venerdì 31 gennaio 2025

Ketti Martino: “Repertorio del perdurare” – Ed. Centroluna – 2024 - pag. 114 - € 16,00
Come sottotitolo leggiamo “ovunque noi siamo” quasi ad avvisare che ci prepariamo ad un viaggio che trasporta il lettore tra le immagini che scaturiscono limpide da ogni possibile imprevisto tentato dalla quotidianità. E sembra che non potremmo nasconderci in alcun luogo per poter evitare le frecce scoccate dall’arco di Eros e dall’arco di Thanatos. Un cammino immersi nel perdurare delle emozioni variegatamente affollate, registrate e annotate nel nostro sub conscio per emergere con prepotenza tra gli strumenti sopraffini della tecnica verbale, seguendo tutte le evoluzioni nel sibilo della luce e nelle segmentazioni della memoria.
Sembra a volte che ai filosofi importi assai più porre dei "problemi", siano pur essi artificiali e illusori, che non risolverli: il che costituisce un aspetto del bisogno disordinato della ricerca per la ricerca, cioè dell'agitazione più vana, nell'ordine mentale non meno che nell'ordine corporeo. Il desiderio di esser originali vale assai più che inventare un errore nuovo nel ripetere una verità già espressa. Questa forma di speculo irriducibile diventa fortunatamente una catena dal doppio avvolgimento, che stringe positivamente e riesce ad evidenziare le ore del destino misurando i lembi della luminescenza.
Anche Ketti Martino naviga con ingegnosità nella penetrazione dei risvegli e si stringe nell’amore con un abbraccio universale.
“Scarlatto il bacio mentre la mano fugge,/ antico il gesto che di amore avvampa./ Nella campagna grigia, nell’orbita del promontorio/ io e te e nessun baratro, nessun combattimento/ che spezzi lo stupore:/ solo l’attimo che ramifica nella carne./ Ricorda questo spazio quando tutte le strade/ avranno limiti e io mi riassumerò nel vuoto/ ricorda:/ costruiremo in sonetti stanze leggiadre.” (nelle note in appendice si precisa che quest’ultimo verso è tratto da “Canzoni e sonetti in Poesie” di John Dunne)-
Anche se la silloge è suddivisa in tre sezioni (Soglia, Inner, Suture) il ritmo incalza con uniforme musicalità e la materia si plasma compatta tra incantamenti e infingimenti, tra il fulmine caduto a pochi metri ed il calore del sole, tra il distacco di un bambino e gli angoli di un’isola d’Africa, tra il passo breve della primavera e la quieta ombra di un cimitero, tra l’aroma del muschio e un varco “come se il nodo che non si scioglie/ fosse un abbozzo di parole impronunciate// come se i versi traboccassero solo di immagini barocche.”
Scrittura dalle cromie primarie, ricamate con la cautela di chi sa giostrare con il verso, particolarmente inclinato nel ricomporre immagini e memorie, e inciso tra l’idea della conoscenza e il gioco della fantasia.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

POESIA = RAFFAELE PIAZZA


 

Alessia alla scuola delle stelle

 

 

Sera mistica e sensuale di

Alessia distesa sul verde

dell’erba al Parco Virgiliano

a scorgere attraverso l’ossigeno

del firmamento d’inchiostro

le stelle. Luce siderea a entrare

in ragazza Alessia dagli occhi

e dalla pelle e a insegnarle ad

essere felice. Parlano ad Alessia

le stelle: sii te stessa nella tua

nuda crudità e vedi che lui

non ti lascia, parla poco e

vedrai la gioia nella storia

dei baci e degli amplessi.

Ridestatasi Alessia impara la

lezione. Squilla il telefonino

ed è Giovanni.

 

Raffaele Piazza

 

 

 

 

 

giovedì 30 gennaio 2025

SEGNALAZIONE VOLUMI = IVAN POZZONI


 

IVAN POZZONI “Kolektivne NSEAE” Ed. Divina follia - 2024-  pag. 56 -€ 12

( NSEAE  significa Nuova socio/etno/antropologia estetica)
***

In diciotto pagine, serrate e pregne di consistente bagaglio culturale, veniamo introdotti in un vertiginoso viaggio tra ricami filosofici che attanagliano ed al tempo stesso incuriosiscono per quel dettato variegato che distingue la ricerca. Pozzoni riesce ad illuminare il tragitto che dal romanticismo, dal neo classicismo, dallo sperimentalismo, dalle varie scuole di avanguardia, accenna al tentativo di far incidere l’esperienza personale del poeta nella interpretazione di quelle concrete soluzioni del postmodernismo. Avventura che ammette senza tregua la mortificazione dell’io poetante e avvia al riconoscimento della quotidianità quale vertigine della follia.  Il "KNSEAE” da lui fondato si rivolge ad un pubblico capace di comprendere il cambiamento necessario per un “paradigma” sociale ed estetico che porti alla rivoluzione del dettato e della frase, quale introduzione di un’antipoesia fondata principalmente sull’ironia, e mirante alla concezione dell’arte come pura e semplice interazione sociale.

Egli ebbe a scrivere tra le varie clausole di un intervento  : “L'atrofizzazione della dimensione narcisistica dell'artista è urgente [La strada dell'atrofizzazione della dimensione narcisistica dell'artista inizia dallo snodo del riconoscimento dell'urgenza di coordinare iniziative artistiche ….. - L'arte è estetica normativa (Arte ed etica, incontrandosi sulla strada della metaetica emotivista, realizzano, insieme all'antiformalismo, una bellicosa estetica normativa individuale. I riot-texts dell'arte sono mera raccolta di testi / documento, verbali d'assemblee d'arte, rivolte alla concretizzazione dell'ideale estetico normativo della democrazia lirica e simbolo di resistenza, o sovversione, contro i valori nomadi delle élites dominanti)”.

Nel volume fanno ottima luce poesie che Ivan ci offre con l’arguzia di chi compie escursioni ad ampio raggio tra l’acume della sillaba ricercata ed il campionario delle variazioni che cercano di compensare lo smarrimento che provoca l’inesauribile scorrere del tempo.

“Cerco Caronte, un Caronte vero,/ temerario consulente abituato a transumananze d’ogni genere,/ con remi, barba stanca,/ obolo di scorta che difende all’arma bianca.”  

Etimi e agglutinazioni, segmentazioni lessicali e frasi in sospeso, voli pindarici e soste obbligatorie, concatenazioni necessarie e movimenti del ritmo, tutto un susseguirsi armoniosamente redatto da quello strumento verbale che fa del poeta uno speleologo delle luminescenze e delle oscurità.

“Questo continuo rinascere e sparire, rinascere, e sparire mi sta mettendo in confusione / Sono l’artista del Raduga, dello Strega, e del Montano, o una valletta della televisione/ va a finire sempre nello stesso modo : inizio a scrivere e mi metto nei pastiche.”

Il piacere della libertà dal vincolo scioglie facilmente intrighi e nodi.

ANTONIO SPAGNUOLO  

 

 

mercoledì 29 gennaio 2025

SEGNALAZIONE VOLUMI = GIOVANNI CAMPI


GIOVANNI CAMPI: "Luna muta altera" - Ed. Anterem - 2024 - pag. 50 - € 14,00  

Sfogliando le pagine elegantemente alternate da preziose riproduzioni di  Francesco Carbone immediatamente abbiamo la sensazione di trovarci difronte ad un "ibrido letterario". L'autore offre  sonetti rigorosamente realizzati in forma classica, con rime accurate, ma con una compilazione che accarezza la neo/neo/neo avanguardia, ricalcando quelle esperienze che già nei primi anni dello scorso secolo raggiunsero momenti validi di storicizzazione.

  Da Marinetti in poi sino a Edoardo Sanguineti, Andrea Zanzotto, Franco Cavallo, Stelio Maria Martini, per ricordarne solo qualcuno. 

Nella difficoltà di aprire un dibattito mi sembra opportuno riportare quanto scrive Stefano Guglielmin in quarta di copertina. - "I venti sonetti che compongono questo libro, il quale prosegue la ventennale ricerca neobarocca dell'autore, scaturiscono da un corpo a corpo con le immagini di  Francesco Carbone. Non ne sono tuttavia la traduzione pro verba, bensì l'immaginifica e schizoide conseguenza o rifrangenza, attraverso una scorribanda nella tradizione plurale della lingua italiana, dal medioevo al contemporaneo....Lo sperimentalismo Campiano agisce su  etimi e paronomasie, su agglutinazioni e segmentazioni lessicali e frastiche, su arcaismi e aferesi, mai restando fermo in un luogo, nè fisico nè retorico, come se le lune da cantare chiedessero gli strumenti sopraffini della  tecnica verbale di seguirne le evoluzioni, siano esse altisonanti o da sordina, nel sibilo della luce o nella ritrosia del del buio o del vuoto." -

 Venti le lune che brillano di luci mutevoli :"abbandonato bandolo, la matta/ matassa, brogli e scartafacci inclusi,/ in fumi infumi- stringhe e laccj: adusi/ consumi, d'ont'a'onti: bestia ratta/ la vipistrella, vispa e spiritosa...."

  Lettura che avvolge in variopinte vertigini tra comete sfuggenti e incisioni di urgenze.

