– “Conversare”
Il quieto conversare fra penombre
era vaghezza , era il tuo bianco volto
nell’ antico rimpianto degli specchi,
era l’invincibile paura della notte
che sfidava il sonno per toccarti.
Non hai risposte a questo inizio di fine,
che riaffonda nell’invisibile illusione
che tutto possa riapparire a un tratto
e vertiginosa follia coinvolgere il mio fianco.
Sei nella piega delle coltri al mio contatto:
un’angoscia muta che allontana carezze.
*
ANTONIO SPAGNUOLO
La memoria è sempre lì, pronta a farsi alcova per sfuggire alla malinconia del presente.Il ricordo viene prima sublimato tanto da sfidare il sonno ma poi non trova le risposte per diventare poi devastante e dolente assenza che allontana carezze.
RispondiEliminaTanto lirismo in questi seppur dolorosi versi.