inzacchera”.
Si avverte un notevole stridore, un forte contrasto, tra i toni lirici, con i quali sono dette le bellezze naturalistiche e il tema bellico.
A volte prevalgono un afflato solipsistico e una parola che si rispecchia su se stessa nel bel verso: “dalle parole non voglio guarire”.
Nel contesto attuale della poesia italiana, nel quale attualmente predominano gli sperimentalismi e gli orfismi, è veramente inconsueto riscontrare un versificare come quello del nostro, così tendente ad una linearità dell’incanto.
Viene espressa una forma di misticismo immanente attraverso la nominazione di Gerusalemme, Betlemme e il Monastero di Mar Saba, nonché dello stesso Dio, calato nel quotidiano per ascoltare preghiere.
Tutti i testi sono ben risolti a livello formale con molta eleganza nel realizzarsi delle parole sulla pagina.
Ogni tassello di questo mosaico pare librarsi nella sua semplicità, che non è elementarità.
A volte si raggiungono immagini oniriche e magiche che lievitano senza sforzo::-“Ormai stanchi/ aprimmo alla preghiera/ i cuori agresti./ Nella notte/ ormeggiammo alla riva/ un altro piccolo sogno/.”
Molto originale e affascinante il titolo della raccolta “Prima del paesaggio”, che esprime due categorie diverse: quella della temporalità e quella di un sembiante, che resta indefinito.
Sembra che con il suddetto titolo il poeta vuole farci intendere un suo scavo in profondità, una ricerca che viene prima dell’oggettività delle sensazioni, della realtà.
Nel testo tutto pare riferirsi a qualcosa di idealizzato, a un senso arcano di nominare le cose tramite l’urgenza del dire.
Ad una prima lettura si è pervasi da una forte nitore del discorso, ma poi ci si cala in atmosfere rarefatte tra il detto e il non detto nella sua bellezza.
Un modo suadente profondo di un versificare maturo che diviene esercizio di conoscenza nella sua armonia.
La misura stessa della plaquette bene si adatta alla materia trattata, con una dizione elegante e controllata.
Momento fondante pare essere la grazia delle immagini evocate, anche quando il loro contenuto è tragico.
*
Raffaele Piazza
***
“Del presente e del domani
del bene e del male
appare la luna nascente, il saturnale
dell’amore mentre tu tremavi nelle mani.”


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