ANTONIO SPAGNUOLO 

  

martedì 28 gennaio 2025

RIVISTA == KENAVO'


*****
E' in distribuzione il numero di gennaio dell'elegane rivista KENAVO' ideata, realizzata e diretta brillantememnte da Fausta Genziana Le Piane-- Fascicolo ricco nel quale firmano : Enrico Finocchiaro, Eugenia Serafini, Antonio Spagnuolo, Elio Camilleri, Fausta Genziana Le Piane,Riccardo Renzi, Ler, Giuseppe Tacconelli, Clara Di Stefano, Maria Rosa Catalano, Elisabetta Tassi, Mario Narducci, Anna Manna, Massimo Pirozzi, Sylvie Wolf, Paolo Ruffilli, Aurelia Rosa Iurilli,Roberto Casati, Gianfranco Cotronei. Per contatti: faustagenzianalepiane@virgilio.it =

POESIA = MAURO MACARIO

***
"ESILIO"
Né angelo né demone
vivo in una terra di mezzo
un monolocale nel deserto
aperto ai venti
cercando un’identità sabbiosa
che cambia come le dune
e guardo il mio tempo
cieco a dirigere un traffico
che non esiste.
***
***
"NESSUNO SUL LUNGOMARE"
Le ragazze che al sole d’estate
animavano i corpi di misteri smaniosi
si muovevano lente nei vestiti leggeri
e poco donavano alle mani frementi
già paghe del gioco crudele
di svelare un istante di segreti biancori
e poi riderci sopra scappando di corsa
ma in sere più ardite
le ragazze che ai riflessi lunari
s’arcuavano verso le stelle
accendevano piccoli fuochi
sulle umide rive
perché cieco non fosse il ragazzo
a frugare nell’ombra
e da quelle fessure al tatto dischiuse
un lamento sottile di foglie premute
si perdeva nell’aria
le rivedo talvolta e posso toccarle
al passaggio di nubi piovose
chiudendo gli occhi ai giovani odori
che il ricordo sprigiona come estasi triste
per questo d’autunno
i vecchi muoiono sulle panchine
con un grappolo d’uva tra le mani
quando le ragazze del sole e della luna
vanno in eclisse
e tutto per sempre si oscura.
***
***
"MARE SILENTIUM"
Lo guardavo giocare sulla spiaggia
col secchiello la paletta
e una spina di riccio nel piede
fragile candore
da grande cambiò gioco
siringhe lacci e un ago nella vena
fragile pallore
poi il maremoto mi restituì il secchiello
*
MAURO MACARIO
**********
RIFLESSIONE SULL’ARTE
L’atto creativo, per me, corrisponde ancora una volta all’esperienza concettuale del “ mischiato “ e forse in maniera ancora più enigmatica e dalla doppia valenza filosofica. Creare un’opera d’arte può essere un’alternativa a questa umana avventura per inventarne un’altra dove con questo lasciapassare- il manufatto artistico – chiediamo la cittadinanza onoraria nell’altrove, un continente dell’immaginario popolato di miti, idoli, fantasmi, feticci, amori. In qualche modo uno spazio dove ricostruire la vita come vorremmo che fosse stata, dove elencare la demolizione progressiva del sogno, dove ipotizzare la prosecuzione suturata di rapporti recisi, dove esercitare una laica liturgia dei sentimenti, inespressi o annullati nello spreco del rifiuto o dell’abbandono, dove l’uomo utopico si scontra a muso duro con i regimi tecnocratici e finanziari, dove si rivendica la priorità del soggetto rispetto all’oggetto, dove creare la piazza planetaria delle tensioni insurrezionali, dove trovare il diapason del silenzio attraverso il linguaggio dei segni, le parole. Le parole esprimono l’infinito del sentire solo in poesia, perché vaganti in brandelli da ricucire (anche a caso, il senso verrà fuori), in altre circostanze la parola subisce il condizionamento del pensiero razionale e invece dell’infinito cerca il definito. Diventerà letteratura della matematica. Se due più due fa quattro, non c’è più infinito. Se fa cinque –diceva Ferré – è più interessante. E’ dunque uno spazio dove tutti si affrontano per la prima volta ad armi pari perché le motivazioni vengono dal reale e qui trasfigurate, poi come figli ribelli si rivoltano contro i padri –i poeti –di cui non riconoscono alcuna autorità tanto meno quella della trasfigurazione e vogliono di nuovo il sangue, il duello, la vittoria della miseria morale. Da qui scatta l’interrogativo : se l’atto creativo non è sufficiente a compensare il dolore reale in modo permanente, se la motivazione originaria è più forte dell’atto creativo stesso, allora è più importante la vita e bisognerà accettare di trastullarsi onanisticamente con l’atto creativo riconoscendone quei limiti che tu, artista, avevi supposto di oltrepassare verso l’infinito, quell’infinito che invece ci vai a sbattere contro come in un frontale tra due macchine. Non sempre è facile identificare le vittime perché, secondo la scatola nera, vittime e carnefici si scambiano i ruoli in un’alternanza continua. La scatola nera è la poesia, qualsiasi forma abbia assunto tirandola fuori dalle lamiere. Meglio se con uno sfregio sulla guancia. L’atto creativo ti farà capire se ti basta il surrogato inventivo o se la vita nei suoi disastri è una creazione che sfida il proprio simulacro clonato o ricomposto. L’atto creativo è anche il solo e patetico mezzo per non morire del tutto, la tecnica di un’illusione che proroga la sparizione totale in un’idea ostinata di immortalità, la sopravvivenza testimoniale di una sensibilità che tenta di erigere promesse di memorie su fondamenta di vento. Ed è siamese al sogno. Ma non dimentichiamo che l’atto creativo è dispettoso, si sposta sempre più in là, non conosce compiutezza, in controsenso alimenta nell’artista l’insoddisfazione permanente, s’inserisce come un figlio adottivo di cui non si conosce bene la natura. L’atto creativo si nutre di un sentimento di perdita, è lo smarrimento dell’ orfano. E’ un perdente vittorioso. Oggi, da vecchio, accolgo il pensiero di Lao-Tse : l’Arte è un immobile scalpitìo.
(Mauro Macario)

lunedì 27 gennaio 2025

POESIA = BARBARA DI SACCO


****
"Un Carme d’addio"
Incupito e serio
il profilo abbassato
sotto il capo chino
verso la tetra idea
attica tragedia
precorritrice
del lirico melodramma.
L’infelicità d’amore
i carmi d’addio
ode alla gelosia
e l’epitalami non corrisposti
dall’amore impossibile
tanto professato
cantando la propria diversità.
Le pieghe profonde
della veste
son piaghe del cuor suo
la lira, compagna
dei proclami tristi.
La serpe avvolta al polso
costantemente desta è, all’eros.
La posa tua bianca
o Saffo
oggi, ancor più s’ addolora, poiché
un velo nero, su di te calano
or che lo scultore tuo
d’improvviso è spirato.
***
***
"La danza"
La festante pietra
sboccia la danza
su ali di bellezza
il giubilo plaude
cantante ruota
la nudità promossa.
Gioiose fanciulle
s’aggrazian in tondo
fra risa giocose
al bell’Apollo
e sotto, lì seduto
sta il putto divertito.
Sensuale ballo di Veneri
candide lune prosperose
alla luce dei seni.
Quei ricci voluttuosi
e birichini sulle risa
e vesti cadenti
animano i ritmi
dei passi ballerini.
Lui, alto, lui Adone
apre le braccia
all’innocenza
che vola gagliarda
e nastri e drappi
d’allegoria composta
è codesta festa.
***
***
"Con una rosa"
Delicato e profondo profumo
sottile sensazione
finemente penetrante
emanata da spiral di petali vellutati.
Di fascino coloratasi
allo schiuder di bocciuolo
adagiato su gentil calice
tenera corolla.
Tale essenza trascinante
verso spira avvolgente
eloquente espressione di perduti sensi.
Sia così pelle duttile
seta morbida ed arrendevole
d’amabile carezza.
Come sangue, il color
di passione
rosa, d’amor celato
velato e taciuto.
*
BARBARA DI SACCO

POESIA = LUANA MINATO


****
Talvolta la poesia
-
ha parole come foglie danzanti
che il vento solleva
e fa ricadere in ordine sparso
-
Ne cerco il senso
nel tappeto chiaroscuro
che si disegna all'ombra
della grande quercia
-
prima che svanisca di nuovo
nello spazio silenzioso
della mia stanza-giardino
==
"Sono esistita - per te -
nella riga sottile di una piuma leggera
e nel suo grembo sono divenuta spora
di piccoli fiori di campo
nel breve attimo di dolci pensieri
confusi con la luminosità innocente
di istanti di indefinita felicità
==
"Resto solo io nel rigo
che avanza e si ritrae
sul filo d’inchiostro in cui m’immergo
per aggrapparmi ai margini d'un foglio
disarmata e nuda a cercare
la parola che mi vesta di note
e mi salvi dal chiasso assordante
della solitudine
==
"Ritorno
nell’attimo iniziale
dove la parola tace
raccolta nel ventre
che accoglie l!attesa
senza lo scorrere
inarrestabile del tempo
partendo da un punto
sospeso nel nulla
*****
LUANA MINATO - dal volume "Memoria del silenzio" Ed. Ladolfi 2023
*****
Minato Luana nata a Sassari, trascorre diversi anni della sua infanzia in Sudamerica, vivendo in diverse città colombiane. Si traferisce in Italia definitivamente negli anni ottanta. Compie studi umanistici, conseguendo la laurea in Lettere Moderne.
Nel 2009 consegue il titolo di Dottorato in Letteratura italiana moderna e contemporanea alla Sorbonne Nouvelle, Parigi. Nel 2016 pubblica alcune poesie nella Collana Navigare anche in versione audiolibro. Ha partecipato a diversi concorsi letterari in occasione dei quali alcune poesie sono risultate finaliste e altre vincitrici di premi e pubblicate in antologie.
Nel 2019 pubblica con la casa editrice Terra d’ulivi edizioni di Lecce una raccolta di poesie intitolata !Sono io in ogni forma” e nel 2021 con la stessa casa editrice, la silloge !Siamo fatti di sogni”. Ha pubblicato anche due racconti De profundis e La Tarantola, selezionati e inseriti nell"antologia !Schegge e frammenti”, Terra d"ulivi edizioni, 2019. Nel gennaio 2023 è uscita la nuova silloge intitolata “Memoria del silenzio” pubblicata da Giuliano Ladolfi editore. È stata inserita nell’”Almanacco di Poesia Italiana”, Secolo Donna 2022, a cura di Bonifacio Vincenzi, Macabor e nel volume numero cinque Italia Insulare “I Poeti” a cura di Bonifacio Vincenzi, Macabor, 2023.

