POESIA = ROBERTO MOSI
LA CITTA'TENDA
(I)
E venne il tempo
del Convento delle Murate,
tredici sorelle lasciarono
le case sul Fiume
al Ponte di Rubaconte,
Suor Apollonia del Valdarno
Agata Lucente di Ponte a Sieve
e altre undici compagne.
Nelle piagge alla Porta
di Santa Croce presero vita
chiostri, la Chiesa, orti
giardini, l’Oratorio,
fu accolta, fanciulla,
Caterina dei Medici,
Regina di Francia.
Un miracolo nella vita
del Monastero, il Fiume
travolse, il mese di settembre, le mura:
nel fango intatta l’immagine
della Madonna cosparsa di neve.
(II)
E venne il tempo
del Carcere delle Murate
abitato dai condannati
prima costretti all’orrore
delle Stinche.
Storie di disperazione
trovarono il loro compimento
alle Murate
dai quartieri popolari,
storie di rivolta
per le ingiustizie,
storie di resistenza
all’avvento del fascismo.
Il Fiume bussò
alle porte del Carcere
il mese di novembre
e volle ancora le sue vittime.
(III)
E venne il tempo della Metamorfosi,
la città divorò il carcere,
penetrò nei cortili
nei cammini di ronda
nelle celle, per sempre spalancate.
Le nuove piazze
risuonano di musica
delle voci dei giovani
del fruscio delle pagine dei libri.
Giovanni Michelucci
al mio fianco:
“Facciamo quella passeggiata
in Santa Croce che ti promisi
anni fa, nella casa di Fiesole.
Il nostro cammino è libero
per giardini cortili piazze
non più muraglie a fermarci.
Non furono vani
i nostri sogni tracciati con la matita
gridati nelle assemblee di Quartiere.
Rimaniamo insieme,
uomini liberi,
altre utopie sono da disegnare,
ancora il Fiume–mostro
è acquattato sulle pendici dei monti,
in tante parti del mondo.”
*
Roberto Mosi, 6 maggio 2015
( in occasione della inaugurazione a Firenze della nuova sede della rivista Testimonianze)
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