RAFFAELE URRARO: “La parola incolpevole” – Ed. Marcus – 2014 – pagg. 64 - € 10,00
Lo smarrimento che potrebbe accogliere il lettore per il ricercare involontario “quale” poi sia la colpevolezza della “parola” , sospesa essa sola nel vortice dei pensieri e delle immagini, si arresta luminosamente innanzi ai versi perfettamente intagliati , sia nella musicalità della pagina , sia nel calore della attenta disponibilità culturale del poeta.
“Quando cade una stella / non credere che si tratti / di una luce che muore / o di un difetto ottico / è il segno che le nostre parole / l’hanno ferita a morte.” – questa violenta certezza che la “parola” abbia la potenza distruttrice , e nel contempo evocatrice , o meglio ancora creatrice , disvela il dramma psicologico che la profonda consonanza simbolica sia il vero simbolo di purezza e di illusione di ogni pensiero riposto nell’ambito della poesia stessa. La poesia di Urraro nasce come frase musicale , nella testimonianza di una quotidianità tutta sospesa tra la bilancia del tempo ed i frantumi del fantasma di una ricchissima conoscenza e di una “multi colorata” memoria. Prevale lo sguardo proiettato verso le ombre del mistero , il mistero della vita e della morte, il mistero dell’aurora che potrebbe sembrare inutile attesa , il mistero del silenzio che filtra gli abbandoni ed i ritorni , il mistero di un mormorio anonimo che tenta i lembi dell’impazienza, il mistero dell’indifferenza che vibra tra le scaglie di specchi .
Il discorso continua nei suoi vari strati, nella disponibilità che possiede alla radice una forte necessità dialettica, che nella realtà ha una importanza fondamentale sia nei rapporti umani , colloquiali , sia nella nostra stessa rappresentazione capace di obiettare, di eccepire , di esporre , al di fuori di ogni monotonia. Rincorrendo ritmi , visioni attonite della natura, riflessi sapienti della conoscenza , rivelazioni della metafora , ecco che la ricerca della “parola” rappresenta il passaggio insostituibile tra l’immaginazione ed il sussurro del sub conscio, nella significazione puramente soggettiva tra la straordinaria competenza filosofica e la declinazione diversificane della poesia. “Si rotola il vento per le strade / per i vicoli / per le strette feritoie della terra / ma quando arriva sulla riva del mare/ allora trova la sua libertà / il vento libero sul mare / fa pensare al respiro profondo dell’universo / che ha un’anima più grande del cielo / e più profonda della terra.” L’inquietudine ha un attimo denso di silenzio, rotto solo dal frullo stanco ed illuso del divenire , saettante nella significazione e profondo nella semplicità.
ANTONIO SPAGNUOLO
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