sabato 21 giugno 2014

SEGNALAZIONE VOLUMI = GIULIANA LUCCHINI BONONI

Giuliana Lucchini Bononi – “Linea di Corpo” - Poligrafica Editrice – Roma – 2014 - pagg. 79 -
“Linea di Corpo” è una raccolta poetica scandita in due sezioni: “Linea” e “Corpo”.
Il testo della silloge è composito e bene articolato architettonicamente.
Nel libro sono presenti delle immagini che mostrano uno spartito musicale e figure vagamente accennate sulla pagina.
In copertina possiamo osservare la rappresentazione stilizzata e azzurra di un uomo, campita su uno sfondo policromo.
A sinistra dell’enigmatica persona ci sono tre matite, oggetti con cui scrivere, per cui si potrebbe credere che l’uomo sia un poeta.
Poesia che riflette su se stessa, quindi.
Il titolo del libro fa pensare, tramite il Corpo, che viene detto con la lettera maiuscola, all’idea di uno scatto e di uno scarto biologico e ontologico, secondo il quale lo stesso versificare ha origine dalla corporeità, che, ovviamente sottende una mente pensante.
E’ una tematica molto originale quella di Giuliana Lucchini, che ha all’attivo numerose opere poetiche di diverso argomento, tutte molto alte, come “Amare” e “L’ombra gestuale”.
Originale la poetica dell’autrice, che sembra variare di raccolta in raccolta, ma che resta sottesa ad una cifra comune, caratterizzata da icasticità, bellezza e complessità.
Il testo può essere considerato come un poemetto, per l’unitarietà degli argomenti trattati.
Visionarietà e sospensione nelle immagini dette dalla poeta, nelle quali si potrebbe scorgere una vaghissima vena anarchica., ma che non sfiora mai l’alogico.
La poesia dell’autrice possiede un intrinseco ritmo interno ed è permeata da una grande musicalità.
Sono presenti una notevole densità metaforica e sinestesica, una forte luminosità coniugata a nitore, che emergono nei componimenti, che sono ben dosati e risolti tutti con la massima eleganza e il più assoluto rigore formale.
Esiste nelle poesie talvolta un tu, del quale ogni riferimento resta taciuto, con il quale la poeta si relaziona nella ricerca quasi nostalgica di una provenienza.
La stessa parola, detta con urgenza,si fa corpo in un avvincente gioco tra il detto e il non detto.
Sembra emergere una certa vena ironica, seguendo la quale, la Lucchini pare giocare con le parole, praticando una scrittura sperimentale, nel senso degli inconsueti accostamenti tra un vocabolo e l’altro, che provocano slittamenti tra significati e significanti.
Una poesia intellettuale del tutto antilirica e antielegiaca, venata da tracce di neoorfismo che creano magia e incanto.
L’ordine del discorso è relativo ad un’avvertita coscienza letteraria, secondo la quale la poeta è padrona della materia detta con una certa pesantezza che sfiora forme neobarocche, con una dizione vaga e affascinante
Un modo del tutto personale di poiein che diviene tout – court esercizio di conoscenza.

Raffaele Piazza


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