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“È poco il poco che rischiara” di Sonia Petroni (Eretica Edizioni, 2025 pp.72 € 15.00) è un carezzevole omaggio alla poesia, intesa come linfa vitale, una delicata attenzione verso se stessi, una premurosa considerazione degli altri, nella meravigliosa e inquieta comprensione soggettiva del mondo. Sonia Petroni estende lo sguardo sul dono della natura, capace di fondare correlazioni con l'amore per la vita e intensifica l'urgenza comunicativa del cambiamento e della rigenerazione morale e spirituale delle esistenze, trasformando i conflitti e le tensioni nell'adesione alla consapevolezza di un limite umano che è risorsa emotiva, nella resistenza degli ostacoli, lungo i confini inconsci da attraversare e oltrepassare. Intuisce l'essenza primaria dei sentimenti dal profondo, definisce la residenza dell'anima attraverso il legame ancestrale e coinvolgente con i luoghi e le persone care, allinea il solco doloroso delle assenze in un elegiaco contesto d'ispirazione, celebrativo e devoto, incarnando il carattere introspettivo della sua personalità sensibile ed empatica. La poesia di Sonia Petroni ritrae un'impronta viva delle emozioni, staglia la nitidezza delle insidie della nostalgia, rileva la percezione deformante delle incertezze e il desiderio di ricongiungere i frammenti scomposti dall'oscurità delle sensazioni, ricostruire il significato meditativo della scrittura attraverso il motivo di appartenenza, la salda connessione delle parole, la precisione emotiva, la luce che illumina il tempo familiare delle promesse. La maturità letteraria di Sonia Petroni dispone il referente oggettivo valutando la visione della coscienza, come specchio contemplativo della vita che modella il pensiero tangibile e visivo di fronte alla vaghezza dei sentimenti, incoraggia il discorso sincero ed eloquente di una realtà ulteriore, caratterizzata dalla sostanza preziosa di ogni radice sentimentale. Il segno suggestivo di Sonia Petroni è rappresentato dal contesto fiammeggiante delle reminiscenze, racchiuso nella ricerca di ogni barlume di speranza oltre l'entità riflessa dello smarrimento, frutto di un coinvolgente svolgimento di crescita personale, di un poetare proprio, sostenuto nell'autonomia di una voce lucida e struggente, evocata contro la malinconica dipendenza del silenzio, nell'ardente richiesta di trasmettere l'esperienza individuale protetta nella saggezza universale. “È poco il poco che rischiara” descrive l'io poetico ancorato alla sorgente del cuore ed esiliato dai clamori del mondo, racchiude la continua ricerca di comprendere la dispersione dell'umanità, accoglie, nelle inquiete invocazioni all'armonia e nelle esortazioni alle aspettative del tempo, l'intima compassione, l'equilibrio di dichiarazioni contro la debolezza della mancanza e l'inconsistenza del vuoto, indica una risposta nella responsabilità relazionale della memoria. Sonia Petroni addensa la passione e l'osservazione dell'umano intorno all'energia positiva delle possibilità, lascia scivolare la perturbazione degli imprevisti nella materia plasmabile e misteriosa del linguaggio, nella resa rivelativa del suono e dei nomi. Inclina lo spiraglio di luce in sintonia con gli elementi vividi e coraggiosi di ogni eredità vissuta, nella semplicità autentica delle sensazioni, nell'immediatezza del linguaggio e delle immagini capaci di parlare al quotidiano e mescolarsi nel sentiero, nelle ragioni fertili da cui è scaturita la verità poetica.
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Rita Bompadre
- Centro di Lettura “Arturo Piatti” https://www.facebook.com/centroletturaarturopiatti/
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TESTI SCELTI
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Abitare il luogo minimo
quel che serve a congiungere le vite
intorno il nero sfuma le nascite e cede il passo alle morti
spiraglio la luce nella riduzione del tempo ed il dire:
Sottratto ciò che toglie
entro tutta nel poco che resta
per aggiungermi al mondo.
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Il vento scuote
con la domanda della forza
ed i tigli rispondono gentili
profumando l'aria.
Mentre cado nelle lontananze
la mia risposta è tornare.
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Troverò l'alba in questo giorno
sulla copertina dei libri
e i tuoi occhi,
protetta nel riflesso al margine delle onde
la porterò fino all'ultima fessura che mi finisce.
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Come sera
distesa
inseguo la porpora
e il suo incanto
un tesoro per ogni gravità
mi assottiglio
a dare l'ultima luce alla notte
dopo aver saputo
che non si perde nulla
se ci si fa dono.
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Chiudi la porta alla corrente
lasciati aiutare dalle provenienze
in ogni angolo
la gioia conserva il momento
per schiudersi sul male.
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Solitudine che m'illumina
per non sentirsi sola
facciamo insieme un nome
in questa stanza
le tende accostate
il respiro nuovo che dirà le parole
nate ancora nella paura di un'assenza.
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Ho bruciato tutto ciò che avevo nelle mani
e a sera vi ritrovo petali
intimità
le rimanenze nate per cadere
come baci
come stelle.
L'arrivo di una preghiera.
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Troverò
tra l'asfalto e l'acqua
il mio evaporare.
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