POESIA = ERICA GAZZOLDI


*****
"Una cosa semplice"
Mi piacerebbe poter dire
che ho picchiato i pugni
e gridato al cielo
- ho anche provato,
così, tanto per fare.
Ma, stavolta, il dolore è verde
come quel bosco
dove abbiamo raccolto ghiande
per un bimbo non mio
- sono amare,
ma lasciano
un gusto dolce.
L’amore è una cosa semplice,
è una pessima canzone
gracchiata da un’autoradio
- ci mancava solo Tiziano Ferro,
adesso.
E l’unica morsa sul cuore
è quella di un abbraccio
che deve e non sa
finire
==
==
"Gli occhi della Luna"
A volte, mi guardo
con gli occhi della Luna
stupita
di tanto
incanto sopra
di lei:
degli alberi verdi
su fossi danzanti;
di quella terra
che non è
solo
bianca roccia,
che si rompe in rivoli
di germogli;
e di questa ragazza,
che ha in viso
due sue gemelle:
minuscole
e intere,
nel lago
dell’etere buio.
==
==
"Signora delle lacrime"
Santa Persefone,
signora delle lacrime
e dei fiori,
forse conosco
la tua foschia
che, come una carezza,
si spande.
Sa della rugiada
pietosa
e pungente
sull’erba,
che impasta la bocca
come una nenia
Sa dell’umido sole
all’alba
che lava
coi verdi raggi
i resti di vecchi passi
nei nostri cuori,
o santa Persefone,
signora delle lacrime
e dei fiori.
***
Erica Gazzoldi
- dal volume "Il peso dell'ombra" 2021

sabato 25 gennaio 2025

POESIA = ROSARIA MARIAGRAZIA FIORENTINO


***
--"Miele e aceto" --
Una rosa agra, sale,
vento di cortecce,
sabbia e tempeste.
Nella mia testa ora c'è
il tuo sapore. Ma l'errore è
intrinseco.
Il sapore deve essere
nella bocca, nelle narici,
nei pori della pelle.
"Io sono anche aspra"
mi hai detto. E ora non serve
salire sulle tegole a meditare
rimirando le stelle.
Tutto ciò che posso fare
è de-siderare, nutrire
la nostalgia di ciò
che non c'è stato,
un cielo che non ho sentito sfiorarmi le braccia.
Ciò che devo fare è pensare
ai tuoi occhi scuri, fermi come
ragni affamati del pasto quotidiano e un attimo dopo
bambini impauriti in attesa
di una carezza sincera.
C'è una sera che non conosco
nelle tue pupille, e mille mattini
di cui non ho sentito l'odore
nel tintinnare d'acciaio nella stessa tazza che usavi da fanciulla.
Ho solo la certezza che non mi ami.
E mi consola. Mi rende leggero
e disperato, ancora in grado di
ridere di me mentre muoio
di cieco desiderio.
Sei agra sul serio, lo so,
ne sono certo.
Ma per sentire in bocca quelle gocce aspre della tua rosea
ferita bagnata disegnata da un satiro dolce e crudele, darei tutto
il bene e tutto il male che ho
e che sento, il tormento
e la gioia eternamente abortita di questa vita sgangherata che è tutto ciò che ho.
Per assaporarti da cima
a fondo farei a piedi un pellegrinaggio per niente santo
fino in Estremadura o resisterei in piedi da mattino
a sera su un carro merci della
transiberiana pur di svegliarmi
un mattino accanto alla tua sottana colorata di profumi
e umori, l'essenza
di due esseri scontrosi che si
sono sciolti, polline di
fiori impazziti e rinsaviti.
Non accadrà. Tu cucinerai
i tuoi cibi per altri denti e altre mani
ed io farò la spola tra una strada polverosa
e una fucina di parole impeccabili e letali.
***
***
=="Sibilla e Circe" ==
Sei Sibilla e Circe, ebbrezza e dannazione,
sei quel bene e quel male che va oltre,
nel luogo in cui nessun filosofo
può resistere al sollievo della follia.
Se guardo ancora un istante i tuoi occhi
neri e profondi come l'Averno
senza udire il tuo responso, muoio;
ma neppure la morte, neppure un umanissimo Inferno, sarebbe peggiore di questa
incertezza, di questo averti senza averti,
di questo non sapere se quando ti chiamo
amore dentro di te ridi, piangi o pensi
al colore del vestito da indossare
per incontrare un tuo corteggiatore.
Ho bisogno di sapere, qui, ora,
se quel cuore che nascondi sotto
il tuo splendido seno è solo una serpe
colma di veleno o un fiore che ha
paura del volo di una farfalla.
Uccidimi, Sibilla, oppure
fammi vivere con una tua parola,
una tua sentenza definitiva.
Senza di te sono già condannato,
ferito, appeso ad una trave di legno;
ma soprattutto il tuo silenzio
crocifigge lungo una via Appia sterminata
e senza fine, l'amore che ci ha accolti,
unendo due esseri bizzarri e sdegnosi
che si sono ritrovati fragili nel momento
in cui si sono visti, guardati e sentiti affini,
scordando tutti i piani prestabiliti, tutte
le barriere e le prudenti staccionate.
Tutti gli inverni sono diventati estate,
tutti gli inferni vissuti sulla pelle nel buio
di una stanza sono sembrati
lontani luoghi di vacanza.
Decidi, Sibilla, adesso, non esitare oltre.
Avremo tempo, semmai, per tergiversare,
per imitare il grande Cunctator,
in un immenso letto d'amore sospeso
tra il cielo e il baratro.
****
ROSARIA MARIAGRAZIA FIORENTINO

SEGNALAZIONE VOLUMI = ANTONIO SPAGNUOLO


***
Antonio Spagnuolo:"PIU’ VOLTE SCIOLTO" Ed. La valle del tempo 2024 - pag.64 - € 12,00
Già dai primissimi versi della raccolta la vena del poeta campano Antonio Spagnuolo si offre al lettore con cadenze che sottolineano uno dei temi suoi più ricorrenti: quello del tempo e dei monotoni affanni/ rivolti a rimembrare le scosse/ di ogni ora che passa: un tempo predominante, inesorabile che rende inutile “la sfida delle attese”.
La drammaticità dei versi non è ricercata, ma dettata dalla coscienza dell’inesorabilità del destino mentre il linguaggio poetico presenta a tratti echi montaliani e leopardiani. Noi siamo il passato- scrive Spagnuolo- ed è verità quella che eroicamente egli grida, svelando persino “l’astuzia e il decorso di una misera rima”.
Giunto fin qui, il poeta stesso sembra volersi allontanare dalle certe convinzioni che lo hanno accompagnato per tutta la vita: perché niente riporta l’uomo nel tempo felice, nella mappa illusoria dell’abbraccio.
Illusione, dice Spagnuolo, ripercorrendo i luoghi della tradizione letteraria italiana e straniera, solo illusione è la vita, la fiaba non dura che un attimo e poi si disperde. I versi, dotati di aperta musicalità, mostrano tecniche stilistiche e lessicali di gran pregio.
Si continua a leggere nella speranza che si plachi il dolore latente dei versi sostituito a tratti da immagini di rimembranze gioiose (la tua letizia /esplodeva al mattino come albore) alternate a espressioni disilluse dove ricorrente si fonda la domanda se sia realtà o vano sogno quello che è il vissuto dell’uomo.
Un uomo, un poeta, Spagnuolo che ha continuato ad amare la sua donna ad onta del tempo che tutto cancella e corrompe, trattenendone amplessi e sorrisi nei versi delle sue raccolte pur facendo ogni giorno i conti con le illusorie compensazioni di cui nessuno può fare a meno.
Ed è qui che si affaccia il grido di fede, circoscritto tra annunci di speranza e l’incapacità umana di avvicinarsi alla trascendenza:
"L’eterno è nelle nostre mani e riempie
di sgomento l’inenarrabile vicenda,
e non tenta almeno in una volta
di comprendere
cosa sia la trasparenza del Verbo.
Si dipana il percorso dell’autore tra questi bagliori di ricerca e la coscienza del proprio limite umano che, intrappola e tradisce l’intento, che dà e toglie, che contrappone la luce al baratro.
Sono versi protesi verso la ricerca, affranti o pervasi da flebile speranza, mentre i ricordi indelebili di edenici amplessi sono contrastati dalla caduta delle illusioni: qui si avverte il dramma dell’individuo più volte sciolto che prende coscienza del conteggio dell’ora mentre la poesia si fa avara nuovamente di asserzioni positive, ma è pur sempre protesa a scorgere l’indizio, a decifrare l’enigma.
Prorompono nei testi parole che si dilatano nell’ombra. Non smette il poeta di altalenare tra considerazioni oggettive che vorrebbero avere la meglio sull’evanescenza del colore che disegna contorni (Variazioni del blu), regala scene di marine, rincorre il felice passato.
Una rosa basterebbe a dare fiato all’attesa di un incompiuto desiderio, ma il verso declina, accetta l’incompiutezza del sogno. Cosa sono la poesia, le arti? Risponde il poeta che l’arte è soltanto una frazione della nostra memoria
Spagnuolo si muove in cerchi concentrici: inganni, illusioni, disvelamenti.
La parola, nei versi, conduce il lettore, a rivisitare momenti di vita, flash rapidi, incisivi, poi dopo una breve parentesi (la sezione scherzosamente dedicata alla poesia Kitchen) il ricordo della donna amata riaffiora e il sogno si fa nuovamente poesia, consolazione dell’anima.
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Carla Malerba
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Poesie tratte dalla raccolta “Più volte sciolto”
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"VARIAZIONI DEL BLU"
Nel giogo variegato del colore
rinsalda una magia che s’incarna
in quella impertinente fantasia
che avviluppa sembianze evanescenti.
Esplode il blu in tutte le varianti
nel breve rammagliare le figure,
il profilo che staglia suggestioni e ricordi.
Anche sbiadito il tocco non si muta
tra gli spazi lucenti degli azzurri,
tra le incursioni del cobalto o d’oltremare,
e torna negli accenti delle bozze
per il fervido raggio della luce.
Così ogni curva accarezza l’onda
di un angelico volo al primo gesto.
==
==
"ADESSO"
Spalancavano aromi i tuoi coturni,
docile fanciulla tredicenne,
e il piede rosa legato all’autunno
lasciava tracce di presagi ed abbandoni.
Blandito dalla gonna abbandonavo
gli studi per un messaggio insonne
nel deserto delle lunghe attese.
Per l’imbarazzo dei sensi ed il trionfo
delle nudità divenivo selvaggio
nella timida pietra e l’impazienza,
addentando l’assurdità nervosa
di carezze.
Intollerabile adesso ribolle il ricordo
ed in bilico mi annulla.
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venerdì 24 gennaio 2025

