mercoledì 3 settembre 2014

POESIA = DANILO BRESCHI

"Preghiera per amori morituri"
*
splendente e difficile sia
un volto ad occhi chiusi,
tu eri luce anche nel sonno
tanto linee e curve
s’intrecciavano a meraviglia
attorno ai tuoi capelli
selva mossa e fulva

ricordo ancora quando
la diagonale delle tue falcate
tranciava di netto le fitte trame
d’incauti tessitori delle loro brame
ogni volta destinati a fallire
perché non sapevano
che sempre e solo senza rete
ti davi a chi ti si offriva
in volo radente alla vita
rischiando lo schianto
tra cuore e ragione
ma non meritavi altro
che audaci assaltatori di stelle
seppur come ciascuno
saldati con un piede a terra
angeli tramutati in aquiloni
in nostalgia perenne d’ali

la tua leggerezza
non poté che conquistarli
ma per un filo o l’altro troppo teso
ben presto rovinaste nella melma
d’invidie raspe e nane
da cui ora, chino, raccolgo
la geometria delle tue bellezze inerti
senza più un teorema
che possa risollevarle
a quell’architrave di luce
che fu il tuo grembo
con me ospite in preghiera
fin dal giorno che c’incontrammo
e per questo grato a te, ora e sempre,
ti bacio un addio sulla fronte.
Riposino i nostri ricordi in pace.
E così sia.
*
DANILO BRESCHI
*
Danilo Breschi (Pistoia, 1970) insegna Storia del Pensiero Politico presso l'Università degli Studi Internazionali di Roma (UNINT). Collabora a "L'Indice dei libri del mese" e ha pubblicato numerosi saggi e articoli, anche in lingua inglese, francese e spagnola. Tra le sue monografie: Sognando la rivoluzione (2008) e Spirito del Novecento (2010). Ha pubblicato anche due raccolte di poesie: Congiunzione carnale, astrale, relativa (2004, finalista Premio Carver) e La Cura del Tempo (2005).


2 commenti:

  1. Splendida. Un'ode alla nostalgia imperitura. Forse è il solo modo per non morire se non dopo averla immortalata coi versi.Inno alla malinconia come Dono di Vita anche nell'Oltre. Meglio comunque vivere con la leggerezza della gioia trionfante prima e poi morire abbracciati a un sorriso.Bianca 2007

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  2. Nell'amore della fanciullezza come in quello degli anni maturi siamo tutti angeli che hanno perduto le ali. Condannati a vedere le bellezze ed i sentimenti perdere quel rigore solo apparentemente "spontaneo", forse dovremmo abituarci a pensare che niente nasce in maniera davvero spontanea e si fa bello e magnifico per caso, ma solo in virtù di una natura multiforme che continuamente risponde a se stessa e - spesso - sembra addirittura contraddirsi. In questa lirica c'è il senso del ritorno che accompagna anche gli addii. Senza dubbio non una speranza vana di potersi amare ancora come prima, ma la certezza di avere amato con "cura" e con la stessa intensità di quando si prega. Perciò, addio agli "amori divini".
    Complimenti!!
    Irene

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