martedì 4 febbraio 2025

POESIA = MARIAPIA QUINTAVALLA


******
******
Maria Pia Quintavalla, nata a Parma e vive a Milano. Suoi libri: Cantare semplice, ‘84; Lettere giovani, '90; Il Cantare, ‘91;Le Moradas,’96; Estranea (canzone) 2000, nota di A.Zanzotto; Corpus solum, 2002; Album feriale, 2005; Selected Poems, Gradiva 2008 N.Y.; China, 2010; I Compianti, 2013/ 2015; Vitae, 2017; Quinta vez, 2018, Estranea (canzone), ristampa riveduta,2022, Saudade, Puntoa capo editore. Antologie, ultime: Braci, Bompiani 2020, La Poesia italiana degli anni ottanta, IV a cura di Sabrina Stroppa. Pensa edizioni, UniTorino, 2022. Dal 1985 ha ideato la rassegna Donne in poesia, di cui ha curato antologia, e i seminari: Le silenziose dal 2013 Book City, Milano; Le curatrici, Scrivere al buio, Muse / Autori / Resurrezioni, La giovinezza del canone. Ha curato Bambini in rima/La poesia nella scuola dell’obbligo, Atti su Alfabeta 1988. Coppie del Novecento in poesia, Pilotta, Palatina, Parma, 2018. Pluritradotta. Collabora a Poetry Sound Library a cura di Giovanna Iorio e Italian Poetry Review. Ha condotto laboratori di scrittura - a Lettera - Università di Milano.
*************
*************
1)
Tu sei di specie piccola
mansueta, che ricalca i solchi di sabbia
nel terreno e con le mani bisbiglia
parola strane come le bestemmie
e piange sangue dagli occhi,
come i santi e gli ebeti in sordina.
sii tranquilla, niente di tutta questa
morte ti avvicina.
===
===
2)
E’ là in un’aura dolce che ti seguirà rinato, a passo lento
dentro l’erba
per sempre tu ne varchi il cerchio,
lo attraversi ne esci, poi ritorni;
la passeggiata vola ai piedi, danza
su acqua scalza
Come potere trattenerti non sappiamo,
ma infine, come nel gioco della retina
ed un suono tra cciato trattenuto,
risuona stretto a me un a b b r a c c i o
di conchiglie vuote.
===
===
3)
Benedetta sia l’unione
fra me e lui perché dissolve
'onda nera di moscerini che tagliava l’aria
gettando il nero su di noi, il suo vento.
Benedetto sia il corpo che trascende
accende e taglia l'aria in una diagonale pura
rende l'amore una tangibile cosa,
una provata medicina
e coglie rose che non cogliemmo
dal grigio fumo dove non saremo stati,
che dal divieto alla gioia, noi
non abbiamo udito  
dalle nostre orecchie sincere -
***
MARIAPIA QUINTAVALLA