SEGNALAZIONE VOLUMI = ANTONIO SPAGNUOLO


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Antonio Spagnuolo, "Futili arpeggi".La Valle del tempo, Napoli 2024. pag.120 - € 14,00
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con ampio saggio critico di Carlo Di Lieto
*********
Figura sapienzale e d'amore quella di Spagnuolo, che ancora una volta viene a coinvolgerci, entro una nuova raccolta di versi, nel racconto prezioso di una vita interiore ancora ricchissima.
Di quella ricchezza si intende che non cessa di farci uomini, nel dibattersi tra aspirazioni e inquietudini, tra interrogazioni e memorie, tra promesse e mancanze nel pungolo ora divertito ora provocatorio delle loro, a volte necessarie, sospensioni. Ed allora, verrebbe da domandarsi giocando cogli stessi suoi versi, se ad ogni risveglio l'agguato è quello che ci fa il tempo o quello che noi facciamo al tempo? Seppure il corpo, nel divenire del tempo non può che rivelare di ognuno tutta la nostra inadeguatezza, come dal Professore ben sottolineato.
Una immagine esatta dei nostri tremori, dei nostri soffi, dei nostri fantasmi (solo tenendo dietro ad alcuni dei titoli che molto già rivelano di questo percorso). Nel tema dell'immagine d'altronde celandosi il perché della sua scrittura. Questo infatti per Spagnuolo è la poesia: riportare i motivi di un'immagine (come a proposito della guerra dicendo in un verso tutta l'agonia che comporta:."non torneranno più ai loro campanili"). Una dichiarazione di poetica nel concreto, che molto ci ammaestra guardando non solo alla sua età anagrafica che non cessa di chiedersi ma anche al frutto di un'esistenza che anelando al suo profumo lo rinnova (quanti richiami a questo!).
Ma l'uomo- come ricordato all'inizio- non inventa la poesia, la asseconda, in una corsa dove "riprender fiato è come spaccare il cuore", dove la morte scherzata, è allontanata, la vita balbettando qualche verso.. come lallando nel suo caso, mantenendolo giovane. Una morte, una vita tutta in un "mistero che trabocca/nel quotidiano andirivieni di candele", e dunque Cristico in una sottolineatura che personalmente ho apprezzato molto, l'uomo "zavorra imperfetta dell’universo" e perciò amata. I versi allora diventano solfeggi, mappature di aspirazioni, di una nominazione che sa che in quanto tale già nella pronuncia interrogando e dunque dando presenza può salvare. E dunque, ringraziandolo a lungo per questo, andiamo a chiudere proponendo un testo che ci sembra più che esemplificativo di quanto accennato.
GIAN PIERO STEFANONI
******
"IL VUOTO"
Anche se il nulla
si nasconde all’ultimo respiro
il mio ingegno frantuma
il vuoto che l’attende.
A stupire un nascondino disorienta
la parola in agguato e ancora frena
se non riesce a tagliare al primo scontro,
o scivoli atterrita al suono di un violino.
Labile corda il motivo
e inutile attesa.
La mia mano ha lontananze lunghe
improvvisate al giogo della scure.
=
A. S.

mercoledì 22 gennaio 2025

POESIA = LUCREZIA LOMBARDO


***
“Natale”
In una mattina di dicembre ,
poco prima di Natale,
quando tutto si predispone alla bontà,
nel dolore assuefatto di luci
della solitudine,
e’ arrivato un bus a due piani dall’est
dove la vita ancora esiste
nel silenzio degli sguardi altrui che
annoiati da tutto
scrutano.
=
***
“Suonano i passi”
Un rincasare svelto
in cui brillano gli autunni di velluto.
Riacquistano spessore
le vite di terra incastonate
tra gli ultimi verdi.
Avvolto nei pensieri il cielo
ovattato di boschi.
Bianco levarsi
di ore:
il giorno non risponde,
tutto si sbassa nel bagnato
e rotolano le ambizioni
come ricci di pianta.
Casta immobilità dei mattini
svaporati tra cortecce:
segue il proprio ordine
il magro mese
che precede le notti insonni
dei cuori aperti.
*****
LUCREZIA LOMBARDO

martedì 21 gennaio 2025

POESIA = ROBERTA ALBERTI


***
"Tenero piacere condiviso"
Tremante gli rubai il primo bacio,
lui tremante mi baciò:
ballerine le nostre labbra
ancor si baciano,
tremanti nella quieta e fresca sera,
tremanti nell’alba che verrà,
chissà... nel risveglio della primavera
o nel crepuscolo inverno
inoltrato già.
=
Tremanti le labbra
dal tenero piacere condiviso
che il tempo mai separerà.
=
(13 aprile 2024)
===
***
"Infelice"
Volano lettere d’amore,
pergamene sinuose
nel cielo senza sole.
Si staccano le parole,
volteggiano come note
nel cielo senza stelle,
sfiorano un uomo senza pelle,
in balia delle guerre.
=
Un uomo col suo fiore
ode il grido d’amore,
vaga senza nome
schiacciato dall’orrore,
invano chiede amore,
invano dona amore;
un mondo senza cuore
non comprende il suo dolore:
perde nelle ore
l’ultima ardente passione.
=
(16 settembre 2024)
==
**
"Fiore di loto"
Fiore di loto
che ti schiudi
alle prime luci del mattino,
candido fiore
puro in amore,
scrigno di perla
come la pelle
delle muse
e delle ancelle,
che si specchiano
nelle acque stagne,
dee eternamente belle.
=
E, come un fior di loto,
rinasco dal fango,
bianca come la luce,
rosa come la carne,
gialla come il sole,
rossa come l’amore,
mi adagio nuda sul fiore,
cullata sul fil d’acqua,
abbracciata da lui
che mi incanta.
=
(21 maggio 2024)
ROBERTA ALBERTI
==
***
Roberta Alberti, nata a Potenza il 22/12/1972 residente a Calvello (PZ), Qualifica all’Istituto Statale D’Arte di Potenza in Arredamento e Architettura.
Diploma di Laurea in Scenografia, Diplomata all’Accademia delle Belle Arti di Foggia.
Cura la pubblicazione postuma del romanzo del fratello, “Il Petrolio di Alarico” di Rocco Donato Alberti. Redige la sua propria silloge nel Luglio 2023 dal titolo “Versi in itinere”, vanta vari premi letterari e pubblicazioni collettive anche se scrive versi dal 2021.
***

