– “Crepuscolo”
Incisa nell’avorio ritorna la promessa
del vuoto che mi assale in questo inverno,
per il tuo azzurro che lontana orizzonti.
Forse mi affido al solito silenzio
negli spazi ristretti del ricordo,
che si ripete e supera confini
alla ricerca di una sillaba confusa
incredula all’incanto del crepuscolo.
Ho sempre da intagliare le attese
impotente alle ferite del palmo
alla sete che svena nel timore :
inghiottita dal buio ripeti una preghiera
che non ha senso.
***
– “Vortice”
Al mio taglio ripeti quel sorriso
che ti rendeva bambina:
incomprensibile paura di perdere ad un tratto
la cifra misteriosa oltre l’incandescenza dell’amore.
Avevi lo stridore delle radiazioni, tutto l’abbandono
delle docili membra
là dove non giocava la ragione
dimentica dell’invidia dei vecchi.
Ora io son vecchio e la spina selvatica mi punge,
e il rintocco del bronzo mi stordisce,
mentre il richiamo delle tue ossa precipita
in un vortice che non so raggiungere.
*
ANTONIO SPAGNUOLO
Non ci sono parole ma un singhiozzo smozzato da benevole nebbia. Complimenti.👍 Mirka
RispondiEliminaUn vortice in cui l'assenza genera, non solo il ricordo, ma sopratutto il rimpianto dell'amata e la dolente costatazione del presente inatteso che si conclude con l'impotenza a giungere al di là del sofferto presente, per una poesia di grande liricità di cui mi complimento con l'autore.
RispondiEliminaD'un amore infinito e struggente, questi tuoi versi. Complimenti.
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