POESIA = MA YONGBO


******Dalla CINA****
Ma Yongbo è nato nel 1964, dottore di ricerca, rappresentante della poesia d'avanguardia cinese e uno dei principali studiosi della poesia anglo-americana. Ha pubblicato oltre ottanta opere originali e traduzioni dal 1986, tra cui 7 raccolte di poesie. Si è concentrato sulla traduzione e l'insegnamento della poesia e della prosa anglo-americana, tra cui le opere di Dickinson, Whitman, Stevens, Pound, Williams e Ashbery. Ha recentemente pubblicato una traduzione completa di Moby Dick, che ha venduto oltre mezzo milione di copie. Insegna alla Nanjing University of Science and Technology. The Collected Poems of Ma Yongbo (quattro volumi, Eastern Publishing Centre, 2024) comprendente 1178 poesie, celebra 40 anni di scrittura poetica.
"Father's Little Boat" =
Lui giace tutta la notte nell'oscurità di Dio,
fragile come il respiro dell'inverno.
=
Lei siede tutta la notte nella sua oscurità,
come un ramo invernale tremante
per lo sforzo dell'immobilità.
=
Lei siede accanto a lui tutta la notte,
osservando l'oscurità del Padre,
ascoltando il respiro cauto dell'oscurità,
ascoltando i venti spezzati di un altro mondo.
=
Sono padre e figlia.
Sono entrambi diventati più piccoli,
aggrappandosi al bordo della barca con dita irrigidite.
Per tutta la notte vanno alla deriva
su una stretta gondola.
=
Lui scorre a valle,
alla deriva verso i cieli sifonati.
Lei rema controcorrente,
cercando il Santo Graal
nel labirinto delle ossa.
=
Un bambino silenzioso.
Una madre arrabbiata.
Scivolano tutta la notte
su un vasto pannello di vetro annerito.
*
(13 maggio 2023)
****
"Ballare con la madre"
=
Lei mette i miei piedi sopra i suoi piedi in sandali di plastica
Sono piccolo, la guardo in su verso di lei
entrambi ridiamo, giriamo su noi stessi
ignari che la musica è cessata da tempo. Vedo piccole gocce di sudore luccicare sul suo naso
la sua gonna fresca sfiora leggermente il mio naso
a ogni giro, divento un po' più alta
finché non riesco a seppellirmi vertiginosamente nel suo petto
finché non riesco a incontrare i suoi occhi maliziosamente luminosi
finché non sono più alta di lei
mentre lei torna lentamente a essere una ragazzina, di circa trent'anni;
ci teniamo per mano come compagne di classe, evitiamo la folla.
Nella foresta fioca ogni tanto si accendono dei bagliori verdi
il fiume scintilla mentre scorre nell'oscurità
appoggiata a un grande pezzo di oscurità, fuma
all'improvviso si gira a guardarmi, sorridendo,
il suo sorriso si diffonde in increspature, come onde nella notte;
la sua postura da fumatrice ricorda quella di un'ereditiera in fuga
espira anelli di fumo pungenti
mi mette i resti della sigaretta in bocca
tossisco nel fumo, diventando sempre più piccola. Ancora una volta, sono quella bambina di quattro o cinque anni,
solo che lei non sorride più, mi guarda solo attraverso il fumo;
la musica riprende, mentre onde di luce dal lampadario di cristallo
si diffondono in cerchi, attraverso la terrazza,
verso la foresta e le montagne lontane.
*
22 luglio 2017
MA YONGBO