lunedì 20 gennaio 2025

POESIA = GIOVANNA SANTANGELO


**
"OMBRE"
Ascolta! È la voce del silenzio!
Il Frastuono roboante del buio,
che risuona nell’oscurità.
Accompagna le strane ombre
che avvolgono la notte,
sono le stesse che governano
le coscienze pesanti,
di coloro che rinnegano la luce.
Ombre che vagano,
alla ricerca di un flebile barlume,
per apparire agli occhi
di chi non vuol vedere.
Tremule e leggiadre
come fiaccole mosse
da un alito di vento.
Tornano silenziose le chimere ,
placando gli animi trepidi
e i fervidi pensieri.
Quando le stesse ombre
tormentate nella notte,
svaniscono al crepuscolo,
di un’alba ancora vergine.
====
"PAROLE VIVE"
Melodie dell’anima
riverse su candidi fogli,
parole scandite nel vento,
trasportate come
foglie sperdute.
Trascinate nel tempo,
ricordate da menti nostalgiche.
Eterni versi di un anima folle,
che sogna inoltrandosi
nelle perdute ombre.
Immortali graffi brucianti
sulle carni di un profeta vivente.
===
"CHIEDO DI TE!"
Disperatamente ti cerco,
nei luoghi dove ti hanno
visto esanime.
Nei vicoli sperduti
sotto quei cartoni abbandonati.
Nelle case più belle
dove sembrava esserci calore,
nei gesti spontanei di un fanciullo,
dove l’ingenuità non ha più un ruolo.
Chiedo di te!
Disperatamente ti cerco!
Vado vedendo ovunque,
nelle parole stanche della gente,
negli sguardi innocenti degli oppressi,
nella mente di chi decide di porre fine ad una vita.
Negli spazi infiniti, irrespirabili, compressi, temibili, oppressi, invivibili.
Chiedo di te!
Disperatamente ti cerco!
In chi non crede più in te,
nei discorsi importanti,
di gente che conta.
Sui tavoli dove esistono
pulsanti di comandi.
Nei cuori ormai aridi
senza più germogli,
negli abbracci gelidi
di due innamorati,
nei tramonti raccontati,
nelle albe dei poeti.
Chiedo di te!
Disperatamente ti cerco!
Chiedo alla gente
dove sei finita,
come abbiamo perso il senso della vita.
Eppure io spero ancora,
spero di vederti rinascere,
in un sorriso ingenuo,
nella speranza di veder
fiorire una primula
tra le crepe dell’asfalto.
ed io chiederò di te!
Ansimante, ti cercherò,
so che esisti ancora,
tra questa indifferenza
di un mondo di perdenza,
l’unica mia speranza,
è quella di trovarti,
ma fino a quel momento
io chiederò di te,
in un’unica domanda
che mi addolora il cuore.
Dov’è finito l’amore?
**
Giovanna Santangelo

POESIA = MENOTTI LERRO


***
"Da La Roscigno Vecchia di Giuseppe Spagnuolo, Ladolfi editore 2025"
=
Che ne è stato del Novecento?
Siate empatici!
=
Ricordi la notte
del nuovo millennio?
Sembrava dovesse
portare con sé la fine
o regalare nuova speranza.
Nella piazza
ceppi roventi,
bambini buttarono
botti e botti
ridendo per la goffa
paura delle gonnelle.
=
Fu un giorno solenne,
giorno in letizia
tra le spelonche.
Poi dissero
non si poteva restare.
Il nuovo impallidì
con le sue false promesse
di carta bagnata
e tu ne moristi per essere
poi con me una sola carne.
Ti custodisco, amore,
come un paese fantasma che
custodisce ricordi,
mare delle emozioni.
=
Domattina verrà
Eva la pittrice,
dice che vuole fare
poesia della pipa.
*****
*****
"Da Lockdown, Genesi editrice, 2020"
È bastato un soffio.
Cadono alberi e torri nel nostro
piccolo mondo cesellato a colpi
di carta vetrata e rozzi pennelli.
I medici giocano a Blackjack
operando fantocci, bestemmiando
tra gli infermieri complici.
I docenti a scuola leggono
“La Gazzetta dello Sport”
mentre i ragazzi accovacciati
sotto i banchi sguazzano
nelle polveri sottili.
Il virus ci farà Santi?
ripete l’arrotino che resiste
dalle mie parti, mostrando
la luce dei suoi coltelli perfetti.
=
Ogni casa è più sola.
Le ugge tradiscono i lumi
e nessun profeta osserva
la vena della mano.
Strade in rovina, il campetto
dell’infanzia ha una spada
conficcata al centro
e un pallone rubino
avvinghiato come labbra aride
su un filo di spini.
Eleganti gesti riecheggiano
nell’aria paludosa.
Non esistiamo più.
La fede ha gli stessi occhi
di un condannato.
=
[...]
=
Quanti ponti possono spezzarsi!
La natura muta senza mutare
lasciando al posto dei corpi
una corona di luce che altri
corpi attraverseranno.
E nessun nome venga sentenziato,
ma onesti acrostici
e languide preghiere.
**
MENOTTI LERRO

POESIA = RAFFAELE PIAZZA


***"Alessia al cinema"
(Il posto della fragile)
Attimi di Alessia al cinema
fiorevole con Giovanni
nella bellezza dello schermo.
Calma di ragazza Alessia
nel fluire delle immagini
per gioco di quinta stagione
ai pensieri nell’agglutinarsi
della trama con quella del
suo film felice.
(Stasera fa l’amore all’Albergo
degli angeli).
L’adolescenza di Alessia
è una camera per due
calcinata con un poster
azzurro e un letto.
Pensa Alessia al prossimo
dono dell’amato.
Poi escono dal film per giungere
alla vita dietro l’angolo.
*
Raffaele Piazza

sabato 18 gennaio 2025

POESIA = IRIS CALIF


****
IL FIORE DI IRIS DEL TUO CUORE - IRIS CALIF
Iris è scrittrice, poetessa, ballerina, editore e traduttrice di poesie in ebraico. Si occupa delle relazioni estere nella rivista online di cultura, letteratura, arte e poesia "The Direction of the Holy Spirit Wind" ("Bekiovn Hroh") ed è traduttrice e editore di poesia globale nella rivista, nonché editore di antologie internazionali nella stessa rivista; lavora nella rivista di cultura e stile di vita: "Mokasini" e nella sezione "World Poetry" del sito letterario "Rooms" ("Hadarim").
È membro dell'Associazione degli Autori e Editori di Musica in Ebraico in Israele "ACUM".
Per la poesia "Angel of Life", ha ricevuto il Premio Internazionale per la Letteratura Italiana - Milano 2024: "LA CITTA DEL GALATEO", Premio speciale per l'eccellenza nella categoria degli scrittori stranieri da tutto il mondo, il premio 2023 come miglior poeta internazionale e Poeti, in: THE JOURNAL OF RENDITION OF INTERNATIONAL POETRY (ITRC), (Multilingue - Cina). Inoltre, è stata selezionata una delle "20 importanti Giornaliste Internazionali per l'anno 2024 da Legacy Crown’s" in Filippine (Asia).
Iris ha conseguito un diploma dalla "Unione degli Scrittori Professionisti Russi" e dalla rivista internazionale "Arina NN", registrata presso il Ministero della Cultura della Russia, per il suo contributo al mondo della cultura "Comunità Poetica Internazionale", (2022).
Ora è responsabile del Dipartimento di collegamento israeliano della rivista Hong Kong Literature and Arts; embro dell'Associazione di Artisti e Scrittori del mondo SAPS. Partecipa al Comitato Editoriale del World Poetry Yearbook 2024 (edizione in inglese) e ha ricevuto il Dottorato Honoris Causa dall'International Forum for Creativity, Humanity, dal Regno del Marocco.
Iris è discendente della stirpe di Kabbalisti, benedetta dalla profezia dello spirito del cuore e dalla capacità di comunicazione e visione, che si esprimono nella sua scrittura mistica e cabalistica, dotata di tocchi spirituali dei mondi superiori e nascosti. Per lei, è una benedizione brillare con lo spirito della voce ebraica dalle profondità dell'amore, della vita e della fede nel creatore del mondo, nostro padre nei cieli.
"E mentre volo con il volo della mia anima spirituale, porterò l'aureola santa della luce della mia voce ebraica d'amore, nel mondo eterno delle ali della colomba dello spirito di Dio, pace della terra vivente". (Iris Calif)
Tre dei libri della poetessa sono già stati pubblicati: "In una lane affascinante respira Lolita" (2001), "Luna selvaggia e pura" (2017) e "La figlia di Dio" (2020); attualmente sta lavorando per il suo quarto libro. Le sue poesie sono state pubblicate e lette alla radio, in televisione, su internet, in riviste e giornali nazionali e internazionali e in antologie in tutto il mondo; inoltre sono state tradotte da poeti internazionali in numerose lingue, come: spagnolo, bengalese, nepalese, arabo, cinese, turco, assamese, russo, albanese e italiano.
Le sue poesie sono state presentate in molte mostre prestigiose e internazionali in Israele, come "Crowns of Winter" (gennaio 2023), dove una sua poesia tradotta in bengalese è stata esposta insieme a poesie di sette poeti internazionali, ciascuna tradotta e modificata in ebraico da lei. Inoltre, la mostra "Black-Red-White", ha esposto le versioni tradotte di Iris di poesie scritte da cinque poeti internazionali. Recentemente, le sue poesie, tradotte anche in cinese, italiano, spagnolo e arabo, sono state presentate nella mostra universale "Butterflies of Peace", di cui ha incluso anche le poesie di 21 poeti, provenienti da tutto il mondo, tradotte da lei stessa in ebraico.
La poesia di Iris riflette il viaggio interiore della sua anima, che guarda attraverso l'amore, sogna la vita e respira mondi sacri e nascosti. La sua poesia è simbolo ed espressione della sua vittoria sull'anoressia e della sua coraggiosa decisione di scegliere la vita e l'amore.
"E nella mia anima vivente di Iris, il mio spirito danza la voce vivente della vita sacra di Dio". (Iris Calif)
****
"IL FIORE DI IRIS DEL TUO CUORE" - IRIS CALIF
"Mio amato"
Nella corona del cuore del fiore di Iris nel paradiso o,
una dorata alba dipinta nei tuoi occhi, sto versando.
La preghiera della terra umida dalla pioggia del sole sacro
la sua voce ha mutato,
=
Il vento nascosto soffia;
i segreti della mia luna selvaggia danzano
L'essenza degli abiti della mia anima del fiore Iris svesto
dinnanzi alla riva del fiume dell'aureola del tuo corpo.
Sono la ballerina nuda, il fiore di Iris vivente del cielo,
che balla nel tuo cuore dell'Iris vivente
=
Le mie labbra bagnate sussurrano la purezza della bellezza umana, all'oscurità della Notte d'amore; Respiro...
Questa notte
sto versando,
il fiore dell'Iris del tuo cuore.
=
(©️Tutti i diritti riservati alla poetessa Iris Calif")
*
La poesia: "Il fiore di Iris del tuo cuore" della poetessa Iris Calif, perlustra il tema dell'amore attraverso metafore simboliche, in cui la figura del fiore di Iris rappresenta la purezza, la bellezza e la spiritualità dell'amore che la poetessa nutre per il suo amato. La poetessa utilizza l'Iris, (di cui porta lo stesso nome), un fiore che nei miti e nella cultura simboleggia l'armonia, la rinascita e la luce, per esprimere un amore che è tanto potente quanto delicato e fragile.
Nei versi, la poetessa descrive un incontro tra l'amore umano e quello divino, dove la "corona del cuore" del fiore di Iris diventa una rappresentazione metaforica dell'unione spirituale perenne tra l'amata e l'amato. La poetessa descrive la sua bellezza come una "ballerina nuda" e il suo cuore come un "fiore di Iris vivente", suggerendo che l'amore, come il fiore, è puro, trasparente, vivo e naturale.
La sua danza, nella natura e nella spiritualità è strettamente intrecciato con la sua visione dell'amore, che appare come un atto di sacralità e bellezza in un mondo che oscilla tra la luce e l'oscurità. Il "respiro" che si fa menzione alla fine suggerisce un'intimità profonda e una connessione che va al di là delle parole, un momento di comunione taciturna e intensa.
***
Tradotto: da Angela Kosta

