Enrico Marià : “Cosa resta” – puntoacapo editrice – Pasturana – 2015 – pagg. 82 - € 10,00 –
“Quello che resta , per parafrasare il titolo , è una poesia diaristica – scrive Mauro Ferrari nella prefazione – fondata su una certa immediatezza del dire che sa di cronaca ( della cronaca più drammatica di questi anni ) , ma anche una poesia che raggiunge alti risultati trovando un equilibrio precario e rischiosissimo tra giornalistica registrazione di fatti ed estrema compressione dei versi, con frequenti faglie e salti di isotipia …”
Una poesia serrata , la quale non risparmia sorprese nel vertiginoso rincorrere dei versi che richiamano una quotidianità particolare e un modulare di eventi , uno scintillio di fantasie e un colorarsi di figure. Il narrato appare limpido , e non tradisce gli accenti di probabile autobiografia qua e la accennata quasi in sospeso, come un drappeggio di momenti vissuti.
“Non serve resistere / a questa fame / quotidiana ferocia / d’un altrove / di fine e nulla.”
Il richiamo della morte è presente in tutta la sua angoscia:
“ E’ confessione ultima; / più forte ci aspetta / eterno domani la morte.”
“Nella morte capire la verità che l’io / si compie / solo in un tu”.
L’amore ruba desideri inappagati , coriandoli che brillano negli angoli remoti , e la solitudine adagia schizzi di luce riflessa , e piega inesorabilmente sino a soffocare nella afasia di qualche improbabile droga.
Ogni tensione indugia nel ritmo , e la pagina viene incisa dal linguaggio attento del poeta.
ANTONIO SPAGNUOLO
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