lunedì 3 febbraio 2025

SEGNALAZIONE VOLUMI = LUCA ANDREA MARINO


*****
“Ferite emozionali” di Luca Andrea Marino (Eretica Edizioni, 2024 pp. 60 € 15.00) è un libro intensamente dominato da sensazioni e percezioni, promuove e sostiene la personale e accogliente corrispondenza con il mondo, l'attraente e appassionante conoscenza degli altri, lungo il cammino labirintico e disincantato della vita, nello spontaneo e persistente percorso di ogni inaspettato incantesimo nelle relazioni affettive. Luca Andrea Marino assegna al suo sentimento l'incisione inesorabile, applica la condanna del cuore nell'inevitabile dileguamento romantico, affronta le dolorose conseguenze dovute dall'annientamento della mancanza d'affetto, gestisce le dinamiche psicologiche nell'esperimento sensitivo dell'esperienza e della direzione delle comprensioni, indica una linea di pensiero poetico, accosta lo sconcerto del vuoto esistenziale alla dispersione dell'impulso sensibile, tra commozione e distacco. I testi di Luca Andrea Marino si scontrano con la consapevolezza amara e toccante della realtà quotidiana, nelle occasioni di crescita interiore, nella rivelazione evocativa dei rimpianti, nella qualità disarmante e inafferrabile dei desideri, nella costante e risoluta necessità di colmare l'inconsistenza. Urtano nell'attrito delle tensioni affettive e nei contraccolpi del destino, ricadono sotto la risonanza della dimenticanza e dell'indifferenza emotiva, richiamano la memoria invisibile del dolore, diffondono l'eco profonda e significativa delle difficoltà, ricordano l'intensità della sofferenza, l'oscura complessità di accerchiare la fine di un legame e di inabissare l'impalpabile epilogo come un naufrago in cerca di salvataggio, nella sconfinata conquista della salvezza e dell'adesione alla vita. Le ferite emozionali che lacerano il vissuto di Luca Andrea Marino attraversano il luogo dell'anima, condensano l'urgenza di superare l'estraneità delle assenze, provocano l'esigenza di manifestare l'acuto presagio in intuizione sensoriale in cui l'osservazione di alcuni segni premonitori rivela profeticamente l'interruzione della coscienza, toccano l'incrostatura delle offese, stuzzicano i contrasti dello spirito indurito, rimarginano, nel coagulo, il tragitto di rinascita e di evoluzione. Il graffio del trauma (e non a caso nel termine greco la parola trauma coincide con ferita) irrompe l'immediatezza dell'impatto sconvolgente, segna l'isolamento spirituale dell'uomo, consente di recuperare la guarigione attraverso il superamento degli abbandoni e dei tradimenti, distinguere la vertigine della solitudine e affrontare l'avvolgimento delle illusioni, accostando l'ascolto con se stessi e con la propria resilienza, fortificando la fiducia e l'autostima, confrontando il coraggio contro le ostilità. La poesia di Luca Andrea Marino cristallizza l'essenza temporale dell'ispirazione soggettiva, scioglie e plasma il flusso di un'espressione universale, modella la reazione cicatrizzante dei ricordi. Luca Andrea Marino fa suo il compito nobile della poesia, di indagare le proprie inquietudini e accogliere la possibilità di nutrire la propria risorsa incisiva nella redenzione delle parole, nella forza di ridurre la sospensione di ogni pagina e lenire la superficie della saggezza, nell'inseguire l'impronta intima della corrispondenza per mezzo degli strumenti celebrativi degli scenari, dei suoni e dei colori che animano il suggestivo carattere dell'umanità.
*
RITA BOMPADRE
=
HYPERLINK
************
************
TESTI SCELTI
=====
Dove ti porterai oggi
con le tue scarpe nuove
che fanno male alla strada
quando intralcia gli sguardi altrui?
=
E le tue timide mani
di cui ti affanni di dimenticarti
che splendono dentro,
lasciano cadere un fragile sorriso.
--------------------------------
Bisognoso di una febbre
che mi avvinghi a sé
e solleticandomi con dolore
vigili sul tepore della domenica
stridendo la sofferenza.
-------------------------------
Il paese non è qui
ma una tua civiltà
si è fatta strada senza scuse.
=
Ore come queste mi acclamano
ma senza fidarmi mostro il sospetto
per quello che è già trascorso.
-------------------------------
Non è oblio
se non si sa distinguerlo mentre osservo
il fondo del bicchiere
in cerca di una calma versata
che mi ristori
dalla voglia di punirmi.
=
Dalla tua piovono risate
a vanificare il tentativo
di crescere e maturare nella ragione
trasfigurandoti nell'offesa
con abile puntualità.
-----------------------------
Alla tua pace
invochi con libero scambio
la propria cura con la sorte.
=
Che lo sforzo non ti mortifichi
senza renderti sobria
dei tuoi anni.
--------------------------
Con una guerra
si snodano queste note
tenute dal filo spinato
e che vibrano senza fischiare
riverberi attorno al fuoco.
--------------------------
Assaporo il tuo verso
mentre mi reclami,
volgendoti a ricordarmi
quanta audacia serve la sorte
per esprimersi nelle sue forme.
----------------------------
Cerco la traduzione di chi
a mio parere,
possa svelarmi come vivere
prima ancora di sapere e di trascrivermi
lasciandomi scegliere il rimedio.
*