venerdì 17 gennaio 2025

POESIA = RAJESHRI SENAPATI GOGOI


****
(da - DIBRUGARH)
=
"AMANTI DELLA NATURA"
=
Il potere della natura
è così strano e calmo
riesci a comprenderla?
vedrai gli alti e bassi del mare
ci riesci tu a farlo?
C'è un sentimento della natura,
la vita è eterna, e a volte silenziosa
di felicità e tristezza parla.
Non c'è niente pari alla mortalità
siamo esseri umani, stanchi dei mercanti,
e siamo amanti della natura
la pace vorremmo sentire.
Vorrei portare solo ricchezza e la bellezza.
accanto agli alberi secolari.
Vorrei sentire il vento
tranquillamente sul loro tronco seduta
vorrei riposare.
So che c'è una ragione riguardo alla natura,
ecco perché essa è tutto.
Verdeggiante è anche nei momenti più difficili.
Ci sono amanti della natura tra noi
un nuovo sentimento evoca.
*
RAJESHRI SENAPATI GOGOI
(Tradotto da Angela Kosta)

POESIA = CARLA ABILITATO


** "L'eco del passo"
Camminavo
=
*silenzio*
=
tra frammenti di vento e cemento
=
*sguardi spezzati*
=
una voce mi raggiunge:
“dove va il tuo passo?”
=
*fermo*
=
l’eco risponde
al vuoto.
=
****
****
"Nel ventre del silenzio"
Nel ventre del silenzio cova il tempo,
ogni respiro soffoca parole non nate,
e l’anima si sbriciola
tra sguardi assenti e carezze sospese.
Oh, cuore mio, battito ostinato,
ti cerco tra le ombre di giorni incompiuti,
nelle crepe di un cielo che non sa piangere.
=
Ti ho trovato sul ciglio di una lacrima,
lì dove il buio accoglie la luce esitante,
e il sussurro di un attimo
si perde in un eterno mai detto.
Sei il ricordo di mani intrecciate,
un respiro caldo che sfiora la pelle,
un passo che riecheggia senza fine.
=
La mia solitudine danza col tuo riflesso,
insieme tessiamo sogni fragili,
ogni trama un desiderio taciuto,
ogni strappo un perdono negato.
=
Oh, amore, che brilli come una stella
per poi spegnerti nell’alba,
sei l’urlo che squarcia il silenzio,
sei la mia eterna ferita,
e la pace che mai troverò.
***
CARLA ABILITATO

giovedì 16 gennaio 2025

SEGNALAZIONE VOLUMI = IMPERATRICE BRUNO


**
Imperatrice Bruno: “Materia verticale”- Ed. Nulla die . 2024 –pag. 120 - € 15 –
Un parallelo, dalla calzante formula dell’imprevisto alla lega del nostro immaginario, diviene cromaticamente inciso tra le testimonianze della nostra stessa esperienza nel quotidiano e l’esplorazione della fantasia che affonda tra memorie e incursioni, tra colpi di scalpello ed emblemi del credibile . Tra il bizzarro, che sembra giocare con il simbolo, e la determinata affermazione del ponderato i versi di Imperatrice legano la fantasia al pensiero ponderato, così che la lettura aleggia tra l’analisi del probabile e il percorso di svariate entità disegnate nel sensibile.
“La tua natura è selvaggia,
è di cacciagione, di mina antiuomo,
di argine al fiume sventrato; si muove con te,
te la trascini come una figlia, per i capelli,
sveste l’atmosfera quando
entri in una stanza.
La tua natura è del sole che esplode
e che per sua natura esplode
per riesplodere
e così il muschio che ti circonda
si brucia,
i rami che a tua cornice vorrebbero vantarsi
si chinano invece ai tuoi piedi,
ogni essere grida di sorpresa e di paura
la tua natura è il profondo sud del mondo:
inguine che pulsa e che riempie
quel vuoto caldo e carnoso
di coppa umana e selvaggia.”
In parvenza si viaggia tra un incandescente clima di figurazioni, pennellate con i colori dell’illusorio, e le vicissitudini palpabilissime del quotidiano, più volte determinando un’identità che continua a girare, mai vorticosamente, tra la siepe artificiale di un limite e la vastità dell’apparente. Ed il poeta fedele a se stesso può sempre concedersi la pause del sogno ed essere contemporaneamente corsaro impegnato nelle fantasie, ma fortunatamente, come in questo caso, nutrendo sempre la sua scrittura di un lessico che abbia tutte le sfaccettature necessaria ad una cultura profonda. Ancora più incandescente se tra i versi infiamma Eros, con lo specchio che riflette le morbide accoglienze della carne e dell’amore verace, febbrile o audace, sereno o plastico, in quella levitazione che rende l’approccio una specie di tentazione che affronta una barriera insuperabile.
Il calore della donna corregge ombre e lacerazioni, visita anfratti e angolature, intreccia scoperte e resistenze, in un ritmo poetico di indiscussa coerenza, per un percorso teso quasi semprealla proiezione oltre il visibile e oltre l’inconscio.
“I miei seni sono in piedi nella notte,
nella piazza
desolata che ci stringe;
torri che fanno guardia
tenendo il collo il mento,
al presagio del tuo arrivo.”
Una poesia che si offre con semplicità e complicità in contemporanea, con soluzioni che la poetessa trasforma in topos, tema chiave di un racconto che accede al simbolo, e si piega agevolmente nella realtà oggettiva.
Tensione tra i richiami della vita e dei desideri, tra l’atto di fede religiosa e il sussurro, tra gli spazi del presente e le fulminazioni della memoria.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

SEGNALAZIONE VOLUMI = ANTONIO SPAGNUOLO


Antonio Spagnuolo: "Più volte sciolto" - Ed. La valle del tempo - 2024 - pag. 64 -- € 12,00
*
In questo nuovo volume, "Più volte sciolto", la voce di Antonio Spagnuolo si espande in un’atmosfera di grande dimensione, poiché spazia dal passato al presente mantenendo un pensiero che va oltre il suo stesso sentire per divenire universale.
La presenza della morte aleggia sovente ma non rende una concezione oscura. E’ quasi una constatazione acquisita sin dai primi tempi ma che, con il passare degli anni, si fa sempre più presente e accelera il trascorrere dei giorni che rimangono : “Avverti la Falce Nera alle tue spalle / e attendi che prima o poi qualcosa / potrà incidere la parola fine”. Anche l’amore è presente ma non incide notevolmente come nei volumi precedenti. Qui assume un tono quasi evanescente e si trasforma in puro lirismo: “Come il fulmine che in un attimo sparisce / nel desiderio rimane l’addio nell’aria, / battito d’ali improvviso senza ritmo.” Oppure: “Perché la gelosia non mi attanaglia / ora che il nulla morde la tua carne? /Stringo la rosa , lacrima già mesta, / che deve cancellare ogni rimpianto.”.
Il poeta considera che tutto possa essere un'illusione, anche il fingere una serenità che non esiste, poiché spesso il dolore di ciò che si è perduto ritorna e la fragilità riaffiora: “ Con le unghie strappo ancora qualche mese / perché tu fosti fuoco nel labirinto illeso.”. La sua voce si dilata in varie tematiche e si avvale di diverse metafore, con dei versi che si rincorrono pregni d’ispirazione ed efficacia.
La solitudine incalza e richiama il nulla, nella consapevolezza che il traguardo è vicino: “ La casa vecchia avrà nuovi inquilini / e l’oblio della notte cancellerà / le tracce che ho braccato”; ma ciò che l’aspetta è segreto: “Nel girovagare tra immagini e fantasmi / forse scioglierò l’enigma dell’eterno”. Ritornano così ricordi di giovinezza, quando la passione dominava e alle volte ricompare pure in sogno donando attimi reali: “Nel sogno riappare la tua carne. / Io con violenza la palpo / per accertarmi che sei di nuovo viva, / nuda tra i cuscini roventi”. Questa ulteriore raccolta di Spagnuolo colpisce e avvince il lettore per una grande maturità poetica, lo stile distintivo e un profondo sentire. E’ ciò che sa trasmettere solo la vera Poesia.
*
Laura Pierdicchi

