LUCIA STEFANELLI CERVELLI: “ DEFINITIVA” - Ed. Istituto culturale del mezzogiorno – Napoli 2015 – pagg. 68 - € 12,00 .
Non è facile incontrare, in questi anni di continuo decadimento, un volume di poesia che possa essere riconosciuto come sostegno storico di una rinnovata luminosità , sia per la scrittura tutta tesa a ben organizzata tessitura , sia per il sottofondo della parola che accosta momenti di accensione filosofica e momenti di sospensione psicologica. Scrive Antonio Filippetti nella prefazione : “In questo smarrimento epocale il ricorso al valore della parola diventa un’esigenza indispensabile , quasi un’arma di difesa naturale, un argine contro un degrado che non è soltanto stilistico ma coinvolge la sfera stessa della passione sentimentale. Nessuna comunicazione è possibile senza la chiarezza della parola, la sola ancora in grado di dare voce all’unicità e diversità degli uomini, perché dietro ogni verbo c’è appunto una persona…”
“A chi importa ascoltare/ l’implorazione muta / conosce la profonda indifferenza/ Sorride il sottofondo del pensiero/ improprio sciabordio / di cave risonanze. / Occorre però quel mormorio/ certezza d’esistere alla resa/ Vagola il giorno nel sopore sospeso/ e attende l’ora non segnata dal nulla / Assorbe / lo stemperare pallido d’azzurro/ un cielo sfatto / Incredulo di tanta consistenza.”
Con passo felpato Lucia Stefanelli Cervelli slega le meraviglie della sospensione per immergere il verso nel sogno , nelle variopinte vicissitudini di un quotidiano che prosegue a sbalzi , nel coinvolgimento delle soste che combattono contro il tempo . Il ritmo è proteso molto spesso alle attese , tra gli spazi che la storia riesce a ricucire per lasciare il segno di vari ricordi. Il vortice della “parola” ingloba ogni confine nell’ansia di manifestare un variegato affanno , un mal celato sospetto , un tempestoso abbraccio , un assurdo pensiero. Il testo intreccia con arguta sapienza una specifica tradizione culturale con la pregevole orditura delle pagine.
ANTONIO SPAGNUOLO
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