mercoledì 2 marzo 2016

INTERVENTO CRITICO = RAFFAELE PIAZZA

Considerazioni critiche sui testi poetici di Italo Scotti inseriti in “Dentro spazi di rarità” Antologia Nuovi Fermenti Poesia – 9 - Fermenti Editrice – Roma – 2015 – pagg. 169 - € 18,00

Italo Scotti è nato a L’Aquila, dove è cresciuto e si è formato. Vive a Roma e ha lavorato per oltre 30 anni come consigliere parlamentare e poi di governo. Ha pubblicato nel 2011 la sua prima raccolta di poesie: Il privilegio dell’amore. Altre sue poesie sono state pubblicate successivamente sulla rivista letteraria “Fermenti”.
Scotti è inserito con la silloge Dee – idee, costituita da undici componimenti, molti dei quali nettamente verticali. Da notare il procedimento stilistico, secondo il quale, quasi tutti i versi delle poesie iniziano con la lettera maiuscola.
Questo elemento crea un senso di icasticità e di compattezza, per cui ogni sintagma sembra incastonato al punto giusto sulla pagina. Motivo conduttore dell’insieme, è quello di una rievocazione in chiave moderna di divinità pagane, i cui nomi danno anche il titolo a diverse poesie.
Tali dee sono descritte dal poeta come familiari e divengono interlocutrici in un relazionarsi di Italo con le stesse, pervaso da una forte ironia. In Dee- idee il poeta vive una religiosità, che recupera quella della Grecia antica e quella della latinità, quando dice di venerare Venere e che Atena l’innerva.
Lo stesso autore, in modo ludico, si definisce aruspice divino, sacerdote che versa versi diversi. Compie ciò quasi per officiare un rituale profetico, attraverso una parola che diviene apotropaica e mistica.
Molto intrigante la brevissima composizione Venere, concentratissima nei suoi brevi quattro righi, tutta giocata sulle allitterazioni:-“Te venero, Venere/ Che hai vene nere/ E nelle vene neve/ E non mi scogli lingua”.
E’ molto originale la tematica affrontata dal Nostro, del tutto inedita nel nostro panorama. Un elemento fondante del discorso poetico che Scotti ci presenta è quello di un’ironia forte che deriva dalla paradossalità delle situazioni trattate. Interessante notare la scelta consapevole del poeta delle divinità femminili e non di quelle maschili, come materia da trattare.
Per tale motivo si può avere la vaga sensazione che le stesse dee in questione potrebbero diventare amanti dell’io – poetante, affascinato dalla loro bellezza. In particolare ciò si nota nella poesia Diana, nella quale la divinità stessa viene definita inconoscibile mistero femminino, definizione che riecheggia l’eterno femminino di Goethe.
Del resto il poeta tedesco recuperava, in epoca romantica, l’idea di compostezza e bellezza della Grecia antica, del periodo attico, quando il tempio veniva costruito sulla collina per una migliore fusione con la natura.
Diverso il tono in Meditazione mediterranea (metamorfosi) nella quale protagonista è una natura sempre intrisa da un’aurea di classicismo. Qui nella prima strofa è detto un anziano, che è il tu al quale il poeta si rivolge, con ginocchi artritici e occhi senza pupille, che simboleggia un ulivo. Nelle strofe seguenti il tu diviene l’ulivo stesso, descritto minuziosamente e personificato. Ottimistici i versi della chiusa, nei quali l’ulivo accoglie il poeta quando ritorna lieto nella pianura di Ostuni, sotto la città bianca.
Poetica improntata ad un misticismo naturalistico, quella di Scotti, se Blu è l’invocazione al dio in Preghiera in blu.
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Raffaele Piazza

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