mercoledì 25 giugno 2014

POESIA = NAZARIO PARDINI

"IL FIUME"

Acqua, che riflettesti i miei canneti
con le quaglie sui cimoli, e le torri
di grigie chiese e i tremuli felceti
delle sponde, lo sai tu dove corri?
Ti perderai tra poco nel clangore
dell’irruente mare, ed il tuo salce
ti guarderà sparire. Già il rumore .
dell’ampio piano in file d’alba calce
ora vicine ed ora più lontane,
come vie di paese, si confonde
all’aria dei pinastri. Non t’inganni
il profumo allettante; presto vane
saranno quelle immagini di sponde
in spazi senza fine. Ed i tuoi panni
scoloriranno in cuore al tanto vasto
vorticare del nulla, finché a volte,
ormai sepolta preda alle ritorte
ed iteranti corse, sarai volta
alla riva che più non ti appartiene.
Avresti mai pensato, al rampollare
bisbigliante dei gorghi tra le fresche
chiazze sorgive di finire amara-
mente dentro voragini sì avare?
*
NAZARIO PARDINI

1 Commenti:

Alle 25 giugno 2014 alle ore 08:08 , Blogger Bianca2007 ha detto...

Profondamente bella. Proprio come un mare che stringe mentre si espande e di quello che si è visto nulla resta se non l'eco finito dentro una conchiglia che forse qualcuno potrà raccogliere. Bianca 2007

 

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