martedì 14 gennaio 2025

RIVISTA = NUOVO MERIDIONALISMO


*****
E' in distribuzione il numero 245 dell'elegante rivista "Nuovo Meridionalismo" curata e diretta da Giuseppe Iuliano
Ricca di 72 pagine affollate da interventi di pregio, firmano: Generoso Benigni (direttore responsabile),Emanuela Sica,Luigi Mainolfi, Emanuele Macaluso, Francesco Petrillo, Paolo Saggese, Clara Spadea, Amato Michele Iuliano, Mino Mastromarino, Michele Ceres, Mirella Iannaccone, Matteo Claudio Zarrella, Gennaro Iannarone, Aldo De Francesco,Teodoro Russo, Alessandro Di Napoli,Paola De Lorenzo Ronca, Franco Mangialardi, Luigi Mainolfi, Mino Mastromarino, Michele Vespasiano, Bruno Troisi, Antonio Pulcrano, Gerardo Cioffi, Giuseppe Iuliano, Gerardo Iuliano, Antonio Pulcrano,Vincenzo Aversano, Anna Gertrude Pessina, Sibilla Ingui, Antonio Spagnuolo, Michele Sessa, Raffaela Vallese, Riccardo Sica- Vignette di Malatesta--
Per contatti = giiuliano@tiscali.it

lunedì 13 gennaio 2025

SEGNALAZIONE VOLUMI = MONICA MESSA


***
Monica Messa: “Una pistola al Luna Park” – ed.RP – 2024 – pag. 96 - € 14,00
Facilmente il titolo di questa silloge ci avvia verso il romanzo giallo, che nasconde qualche misfatto avvenuto tra le lampeggianti luci di una giostra o tra le festose grida di una volata per le montagne russe. Ma l’intento dell’autrice è ben altro! Forse vuole invitare a non premere il grilletto di una pistola nel bel mezzo dell’euforia, che l’ebbrezza di una escursione tra i padiglioni riesce a vorticare.
Così viene al proscenio uno scorrevole procedere di fotogrammi che mostrano, con saggio sussurro, quanto il quotidiano riesce ad avverare, fra pennellate di colori allettanti e incisioni di meditazioni seducenti. Tutto il suo mondo, tra la polvere del declino e l’aspirazione dell’illusione, palesa attraverso la poesia le molteplici rivisitazioni degli accadimenti personali, siano essi condivisi con amore, siano essi violentemente acciuffati dalla fatalità. Uno sciorinare pensieri ed ispirazioni nel ritmo di una scrittura che si dimostra pregna di cultura e matura nella propria individualità.
Undici capitoletti propongono il susseguirsi di vicende e di ispirazioni, tratteggiando figure di profughi, come Samir, “ex infante demiurgo, veste di bianco e porta kebab a domicilio”, o di “bambina di rame e di miele, che appende foglie alle orecchie e si sente regina”, o come Geremina Merdadoro, che ritrae la mano, sbatte un occhio di pervinca, e muore ancora un po'”. La poetessa immerge se stessa nell’armonia del simbolo: “Il corpo chiede aiuto, il corpo canta./ Fra lenzuola fresche di bucato/ attende il sonno, la deriva./ Il corpo puzza, prude, invecchia, pesa./ Sente il corpo, talvolta nutre, cieco/ trema – il corpo è il teatro/ dove ridona i sensi.”
Anche la persona amata appartiene al gioco delle vicissitudini, apparendo, scomparendo, divenendo trasparente, piegandosi al caso: “Ti allontani, mi avvicino,/ una risacca di cotone e di pelle,/ spumiglia di sale negli occhi./ E nella resa dei sensi al bisogno/ si scuce e ricuce il nuovo giorno.”
Pagine raffinate, in una realtà che costringe ad interpretare le implicite testimonianze di un continuo dialogo, e cerca di far emergere le più semplici esigenze di coerenza tra l’immaginario ed il vissuto.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

POESIA = RAFFAELE PIAZZA


**
"Alessia al Bar Celestiale"
Mattinale battesimo di pioggia
per Alessia al Bar Celestiale
con Giovanni. Il luogo è il
Parco Virgiliano e l’ora non
ha senso del 22 ottobre su Napoli.
Occhi negli occhi i fidanzati
nel lieve lucore del sole occhio
di Dio a farsi spazio tra le nuvole
e ci saranno raccolto con salvezza.
nell’ebbrezza dei sensi nel letto
stasera per di redenzione piacere
per Alessia rosa vestita per la vita
quasi una divisa scaramantica.
Mentre si diradano le ombre
dal cielo e dall’anima di Alessia
ed è sereno tempo delle fragole
al loro posto esatto.
*
Raffaele Piazza

domenica 12 gennaio 2025

SEGNALAZIONE VOLUMI = DANIELA MONREALE


**Daniela Monreale : “Ebbrezza e resa” – Il Convivio editore 2024 – pag. 80 - € 12,00
Il segno dell’immaginario riesce in queste pagine a ricamare misteriosi viluppi che trascinano verso policromatiche rievocazioni che a volte distinguono soltanto cronaca e a volte affondano nella memoria per condurre nel sussurro della narrazione. Ogni descrizione richiede parole rassicuranti, per dare uno sguardo particolare all’esistenza che nel quotidiano diventa storia da registrare, una carrellata poliedrica che cerca di accantonare il fragile della rielaborazione per incidere una determinativa ristrutturazione del vissuto.
“Mi sento adesso/ come una dalia ubriaca d’incanto/ che al limite dell’appassire chiude la porta,/ si fa lontana e strana,/ si copre di silenzi e rime,/ di frasi magiche che seguono/ il passato di eroi, di muse,/ di fratture dell’ovvio/ e che il silenzio incorona/ come salvezza della mota/ che in tanti dicono vita.”
La centrifuga della coscienza propone immaginazioni arroccate dove l’andatura veloce dei versi rispecchia quel raggio interiore, condensato in pensieri improvvisi, motivati e motivanti, e con figure emerse ex abrupto dalla memoria. E’ così che sinuose pennellate riescono a percepire il soffio del pensiero filosofico, del rotolare di una distrazione, dello stupore che era un tempo il fulmine che attraversa la gioventù, del brillio che la cenere alimenta nelle sospensioni d’amore, dello “scorrere di trame sconosciute che non avranno luce nella fretta del sonno, mentre i tarli continueranno a tessere una pagina segreta”.
Daniela non abbandona i profili generali e cerca sempre di andare a fondo per riconoscere i vari spunti di riflessione, che trasmettono capacità di trasfigurare il temporale nella dualità del momentaneo/utopia.
*
ANTONIOSPAGNUOLO

venerdì 10 gennaio 2025

VIVA LA POESIA CONTEMPORANEA

Luca Ariano scrive: " E' l'ultima volta che non saprai/ mai, in un eterno presente/ che capire non sai"
*
Lindo Ferretti scrive: " L'ultima volta non arriva mai / In questo presente che capire non sai "

giovedì 9 gennaio 2025

SEGNALAZIONE VOLUMI = MENOTTI LERRO


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Menotti Lerro : “Poeti empatici italiani” – Ed. Genesi 2025 – pag. 208 –
Da solerte e fervido escavatore culturale Menotti Lerro è riuscito a convogliare in un ricco volume antologico una buona parte di poeti che aderiscono al movimento da lui stesso forgiato in nome di quel tipo di intelligenza emotiva capace di riconoscere, comprendere e condividere emozioni, pensieri, stati d’animo, sentimenti di chi ci attornia nella quotidianità, ricamando negli strati del sub conscio il tessuto policromatico che fluttua nella mente di ogni ricercatore.
Come spiega nella sua introduzione al testo, il volume “accoglie poeti ben noti al panorama nazionale, che, aderendo al Movimento Empatico, hanno assunto anche il ruolo di “Maestri Empatici” (così come tutti gli aderenti provenienti da qualsiasi altra disciplina artistico-culturale)”.
Si tratta di un segnale forte, anche se non esaustivo. Il Movimento Empatico è una realtà associativa che da alcuni anni sta stimolando una serie di dibattiti e attività, con iniziative ed eventi vari, tra cui un Premio letterario.
Prima di dare il via alle poesie un “Nuovo manifesto sulle arti” a firma di Menotti Lerro e Antonello Pelliccia occupa numerose pagine, avviando il lettore al discreto impegno dell’ingegnosità umana finalizzata ad accrescere negli uomini la sapienza attraverso la bellezza o la bellezza attraverso la sapienza, identificandosi, poi, con il vero artista.
I poeti antologizzati sono molti, raccolti in ordine alfabetico, variegati nelle espressioni di scrittura che distinguono per ciascuno le capacità di formula maturata secondo il personale bagaglio formativo. Franco Arminio, Alberto Bertoni, Corrado Calabrò, Roberto Carifi, Emilio Coco, Maurizio Cucchi, Massimo Dagnino, Milo De Angelis, Gabriela Fantato, Giovanna Frene, Mario Fresa, Vincenzo Guarracino, Sandro Gros-Pietro, Tomaso Kemeny, Vivian Lamarque, Lucrezia Lerro, Menotti Lerro, Franco Loi, Valerio Magrelli, Dacia Maraini, Giampiero Neri, Giancarlo Pontiggia, Davide Rondoni, Ottavio Rossani, Tiziano Rossi, Mario Santagostini, Gabriella Sica, Luigia Sorrentino, Enrico Testa, Elio Pecora, Rossella Tempesta, Gian Mario Villalta, Lello Voce.
Si parte dalle frasi, in più lati deplorate dai poco accorti lettori, del poeta Bisaccese per approdare poi con agilità alla delicata tessitura stilistica di Gabriela Fantato nella luce festiva della parola; alle impegnate composizioni di Mario Fresa incise con un bagaglio culturale di notevole spessore; alla parabola dell’immaginario tra il silenzio ed il sussurro di Vincenzo Guarracino; alle rapide incursioni nel dire la gioia delle agnizioni di Sandro Gros Pietro; alla sorprendente elasticità del particolare che trafigge la fluorescenza del ricordo capace di mutare l’istante in infinito di Menotti Lerro; ai grappoli contrastanti delle illusioni incendiate da ciclonici squarci, tra realtà aggressiva e stupore della frenesia di Ottavio Rossani.
Citandone soltanto alcuni si comprende rapidamente il fervore che alimenta ogni poeta accolto in questa crestomazia, che offre un consistente squarcio della creatività che ravviva il panorama ideologico contemporaneo.
Uno scatto elastico e svelto quasi un'eventualità che oscilla tra il sereno ed il curioso,tra l'ottimismo e l'avventura, tra il brillante e il ponderabile, fervida prospettiva della poesia contemporanea.
ANTONIO SPAGNUOLO