domenica 2 febbraio 2025

SAGNALAZIONE VOLUMI = LUCIA LASCIALFARI


*****
Lucia Lascialfari: “Terra di nozze” – Ed. Canva – 2025 – pag.54 = eBook =
Uno strumento per addolcire ritornelli di strane sospensioni o di incognite proposte dalla veglia notturna potrebbe essere anche lo zufolio della brezza, mentre il sussurro tra luminescenze ed ombre appena accennate si alterna alle visioni. Visioni e scottature, affondi e illusioni, tepori e inganni, finestre spalancate dal vento e immersion nel passato, linfa che sale lentamente dalle radici ed il ritorno alla terra originaria dove le pietre raccontano segreti.
Sono pagine tutte aggregate nella immaginifica rete che le parole tessono per raccontare e contemporaneamente per riflettere o concentrarsi, in un susseguirsi di pensieri sciolti delicatamente per voler offrire ad ogni motteggio l’avvio ad un confronto fra emotività ed impulsività. “E pensieri apprendo per via/ una volta che mi sono leccata le dita/ dallo zucchero dell’amore”, con raffinatezza si concede agli istanti che possono avvolgere gli amanti, anche quando si è coscienti che il momento fugge verso l’eterno vuoto.
Le figure si stemperano in un “andare inconsapevolmente vano”, fra desideri apertamente espressi e pagine da riempire con materie sconosciute, tra la palpabilità del sogno, nella speranza che possa accogliere dentro di se ogni diletto, e l’emozione di una lacrima nel flutto di gentili mulinelli.
Infine Lucia racconta, racconta del Natale con la tovaglia buona e i bicchieri a calice, del padre che si evapora nel tempo, del potere di un brivido nello scatto di un indugio, della settimana santa in attesa della resurrezione, sussurrando: “il tempo mi parlò./ E così sul legno scortecciato/ ho potuto toccarmi le rughe./ Tutti i rintocchi odorosi/ restituisco.”
Scrittura con lo sguardo rivolto sapientemente alla forma poetica affermando ancora una volta quella capacità di coniugare idea e sensibilità, parola e ritmo, nel mistico divenire delle sillabe.
***
ANTONIO SPAGNUOLO

sabato 1 febbraio 2025

SEGNALAZIONE VOLUMI = SILVANA SONNO


*******
Silvana Sonno : “Transiti” Ed. Fara – 2025 – pag. 72 - € 12,00
In sottotitolo “taccuino delle stagioni”, quasi ad avvertire che il viaggio che andiamo ad intraprendere fra queste pagine non è altro che un attraversamento del tempo, assolutamente terso a momenti, ma burrascoso in altri, con andamento segnato nelle vicissitudini tra forme e segnali, tra incisioni e illusioni, tra sussurri ed assalimenti.
Nel suo cambiare vibrante ecco la pennellata che fa del colore il protagonista di una figura, di un bozzetto, di un accenno, e che riesce con il ritmo a rimandare il nostro cipiglio alla ricerca della comunicazione diretta, capace di innalzarsi dalla pagina all’impatto profondo del pensiero.
L’intimo fulgore è una cascata di luminosità. “È la presenza di un popolo di insetti/ traghettatori di pollini e di vite/ servitori cortesi di Natura/ che chiama a riprodursi/ in quanto là vive e tesse.”
Accenti fortemente evocativi nella musicalità del verso, sempre variabile, colgono l’essenza dell’esperienza umana, attraverso una scrittura concentrata e sintetica, che cerca in mille modi di attingere dagli impatti profondi o frettolosi della quotidianità.
“ Movimenti furtivi e impercette traverse/ aprono a fitovie che il piede ignora,/ traffico di un altrove che suggella/ il patto antico e sacro tra la Natura/ e gli infiniti mondi/ che la Vita inanella.” Natura nominata ancora una volta con la N maiuscola in segno di una arrendevolezza che coinvolge anche il nostro essere soltanto fantocci di fronte ai secoli.
Il segreto, l’intimo, il sottinteso, riallacciano direttamente il narrabile con il soffio quasi corposo della poesia, stilata in queste energiche pagine con l’impulso di chi nuota con arguzia nella ricerca.
Per Silvana gli impatti sono molteplici, e a volte esplodono nell’anonimo: “Ora solo una rosa mi ricorda di te/ ragazzo sconosciuto, morto senza un perché/ e davanti al cancello col suo fiore consunto/ mi sembra di avvertire un sospiro, o un singulto.” O illuminandosi di percezioni di tatto, che si sofferma spesso nella necessità di qualche riflessioni: “L’aria infuocata di questa estate secca/ brucia la fronte/ e dietro i suoi pensieri muovono/ come cenere/ dai residui combusti d’una volontà…” Irruzione della parola che riesce a ricomporsi in qualche modo nell’unità dell’io poetante, con l’insistenza del profluvio delle memorie, degli incantamenti, della tensione metafisica.
ANTONIO SPAGNUOLO