AMERICAMARX
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Scrivo questi versi in cattività,
Braccato, offeso, deluso
Da tutta la ridda dell folla umana -
- Non ho un incenso per coprire la mia anima,
Non ho una bottiglia di vino
Indelebile allo zero -
- Su questi passi c'è passato
Mio padre -
Aveva una barba così lunga
Che il mal di schiena
Gli offendev la vista paralitica -
Oggi ricordo il suo verso lontano:
" il tempo è galantuomo ".
Noi bambini nella recita
Eravamo Marx e l'americana
Che lo bacia
Sull'ombra del vuoto in cui ora credo...
Sul sangue scorticato che mangio e vedo
Nella sbornia
Negl'occhi di pioggia
Che ingoia e poi passa in vestaglia -
- Ti ho visto all'angolo blu dell'ultimo bar,
In forma di uno che esce da una fogna,
Credo che mi sorpresi nel dire:
" Vengo da una altro paese ,
Dove posso cantare al prete
Negro che il nostro
Cristo è stato messo in
Croce con i chiodi,
Il suo con le catene...".
Tu mi hai preso le mani a coppa
E ci hai applaudito sopra
Come la scossa che nell'amore divora
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( PAG. 23)
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BAR SANTO GRALL
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(da ' umanesimo ' pag - 24 - )
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in un cesto di sterco
da intrccio folle
come urlo di mercato
da ragazzo sono stato abbandonato
sotto la chiesa più metodica
dalla pompa della vita -
- se non fosse stato
per l'uscio calibrato della misura del vino
nelle osterie
che mi trovava già alloara
senza lacrime e senza nome
oggi neanche potrei più lavorare
quest'altre canzoni di poesia esangue
al singolare -
- se in quella lontana fiumana di sole
che invece di illuminarmi
mi escludeva all'ombra del ciglio sulla strada
non mi fossi appoggiato alla sbornia
remota nel mio d n a,
non annuserei ancora
l'odore di quella merda nel vimini
sfiorante // il bilico delle più oscene preghiere
dove giovane mi rialzavo
per poi ricadere in piedi sui miei stessi passi -
- questa mappa di piangere
non avrei mai scritto né attraversato
sazio di quel vino mai bevuto
che per sempre mi ripete nell'ora dopo le giornate:
" Ora che c'hai il ciuccio figlio mio,
Dormi il sottile sonno del calice...".
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Pag - 49 - (era x orietta una mia donna amata per anni morta ques'anno di quello di cui ancora nn sono morto io ... )
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OLTRE L'OMBRA
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oltre l'ombra
il mio amore
è tutto in una stanza -
si sciaccia
le ossa tra le lenzuola...
favole, corone, cartastraccia -
superato il concetto
di finestra
parla bene la
sua lingua migliore
l'arrotino,
il mio amore
è tutto in una stanza,
una rondine pregna di vento,
non cerco e non voglio
più coltelli.
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GIORGIO STELLA -----
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