venerdì 9 gennaio 2015

SEGNALAZIONE VOLUMI = GUIDO CASERZA

Guido Caserza – “Flatus vocis” --puntoacapo Editrice – Pasturana (Al) – 2014 – pagg. 95 - € 11,00

Guido Caserza è nato a Genova nel 1960; ha pubblicato numerosi libri di poesia e narrativa.
“Flatus vocis”, prefato con notevole acribia da Marco Berisso, ritrova, nel suo titolo, le ragioni della sua progettualità.
Non a caso la suddetta espressione latina ha per significato: parole e frasi senza importanza, che non producono nessuna conseguenza.
Da quanto affermato si potrebbe dedurre la presenza, nella concezione letteraria dell’autore, di un’idea, secondo la quale, le poesie non hanno peso nel contesto della nostra società, nel nostro postmoderno occidentale, dominato nelle coscienze dai valori dell’avere, che superano di gran lunga quelli dell’essere, come già stigmatizzato da Erich Fromm negli anni Ottanta.
Se la poeta Patrizia Cavalli ha scritto la raccolta di versi “Le mie poesie non cambieranno il mondo”, si può intendere che anche Caserza, pur praticando la poesia, pensi che quest’ultima non abbia la capacità e la possibilità di influire su una realtà pesante e “liquida” come quella della nostra contemporaneità.
Non per questo si deve intendere che per Caserza, o per qualsiasi altro poeta, la poesia sia inutile a livello soggettivo, perché la scrittura stessa, a livello personale e intimo, è salutare anzi salvifica, per ritrovare sintonia e armonia nel mare magnum della quotidianità.
La poesia può anche essere un modo per lanciare un messaggio in bottiglia per relazionarsi con gli amici e i critici letterari ed è molto vitale attualmente, se non altro perché sono moltissimi quelli che scrivono libri di poesia e numerosi sono gli editori che pubblicano nomi anche sconosciuti nel circuito letterario.
“Flatus vocis” è una raccolta composita e ben strutturata architettonicamente.
Il libro è scandito nelle seguenti sezioni, tutte costituite da pochi componimenti: “Sestini, Sonetti minimi, Scritture, Vexilla regis, Sax Suite, Imitazioni, Sic et simpliciter, Traveggole e Il libro dei morti”.
Cifra essenziale della poetica del Nostro è quella di una forma delle composizioni veramente originale: infatti tutti i testi sono caratterizzati da verticalità e composti da brevi strofe.
Originalissimo il linguaggio di questo autore nel primo testo, che pare essere costituito da un impasto linguistico di italiano e latino, che produce un idioletto veramente unico nel nostro panorama.
Icasticità e velocità costellano la dizione dei componimenti, nei quali sono frequenti accensioni e spegnimenti.
Una tematica mistica connota la sezione Scritture, nella quale, non a caso, i testi sono intitolati: “Giobbe, Salmi, Proverbi e Qoèlet”.
Molte composizioni sono costituite da terzine dai versi brevissimi e ben modulati.
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Raffaele Piazza



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