SEGNALAZIONE VOLUMI = ANTONIO CORONA


"Mi troverai vivo” di Antonio Corona (La Vita Felice, 2024 pp. 68 € 12.00) raccoglie già nel titolo emblematico l'intonazione di un favorevole presagio in cui la fatale lusinga e l'insidia inevitabile dell'esistenza rappresentano l'inesauribile scelta della vita oltre l'inesorabile occasione della sofferenza. Il libro è un omaggio pieno, malinconico e felice, alla necessità salvifica della spiritualità, ai suoi silenziosi e affidabili itinerari interiori, attraversa una disarmante e crudele ragione della lucidità nei confronti di una continua, incessante, estenuante esperienza di dolore, evidenzia tra le pieghe contemplative dei versi il faticoso conflitto tra sgomento e smarrimento. Antonio Corona dona ai lettori una poesia umana, vera, provocatoria e sincera, scandisce il tempo del coraggio, affronta la desolazione e la dignità della disperazione, declina il senso della morte con il sussurro della responsabilità, della consapevolezza efficace di un processo naturale e significativo, in un dialogo empatico e nel saggio incontro con gli altri, afferra la finalità dell'operare umano orientato tra l'assistere e l'includere l'esigenza di liberarsi dall'angoscia e il superare l'etica dell'egoismo. Riveste di grazia la poesia, unita a una sapienza antica, scopre, tra le pagine, con tenacia romantica, il frammento dell'affanno, ne riconosce e ne accetta il trauma emotivo elevando la forza d'animo oltre il disagio delle incertezze, trasforma la resilienza nella determinazione, nella capacità di infondere motivo di speranza e di crescita. Esprime l'inesprimibile sotteso a ogni accento impalpabile dell'anima che si muove tra il peso inafferrabile delle parole e l'ineffabile orizzonte di senso per ogni devota suggestione. La poesia di Antonio Corona è pervasa di maturità, è compiuta, ha un respiro drammatico e profetico, ispirato da una commovente sensibilità, amplifica la solennità del sentire.
Ogni composizione poetica rinnova le qualità visive dei testi, interpreta la risonanza metafisica e metaforica nelle impronte delle immagini, illumina il percorso letterario, alimentano la purezza della parola poetica, isolata nel contesto ispirato dal bianco della pagina, nella schiettezza di ogni preghiera pagana. La poesia si avvale della propria identità espressiva, è motivo di conoscenza, restituisce la dimensione essenziale per essere ritratto riflesso della realtà e degli uomini, strumento vincolante per distinguere l'indefinibile materia del mondo.
Antonio Corona fa suo questo insegnamento e suggerisce liriche plasmabili, condensate nel grumo delle emozioni, nelle cuciture delle folgorazioni, oltre una mitologia consolatoria, distilla gli elementi dello spazio e del tempo inabissati nella fatica del vivere, ridefinisce il bagaglio personale del vissuto per educare una premurosa e accurata attenzione verso la disponibilità a ereditare il valore degli incontri, ridesta l'estensione intima dei ricordi. Espone una solidarietà rispettosa contro le ingiustizie, concede a ogni attesa fiduciosa l'offerta di altruismo per ottenere il conforto nel confine intangibile dell'inconsistenza. “Mi troverai vivo” muove a compassione (nel senso latino del termine cum patior) l'universo accorato e trafitto in cui si addentra Antonio Corona, unisce il desiderio di alleviare la pena con l'espiazione dell'inquietudine e il riscatto dal disorientamento, accentua l'orizzonte dischiuso sull'eredità dell'infinito, sulla diagnosi per mantenere in equilibrio il flusso variabile della fragilità.
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Rita Bompadre
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TESTI SCELTI
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XII
Sono tetri i pozzi in cui cadono i piedi
quando il verbo è cucito nella carne
- nell'illusione di essere amati -
ci si immagina d'organza sulla spalla nuda.
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XV
Scegli.
Puoi essere fiore di orchidea
cadere intero staccandoti dal ramo
o essere rosa anche peonia
sfiorendo ad ogni petalo caduto
o ancora hybiscus gigante
dove il pistillo permane adeso.
Morire è una scelta scaduta.
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Nella luce che attraversa l'asola
s'impone lo sconforto del dito
che ne occlude il passaggio.
Mia madre dice sempre
che il bottone alla giusta altezza
concede al tempo il suo respiro.
La qualità di un abito
è la meiosi tra chi cuce e ch'indossa.
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Camera 1
Diagnosi è una parola vuota,
è nella descrizione dello stadio
la scelta di remare nell'acqua melmosa.
Resta vano il pianto e la speranza
nel fango non vedi il fondale
anche indossando una maschera:
il sangue s'aggruma a rosario.
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Sala d'attesa
Il silenzio ha la dignità del fiore
è nell'apice che cela il seme
fluttuante al vento - senza foglie
attendendo la schiusa.
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Amo l'uomo che respira lento
guarda il mare e non lo giudica,
la foglia che cade dal ramo
e s'affida al vuoto per tornare origine.
Amo il pensiero del serpente
l'ignoto ipotizzato che solo lui conosce
e le donne che ridono forte
gli amici che sanno di muffa
perché nel vecchio si riposa a occhi chiusi.

mercoledì 8 gennaio 2025

POESIA = MARIELA CORDERO GARCIA


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Due Poesie. Mariela Cordero (Venezuela)
"Fragile come l’assoluto"
Fragile come
l’assoluto
fragile come
l’assoluto
così
affiora
la carezza
=
(Premio Micropoemi in spagnolo, III concorso TRANSPalabr @RTE 2015, Spagna)
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=====
"Nome."
C’è un nome che bevo
Metà alcool solare, metà acqua segreta
C’è un nome che urlo
Mescolato nel tumulto degli altri
C’è un nome che accarezzo
Parte di foresta
Caldo e persistente
C’è un nome
Fiume, dolce dardo e sudore
Un nome
che divora
il mio nome.
MARIELA CORDERO (Traducción al italiano por Lucilla Trapazzo) | ***
Mariela Cordero. Valencia, Venezuela (1985) è avvocato, poeta, scrittrice, traduttrice e artista visiva. La sua poesia è stata pubblicata in diverse antologie internazionali e ha ricevuto diversi riconoscimenti tra cui: Terzo Premio di Poesia Alejandra Pizarnik Argentina (2014). Primo Premio al II Concurso Iberoamericano de Poesía Euler Granda, Ecuador (2015). Secondo Premio di Poesia Concorso Letterario Internazionale Bilingüe Tracceperlameta Edizioni, Italia (2015), Premio Micropoesie in spagnolo nel III TRANSPalabr@RTE 2015, Primo posto nel Concorso Internazionale di Poesia #AniversarioPoetasHispanos, Spagna (2016). Finalista al Premio internazionale di poesia Aco Karamanow, Macedonia (2022). Premio mondiale César Vallejo per l'eccellenza letteraria (2023), Premio internazionale Sahitto per l'eccellenza letteraria (2023), Terzo premio per la poesia al Concorso Il Meleto de Guido Gozzano, Italia (2024), e ha pubblicato le raccolte di poesia: El cuerpo de la duda Editorial Publicarte, Caracas, Venezuela (2013) Transfigurar es un país que amas (Editorial Dos Islas, Miami, Stati Uniti (2020). La larga noche de las jaurías Editorial Nautilus, Spagna (2023) Ha partecipato a vari incontri e festival letterari internazionali, tra cui: The Princeton Festival (Stati Uniti), Festival Internacional de Poesía Parque Chas (Argentina), Festival Internacional Bitola Memoria Literaria, Festival Internacional de Poesía Xochimilco (Messico), X Festival Iberoamericano de Fusagusagá (Colombia) 2023 Kaohsiung World Poetry Festival (Taiwan). Le sue poesie sono state tradotte in hindi, ceco, estone, serbo, shona, uzbeko, rumeno, macedone, coreano, ebraico, bengalese, inglese, arabo, cinese, russo e polacco. È coordinatrice internazionale di poesia presso la rivista Poémame (Spagna), dove cura le sezioni. #È traduttrice e collaboratrice della rivista En la Masmédula (Messico), consulente editoriale della rivista dell'Istituto di Simbologia (Corea del Sud).