Edith Dzieduszycka – “Cinque + cinq” -Genesi Editrice – Torino – 2014 – pagg. 157 - € 14,00
L’autrice della raccolta di poesie, che prendiamo in considerazione in questa sede, è nata a Strasburgo.
I suoi primi collages, disegni e poesie risalgono all’adolescenza e alla parte della sua esistenza passata in Francia.
Ha pubblicato numerose raccolte di poesia, anche bilingue e illustrate da fotografie, un libro di racconti e un romanzo.
“Cinque + cinq” presenta una prefazione ricca di acribia di Sandro Gros-Pietro
L’opera densa, corposa e articolata è scandita in due sezioni: “Uno e Due”.
Come è scritto acutamente sulla quarta di copertina, con “Cinque + cinq” Edith Dzieduszycka propone un testo bilingue, ma attenzione, perché non si tratta di una traduzione ovvero di un travaso da una lingua all’altra, bensì di una vista bi-oculare, che fornisce due immagini verbali del tutto simili ma anche totalmente differenziate e approfondimenti dello stesso tema affrontato nella poesia, che è una sola, ma sviluppata in due lingue, le quali si integrano vicendevolmente al punto di sfociare in una densità lessicale di grande effetto.
Infatti la raccolta è costituita da numerose poesie, tutte strutturate in cinque brevi righi e senza titolo, che si leggono ognuna in una sola pagina, contenente la versione in italiano e quella francese in corsivo.
Poetica antilirica e antielegiaca tout-court, quella della poeta, che presenta composizioni brevi e concentratissime, tutte efficacemente risolte, che sono connotate da una vena gnomica e tendente a riflessioni profonde sulla vita, anche in senso ontologico.
Il libro, per la sua unitarietà strutturale e semantica, che lega i componimenti tra loro in un discorso unitario, potrebbe essere letto come un poemetto.
Può essere paragonato ad un vasto mosaico, nel quale ogni singolo tassello, fa parte di un insieme più vasto.
Opera del tutto originale, nel nostro panorama, che ha per cifra essenziale la ricerca del senso dell’esistere nel mondo di Edith e di tutti, che viene detta con urgenza e spesso con garbata ironia attraverso una parola poetica scabra ed essenziale.
Per la loro brevità e icasticità e per la forza avvertita i componimenti poetici possono essere considerati degli aforismi e hanno una forte valenza epigrammatica.
Quello che colpisce è la multiforme e caleidoscopica fantasia dell’autrice, capace di creare una fantasmagoria di immagini tutte differenti tra loro.
Un intelligente esercizio di conoscenza, realizzato con grande efficacia, da parte di un’artista che possiede una solida coscienza letteraria, che si traduce negli efficacissimi esiti espressivi.
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Raffaele Piazza
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