Ugo Gaiato: – "Collo sottile" -- puntoacapo Editrice – Pasturana (Al) – 2014 – pagg. 113 - € 12,00
Ugo Gaiato, nato nel 1957 a Casalborgone (TO) dove tuttora risiede, ha pubblicato numerose raccolte di poesia e ha riportato molti e prestigiosi premi letterari.
“Collo sottile”, che presenta una nota critica ricca di acribia di Mauro Ferrari, intitolata “Qualche riflessione sulla poesia di Ugo Gaiat”, è un libro connotato da una struttura architettonica composita e articolata.
Il volume è scandito in quattro sezioni: “Saliva, Momilla – Eutanasia, Colori e Lettera di Natale”.
Tutte le poesie che costituiscono il testo sono fornite di titolo.
La cifra essenziale della poetica di Gaiato è caratterizzata da una scrittura visionaria, vagamente anarchica, antilirica e antielegiaca, nella quale l’io – poetante è molto autocentrato e dove dominano nitore, leggerezza, velocità, icasticità e una luminosità fatta da accensioni e spegnimenti continui e costanti, che provocano magia e sospensione.
Il dettato è densissimo e affabulante, di vaga bellezza; nel tessuto linguistico si riscontra una fortissima densità metaforica e sinestesica, attraverso la quale si delinea il significato della raccolta, pagina dopo pagina.
L’originalità, che nel campo della poesia è un raro pregio, è raggiunta attraverso il fluire incessante delle immagini che scaturriscono l’una dall’altra, in uno scrosciare che potrebbe definirsi barocco in senso positivo.
Interessante e indicativa per addentrarci nei meandri del poiein di Ugo è proprio la poesia eponima, situata nella sezione Colori.
Proprio nel componimento “Collo sottile” si delinea la forma tipica, il denominatore comune del fare poesia di Gaiato.
C’è molta corporeità in questi versi e il collo sottile è proprio quello del poeta che viene detto come piegato a nord, mentre il cuore di un “tu”, probabilmente quello di una figura femminile, della quale ogni riferimento resta taciuto, sospira colline.
Una vena complessa e magmatica caratterizza questa composizione, nella quale, come in molte altre, vengono detti elementi vegetali come l’acero e il sanguinello dell’incipit.
Elemento centrale nella poesia “Collo sottile”, è quello della trasognata visione dell’autore, del suo sguardo che si sporge oltre i limiti di una finestra, per scrutare e interiorizzare un sembiante idilliaco e numinoso, che si fa spazio per l’anima.
Importante elemento è qui quello della luce che tiene in vita l’io-poetante.
Da notare che la terza strofa di “Collo sottile” è scritta in corsivo ed è magica e inquietante.
In essa è delineata una vaga figura genuflessa nel buio, alla cui bellezza triste il poeta si arrende, mentre scruta il nebuloso istante che lo separa dalla stessa.
Nell’ultimo verso Gaiato sfiora l’alogico in un’immagine triste e dolorosa che sembra irrelata dal complesso della poesia: infatti è nominata un’alba che si propaga nel corpo martire di una sposa.
Una natura incantevole e rarefatta fa da sfondo agli attori che si muovono nel teatro naturale di Ugo Gaiato.
Tale sembiante si delinea, come si accennava, essenzialmente attraverso la rappresentazione di figure di alberi e piante come quella del te, ma sono detti anche animali, cieli materici e squarci idilliaci.
Un fare poesia nuovissimo, in sintonia con la contemporaneità, che ha dato giustamente al Nostro importanti riconoscimenti.
*
Raffaele Piazza
Nessun commento:
Posta un commento